LATINA – La criminalità organizzata è pronta la crisi economica generata dall’emergenza da Covid-19. L’allarme lanciato nelle scorse settimane dai magistrati antimafia Federico Cafiero de Raho (Dna), e dai procuratori della Repubblica Giovanni Melillo (Napoli) e Francesco Greco (Milano) è stato raccolto dal presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati on. Raffaele Trano che nei giorni scorsi li ha inseriti nel ciclo di audizioni per la conversione in legge del decreto legge “Liquidità” (dl 23/2020).
Prima di trasformare in legge il provvedimento che consente tra l’altro di ottenere dalle banche un mutuo fino a 25.000 euro garantito al 100% dallo Stato, le commissioni riunite Finanze ed Attività produttive hanno voluto vederci chiaro ed impedire che organizzazioni criminali sottraggano risorse alle aziende che ne hanno effettivo bisogno.
Un tema particolarmente sentito in provincia di Latina ed in altre zone d’Italia – come ha fatto notare proprio il presidente Trano – dove al credito che non arriva si accompagnano fenomeni di usura e passaggi di mano delle attività, in primis nel settore turistico. Tesi che era già emersa durante la visita dell’ex sottosegretario con delega all’Antimafia Gaetti e del presidente della commissione bicamerale antimafia Nicola Morra al prefetto di Latina Maria Rosa Trio, ma che ora si aggrava ulteriormente a causa della chiusura forzata delle aziende, fonte di un un ammontare lievitato di stock di debiti e fatture impagate.
Nello specifico il deputato pontino ha chiesto il parere dei suoi interlocutori per l’introduzione di presidi rafforzati per monitorare passaggi di proprietà, usura ed accesso al credito, nonché per il potenziamento delle direzioni distrettuali antimafia “anche prevedendo distacchi su questi territori particolari”.
Rafforzamento già richiesto con un ordine del giorno a propria firma accolto dal governo Conte I in occasione della conversione in legge del decreto sicurezza.
Nelle repliche il procuratore nazionale antimafia ha convenuto sull’utilizzo di bar e ristoranti da parte delle mafie per introdursi e “colonizzare” nuovi mercati, soprattutto all’estero. Il procuratore Francesco Greco ha sottolineato invece come il potenziamento passi dal riempimento dal completamento delle piante organiche, a Milano, ad esempio, ci sono attualmente 12 posti vacanti ed ha invocato un maggiore interessamento del Consiglio superiore della magistratura. “Negli ultimi 10 anni – ha detto – le DDA hanno ricevuto molti complimenti ma non hanno avuto aumenti di organico”. Quanto al monitoraggio della cessione delle piccole attività ed ingressi anomali nelle quote societarie, Greco ritiene che debba essere portato avanti da Guardia di Finanza ed Agenzia delle Entrate.
In sintonia con il presidente Trano il procuratore Melillo ha chiesto l’utilizzo “di ciò che già c’è”: la guardia di finanza ma anche le prefetture su direttive mirate del Ministero dell’interno che individui “i settori in crisi e più esposti all’aggressione criminali”, diversi in base alle realtà territoriali, dovranno effettuare controlli preventivi su passaggi di quote e cessioni. “Chiediamo che la guardia di Finanza sostenga l’azione prefettizia ricevendo immediatamente le richieste di finanziamento”.
Melillo ha poi suggerito l’introduzione di un “Codice Rosso”, che dia priorità processuali chiare al perseguimento delle “operazioni sospette”.
Sul fronte dei finanziamenti i tre magistrati si sono trovati d’accordo sulla predisposizione di due strumenti operativi. Un’autocertificazione contenente “requisiti patrimoniali, fiscali e reputazionali del soggetto che chiede il finanziamento”, una griglia semplice che dia origine a “controlli paralleli” e dunque non appesantisca o blocchi in alcun modo la velocità nell’erogazione del mutuo bancario.
E poi “conti dedicati” aperti dalla banca a favore del beneficiario, in cui ogni movimento sia tracciabile.
Sono tornati invece a dividersi sull’assegnazione della competenza dei controlli preventivi. Per Cafiero De Raho spettano alla DNA, che ha già a disposizione una banca dati molto completa, sarebbe poi questo organismo a comunicare alle prefetture e, nel caso di possibili profili interessanti alle procure, eventuali segnalazioni.
Per gli altri due procuratori la Dna tratta però nelle sue informative dati aventi profili penali che male si concilierebbero con i profili amministrativi di competenza delle prefetture. Di qui la preferenza per assegnare i controlli direttamente alla Guardia di Finanza ed alle procure. Contrariamente ai due colleghi, inoltre, De Raho si è detto favorevole ai controlli aggiuntivi anche al di sotto dei 25.000 euro.