SANTI COSMA E DAMIANO – A mediare tra le indemoniate minoranze di “Fare Futuro Insieme” e il diretto interessato è stata ad un certo punto anche la segretaria comunale Maria Sparagna, convinta della necessità di attuare una riflessione per “approfondire la tematica”. Un palese senso di imbarazzo si leggeva l’altra sera sui volti dei consiglieri comunali della maggioranza consiliare che al comune di Santi Cosma e Damiano sostiene il sindaco Franco Taddeo.
Seppur collegati in video conferenza, partecipando ai lavori del consiglio comunale, hanno dovuto faticare non poco per respingere gli assalti delle minoranze non tanto su un “insipido” bilancio di previsione 2020 quanto per la decisione del sindaco Taddeo, in piena emergenza economica e sociale legata al Covid 19, di ottenere l’aumento della propria indennità di 750 euro e portarla a 2250 euro lorde.
Il punto campeggiava al primo punto dell’ordine del giorno e naturalmente è stato un assist troppo invitante per i consiglieri Rolando Bozzella, Carmela Cassetta, Ester D’Aprano e Luca Rossi per cercare di infilare, con un forcing forsennato sul piano politico e dialettico, il sindaco di San Cosma e Damiano. Il primo cittadino ha cercato, come ha potuto, di respingere gli assalti delle minoranze motivando il ritocco della sua indennità sulla scorta del via libera avuto dal decreto legislativo numero 124/2019 che, convertito nella legge 157 dello scorso anno, prevede l’aumento dello “stipendio” dei sindaci dei piccoli comuni sino all’85% dell’indennità fissata per i comuni sino a 5000 abitanti. Naturalmente la proposta di deliberazione aveva tutti i crismi di legge, accompagnata dai pareri favorevoli di regolarità tecnica e contabile dei dirigenti Walter Gagliardi e Anna Maria Di Stefano ma in pochi minuti alcuni microscopici nodi sono venuti subito al pettine e, inconsciamente, ad aiutare le minoranze è stato proprio il sindaco Taddeo quando ha fatto alcune ammissioni.
L’aumento dell’indennità di carica avrà una valenza temporale per l’intera consiliatura, cioè sino alla primavera del 2022, quando i cittadini di San Cosma e Damiano saranno chiamati a confermare o meno l’ex capogruppo del Pdl in seno all’amministrazione provinciale di Latina e rinnovare il consiglio comunale. Ma la ‘furbata’ che ha fatto insorgere Bozzella-Cassetta-D’Apramo e Rossi è stata un’altra, eticamente poco elegante, a dire delle opposizioni: i 750 euro in più che dal mese di maggio vanno ad integrare l’indennità di Taddeo sino al 31 dicembre 2020 andranno encomiabilmente a rimpinguare un fondo del comune a favore delle famiglie e delle attività economiche colpite dal Covid 19. Dal 1 gennaio 2021 – salvo ripensamenti su cui nessuno scommette un euro – irrobustiranno completamente del sindaco di Forza Italia che già percepisce una signora pensione da ex funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di Minturno.
“Il sindaco Taddeo poteva essere almeno un tantino un po’ più corretto – ha tuonato l’ex candidato a sindaco Rolando Bozzella – Si è appellato ad una legge che riguarda i Comuni che hanno una popolazione inferiore ai 5000 abitanti quando a San Cosma e Damiano risiedono 6500 persone. Ha dimenticato una ferrea disposizione del Tuel secondo la quale i ritocchi delle indennità devono riguardare in proporzione tutti gli amministratori. La medaglia mostrata dal sindaco Taddeo al consiglio ha avuto un doppio volto: buonista da una parte, scaltro e furbo dall’altra”. Che la situazione stesse prendendo una brutta piega l’aveva capito la stessa segretaria comunale Signore nel momento in cui Taddeo, sempre dal suo sub inconscio, ha detto un’altra verità: gli altri membri della Giunta, il vice sindaco e il presidente del consiglio hanno deciso di non chiedere – benché la legge lo preveda – alcun ritocco alle loro indennità che, rispetto a quella di Taddeo, sono “stipendi” da fame.
Il vice sindaco di San Cosma e Damiano sino alla conclusione del mandato percepirà 261 euro ogni mese, gli assessori (due sono esterni e altrettanti rivestono anche l’incarico di consigliere comunale) porteranno a casa 233 euro mensili e il “povero” presidente del consiglio comunale Ivano Ionta dovrà accontentarsi di un’indennià mensile di 125 euro che comunque costituisce uno stipendio degno di un manager di una multinazionale rispetto ai 14 euro spettanti ad ogni consiglio comunale per ogni partecipazione alle sedute consiliari.
“Noi fortunatamente abbiamo un lavoro e cerchiamo di utilizzare le armi che ci offre lo statuto del comune per portare avanti il mandato conferito dai nostri elettori – ha concluso amareggiato il consigliere Bozzella – Ma poi comprendiamo eccome tanti assessori della Giunta Taddeo che, a fronte delle indennità loro spettanti, stanno lontano dal palazzo municipale”. E se fosse anche questa una strategia, obbligata dal distanziamento sociale nell’area del Coronavirus?
VIDEO Intervista al consigliere comunale Rolando Bozzella