Cronaca

Omicidio Gabriel Feroleto, al via il rito abbreviato

PIEDIMONTE SAN GERMANO – Finite in naftalina alcune delle severe prescrizioni legate alla fase sanitaria dell’emergenza Coronavirus, riprende anche il processo su uno dei delitti più inverosimili e cruenti che la cronaca giudiziaria della provincia di Frosinone ricordi, l’infanticidio di Gabriel Feroleto, il bambino di soli 28 mesi soffocato – secondo l’accusa – dai genitori, mamma Donatella Di Bona e papà Nicola nel primo pomeriggio del 17 aprile 2019 nelle campagne in località Volla a Piedimonte San Germano.

La donna, ora 28enne, ha chiesto ed ottenuto, attraverso i suoi legali, gli avvocati Chiara Cucchi e Lorenzo Prospero, di essere processata con il rito abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatrica per dimostrare che al momento del soffocamento del piccolo Gabriel non fosse capace di intendere e di volere. E così che il Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce, dopo alcuni rinvii dovuti al lockdown imposti dal Covid 19, ha ufficialmente incaricato martedì un insigne psichiatra italiano, peraltro originario di Frosinone, il professor Gabriele Mandarelli che inizierà le operazioni peritali il prossimo 21 maggio presso la sezione femminile del carcere romano di Rebibbia dove la donna rea confessa del delitto si trova reclusa in attesa di giudizio.

Alla perizia psichiatrica di Donatella parteciperanno anche altri consulenti: si tratta del professor Stefano Ferracuti, nominato dai magistrati titolari del fascicolo, i sostituti procuratori Valentina Maisto e Roberto Nomi Bulgarini, e del dottor Federico Trobia indicato dal collegio difensivo della donna. I Carabinieri della Compagnia di Cassino e del comando provinciale di Frosinone risolsero il caso in poche ore arrivando alla verità dopo che inizialmente Donatella aveva raccontato che lei ed il bimbo erano stati investiti da una macchina pirata. Una versione sui fatti che convinse sino alla drammatica confessione: il bambino era stato ucciso, soffocato con una mano, da lei e dal compagno perché irrequieto. Il movente è stato davvero raccapricciante. La giovane mamma e Nicola erano stati la mattina a Cassino per formalizzare alcune pratiche, subito dopo pranzo tornarono insieme e con loro,in auto, sul sedile posteriore, c’era il piccolo Gabriel. I due amanti stavano consumato un rapporto sessuale in aperta campagna quando il bambino, svegliandosi, iniziò a piangere: “Voleva scendere, voleva andare dalla nonna. L’ho scosso, l’ho afferrato e lui piangeva di più e allora gli ho messo la mano davanti la bocca per farlo tacere. Nicola era davanti a me e non ha fatto nulla”.

Se il rito abbreviato vero e proprio davanti il Gip Di Croce inizierà il 15 settembre alle ore 11, il giorno dopo la perizia psichiatrica nei confronti di Donatella Di Bona prenderà il via, davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino il processo con il rito ordinario nei riguardi dell’amante della donna. Nicola Feroleto, 49 anni, difeso dall’avvocato Luigi D’Anna, ha rifiutato alternativi riti di giudizio per dimostrare la sua totale estraneità all’infanticidio a differenza di quanto ha chiesto la compagna che ha avanzato la soluzione del rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica non potendo beneficiare del patteggiamento.

L’ha sempre ribadito ai pm inquirenti accusando la Di Bona di aver strangolato il bambino, di cui si era assunto la paternità pur vivendo a Villa Santa Lucia con la seconda moglie, in un momento di raptus per poi accusarlo per vendetta. Intanto si è appreso che per la prima volta dal delitto Donatella di Bona ha avuto l’autorizzazione di uscire dal carcere per alcune ore. La richiesta le è stata accordata dal Tribunale di Sorveglianza per portare alcuni fiori sulla tomba in cui riposa il piccolo Gabriel nel cimitero di Piedimonte San Germano, un momento che la donna, piangendo, ha voluto compiere in assoluta solitudine.

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