FORMIA – Le limitazioni normative anti Covid 19 hanno reso questa mattina, presso la Chiesa di San Giovanni Battista di Formia, ancora più mesto e triste l’estremo saluto ad Alberto Rossini, il 59enne funzionario del comune e per sei anni presidente del Formia calcio scomparso improvvidamente per un infarto all’interno del pronto Soccorso dell’ospedale Dono Svizzero. Alle esequie dell’ex massimo dirigente biancoazzurro, officiate dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Gaeta Monsignor Mariano Parisella, hanno potuto presenziare al massimo 15 persone e tra queste ci sono stati i suoi più stretti e affranti familiari, la moglie Francesca e i tre figli – Salvatore, Roberto e Luca.
Le iniziali ipotesi caldeggiate da alcuni familiari, amici e dipendenti del comune di Formia di Rossini di poter svolgere le esequie presso il vicino PalaFabiani o di permettere a tanti cittadini di ascoltare il rito funebre sul sagrato della stessa chiesa di San Giovanni Battista sono state escluse per motivi di opportunità e di sicurezza sia da parte dell’amministrazione comunale che dal commissariato di Polizia. Insomma sono state vietate forme di assembramento ma tantissimi cittadini comuni e molti tifosi del Formia (gli stessi che avevano un esposto uno striscione di saluto all’altezza di ponte Tallini,nella zona sovrastante il mercato ittico al coperto) che hanno voluto bene al dipendente comunale scomparso nel giorno del suo 59° compleanno hanno trovato modo e occasione per tributargli l’ultimo e doloroso saluto prima che i suoi resti vengano cremati – come richiesto dal diretto interessato – a cura dell’agenzia funebre “La Comune” di Formia.
Un lungo e commosso applauso ha accompagnato l’uscita del feretro sul quale era stato riposto un gagliardetto della società che Rossini aveva avuto l’onere e l’onore di guidare per sei stagioni agonistiche. Unanimi sono stati i sentimenti di cordoglio e di vicinanza alla famiglia del dirigente calcistico e dipendente comunale scomparso che soltanto un mese fa, il 19 aprile,aveva subito una gravissima perdita, quella di mamma Maria Centola: tra questi il fantasista biancoazzurro napoletano Gennaro Sarnelli, gli ex allenatori Alessandro Rosolino e Piero Tarsigni, l’ex direttore sportivo Luca Lentini e tanti altri dirigenti di società militanti nell’attuale campionato d’Eccellenza.
Intanto sono emersi alcuni particolari sulle ultime ore in vita di Rossini che per il suo poliedrico attivismo – era appassionato di caccia ma anche di grafica, di musica (aveva suonato da giovane il sax nel complesso bandistico “Umberto Scipione- Città di Formia”) – ed innata generosità era diventato un esempio,sia sul suo luogo di lavoro che nell’intera città. Il 59enne dipendente comunale martedì pomeriggio si era recato in un podere di proprietà, in località Campese, nella frazione di Trivio quando ha ricevuto una telefonata della suocera preoccupatissima di un principio d’incendio all’interno della cucina della sua abitazione, probabilmente a causa di una presa elettrica difettosa. Anche in questa circostanza la generosità Rossini non è tardata a manifestarsi sino a quando ha incontrato in via della Conca, nel quartiere di Mola, Pasquale Cogliandro, suo collaboratore nel Formia calcio per essere ancora segretario sociale. E’ stata l’ultima persona che ha visto Rossini prima della tragedia. Le ha raccontato che da una settimana accusava una forma di formicolio ad una mano ma per non far preoccupare Cogliandro gli ha rassicurato che forse si trattava di un’infiammazione tendinea per l’utilizzo di una forbice con cui stava sistemando e potando alcune piante in campagna. Cogliandro a quel punto otteneva quando sperava,che il suo presidente si rivolgesse al pronto soccorso del vicino Dono Svizzero per capire la causa del malanno.
Il segretario del Formia, a insaputa del suo ex presidente, si è recato anch’egli in ospedale e ha assistito alla tragedia: mentre iniziava quello che doveva essere un normale check-up , Rossini si accasciava a terra fulminato da un infarto in corso chissà da quando tempo. Non c’è stato nulla da fare: Alberto era morto nella serata in cui avrebbe dovuto festeggiare,in compagnia dei suoi cari,il suo 59° compleanno.
E invece tra i primi a giungere al Dono Svizzero, decisamente turbati e addolorati, sono stati molti dipendenti del comune di Formia e, confusi, due amministratori originari del rione di Mola e pertanto conoscenti e amici della famiglia Rossini, il sindaco Paola Villa e l’assessore ai Lavori Pubblici Lino Forte. Commosso il messaggio di cordoglio del primo cittadino, dell’amministrazione e del personale del Comune di Formia che hanno voluto manifestare la loro vicinanza nei confronti della famiglia del dipendente improvvisamente scomparso: “Alberto ha amato Formia e la città lo ringrazia per il suo amore. Alberto non è stato solo il Presidente del Formia Calcio e un dipendente comunale, è stato un artista che lascia il suo segno indelebile nelle tante rappresentazioni grafiche del Comune di Formia da lui ideate e realizzate. Alberto è stato un collega, un amico, amante dello sport e del suo Formia Calcio. A lui la commissione sport e l’Assessore al ramo Alessandra Lardo hanno dedicato un messaggio particolare “Ti ringraziamo per la dedizione e la disponibilità che ci hai sempre donato. La tua passione per Formia sarà la nostra spinta a regalare qualcosa a questa città che tanto amavi.”
L’ex sindaco Sandro Bartolomeo ha diffuso attraverso i social le sue condoglianze: “La notizia della scomparsa di Alberto è una di quelle notizie che ti lascia sgomento, muto. Non c’è commento ma solo dolore. Per una persona che univa tanti talenti che possedeva una qualità preziosa:la sua bontà. Alberto,come i tanti che ti hanno conosciuto e frequentato per tanti anni,posso solo dirti: ti ho voluto bene!” –ha concluso l’ex sindaco di Formia. La consigliera comunale Eleonora Zangrillo era legato a Rossini anche da un lontano ma profondo rapporto familiare: “Sono stata una persona fortunata ad aver avuto nella mia vita un legame profondo, vero e forte e questo legame mi ha accompagnato per tanti anni fino a ieri sera. Io ed Alberto abbiamo conosciuto la gioia del sapere che l’altro c’era sempre e che ti voleva bene. Oggi ho nell’animo solo molta malinconia, incredulità e sensazione di impotenza come tutti coloro che hanno avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo”.