Gaeta / Tarsu richiesta alla Soes, la Cassazione boccia il Comune

Cronaca Gaeta

GAETA – Il Comune di Gaeta non avrebbe dovuto chiedere alla Soes, la società sannita di Telese Terme che ha gestito il servizio della sosta a pagamento dal 2003 al 2014, il pagamento di 150.827,63 mila euro per la Tarsu relativa al 2009. Pertanto l’avviso di accertamento emesso il 21 dicembre 2015 va annullato. Lo ha sentenziato in maniera irrevocabile la sezione Tributaria della Corte di Cassazione che ha posto fine ad uno dei tanti contenziosi promossi dall’amministrazione comunale di Gaeta nei confronti della società campana per il mancato versamento della Tarsu, tributo che, modificato acronicamente in Tares e Tari, riguarda l’occupazione delle strisce blu.

Il verdetto inappellabile dei giudici tributari della Suprema Corte nei confronti del Comune di Gaeta e riguardante l’annualità 2009 ha condiviso due risultanze difensive dei legali della Soes. Secondo gli avvocati Christian Lombardi e Vincenzo Fontanarosa il Comune di Gaeta effettuò una duplice forzatura. La prima fu formale in quanto emise l’avviso di accertamento praticamente con un anno di ritardo, dicembre 2015 piuttosto che entro il 31 dicembre dell’anno precedente, termine ultimo di cinque anni previsto dalla norma. La seconda forzatura è sostanziale e permette ora alla sentenza della Cassazione di “fare” ulteriore giurisprudenza: i Comuni non possono pretendere alcunché onere tributario nei confronti delle società e cooperative che gestiscono la sosta a pagamento laddove l’appalto “non preveda alcun atto di concessione delle aree pubbliche destinate al parcheggio ma solo lo svolgimento del servizio”.

In effetti i giudici della Corte di Cassazione non hanno fatto altro che ribadire il primo pronunciamento della commissione tributaria provinciale di Latina che, sempre per quanto concerne la Tarsu 2009 richiesta dal Comune di Gaeta, aveva legittimato – con la sentenza numero 88 del 27 gennaio 2017 – il comportamento della Soes a non versare neppure un euro nelle casse dell’amministrazione Mitrano. Un anno e mezzo più tardi, però, il 25 giugno 2018 con la sentenza numero 4427 la commissione tributaria regionale del Lazio, ribaltando il primo pronunciamento, diede ragione al comune di Gaeta ritenendo, di fatto,che la Tarsu di 11 anni fa è dovuta anche dal mero gestore del servizio.

In questa ingarbugliata e controversa vicenda c’entra anche il Comune di Formia. E le ragioni sarebbero sullo sfondo del fallimento della Formia Servizi Spa,la società mista pubblico privata istituita dal Comune nella seconda metà degli anni novanta per la gestione della sosta a pagamento e di alcuni servizi turistico-portuali. La stessa Corte di Cassazione in ben tre pronunciamenti, i numeri 15950 e 15851 del 2011 e 13100 del 2012, sentenziò una tesi: il Comune di Formia aveva fatto bene a chiedere alla Formia Servizi Spa il versamento negli anni precedenti della Tarsu perché, gestendo le strisce blu, aveva sottratto molte aree pubbliche all’uso generalizzato della cittadinanza consentendo al soggetto privato di trarne un profitto economico. Da quel momento molti Comuni italiani, a cominciare dal vicino comune di Gaeta, hanno cominciato a pretendere il pagamento della Tarsu ai gestori del servizio delle strisce blu.

Ma perché la Cassazione ha effettuato due trattamenti nei confronti della Formia Servizi a Formia e della Soes a Gaeta? Lo scrivono gli stessi “ermellini”: la fallita Formia servizi era legata al Comune da una convenzione cinquantennale, la Soes aveva un rapporto di servizio con il Comune di Gaeta. L’ordinanza numero 8275 della Cassazione depositata il 29 aprile potrebbe assestare un pesante colpo all’asset contabile del comune di Gaeta che nelle pieghe dei suoi bilanci aveva previsto di introitare 150.827,63 mila euro dalla Soes per l’annualità 2009 della Tarsu. E poiché sono pendenti altri ed analoghi contenziosi sollevati dalla società di Tommaso Stazio nei confronti delle pretese – sfiorano il milione di euro – del Comune di Gaeta per le annualità 2010-2014 il pronunciamento della Cassazione potrebbe essere una malattia non prevista per la situazione finanziaria della Giunta del sindaco Mitrano.