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Formia / Consiglio comunale straordinario, le varie posizioni del centrodestra [VIDEO]

FORMIA – Gli argomenti, di grande sensibilità e delicatezza amministrativa ma anche di spiccata valenza politica, avrebbero meritato – sulla carta – una cieca compattezza di cui fregiarsi in un futuribile appuntamento elettorale. Che la pazienza sia una labile e rischiosa virtù umana, la conferma,  puntuale, l’ha avuta nei giorni il neo consigliere di Fratelli d’Italia al Comune di Formia, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo.

Nell’era dei social media più veloci di Usain Bolt ha cercato – si vocifera – per una settimana di contattare i tre consiglieri Eleonora Zangrillo, Gianluca Taddeo e Tania Forte con cui ha composto per quasi un anno e mezzo il gruppo consiliare di Forza Italia. Li ha inseguiti in ogni dove perché attendeva da loro una firma su una richiesta che, contemplata dall’articolo 47 dello statuto del Comune, prevede la concessione di una seduta consiliare su uno o più punti a patto e concessione che i firmatari fossero almeno cinque. E’ così che Cardillo Cupo, vestendo con successo di Indiana Jones, ha chiesto ed ottenuto che la sua istanza fosse sottoscritta dai consiglieri leghisti Antonio Di Rocco e Nicola Riccardelli, dal capogruppo Udc Erasmo Picano e, via Pec da Torino, da quello del Pd Claudio Marciano. E invece, tra il personale stupore del candidato a sindaco del centrodestra alle amministrative del 2018, quel foglio inviato al sindaco Paola Villa, al presidente del consiglio Pasquale Gabriele e al segretario generale e responsabile dell’anticorruzione Alessandro Izzi non reca le firme dei tre componenti del gruppo consiliare di Forza Italia e del capogruppo di “Formia con te”, il cinque volte deputato di Forza Italia Gianfranco Conte.

La convocazione di un consiglio comunale ad hoc su tre specifici argomenti – di cui parleremo tra poco – costituisce un’altra prova di forza nei confronti ella maggioranza su punti amministrativi “a rischio” di essere investiti dal Codice penale ma anche una sorta di ultimo appello – a quanto pare – caduto nel vuoto nei riguardi dell’alleato (o presunto tale) che si chiama ancora ufficialmente Forza Italia. Il consigliere Cardillo Cupo, dopo aver personalmente raccolto le altre quattro firme, ha temporeggiato qualche giorno prima di protocollare la richieste. Ha atteso sino all’ultimo che “gli amici” di Forza Italia rispondessero al telefono – l’onorevole Gianfranco Conte almeno è stato più corretto manifestando la sua contrarietà a firmare – per poi evidenziare questo “rifiuto” (politicamente rilevante) cerchiando le quattro firme mancanti.

Eppure due dei tre argomenti richiesti per la seduta ad hoc avrebbero fatto felice un qualsiasi consigliere di minoranza interessato a diventare forza di governo. Il primo chiede di avviare un monitoraggio sulla gestione dei lavori pubblici da parte dell’amministrazione formiana, sulle modalità di assegnazione degli stessi cantieri con gli strumenti dell’affidamento diretto,delle somme urgenze e,soprattutto, delle turnazioni negli inviti alle ditte. La morale della favola nella richiesta di consiglio di Lega, Fdi, Udc e Pd è una soltanto: al Comune di Formia in questo momento storico lavorano le stesse ditte ed imprese, le stesse chiamate a realizzare interventi di sistemazione idraulica di qualche corso d’acqua e poi impegnate in maniera legittima (forse un po’ meno sul piano dell’opportunità) per la realizzazione dell’abitazione di proprietà di questo o di quel consigliere comunale di maggioranza.

Il secondo argomento richiesto è strettamente collegato al primo: la discussione e il rispetto della “Carta di Pisa” che, adottata dal consiglio comunale di Formia il 29 luglio 2013, costituisce una sorta di codice etico per tutti gli amministratori comunali di Formia per rendere pubbliche eventuali condizioni di incompatibilità e ragioni di inopportunità nell’adozione di taluni atti.

La terza tematica è quella drammatica in piena emergenza Coronavirus, sul piano economico-sociale ed occupazionale, relativa alla grave crisi finanziaria che ha colpito la concessionaria del servizio del trasporto pubblico, l’Atp, che, a causa della mancata erogazione da parte del Comune di Formia dei fondi regionale stanziati (peraltro in anticipo), non ha più la sufficiente liquidità per azionare i suoi pullman. In cuor suo Cardillo Cupo ha atteso qualche giorno che gli “amici” consiglieri di Forza Italia rispondessero al telefono ma ha immaginato che un feeling da tempo è in corso tra il vecchio gruppo consiliare, quello di Forza Italia per l’appunto, con la maggioranza civica del sindaco Villa.

La prova provata è di due settimane fa quando, in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2020, la capogruppo azzurra Eleonora Zangrillo, presente in aula consiliare, pur motivando il suo voto, si è astenuta sulla delibera finale mentre gli altri due colleghi di gruppo Taddeo e Forte sono improvvisamente scomparsi dal collegamento remoto nel momento in cui avrebbero dovuto esternare il loro voto. A Forza Italia di Formia e a quella del Senatore Claudio Fazzone piace e tanto lo status quo: meglio una maggioranza civica (che non governa o, se lo fa, lo fa in maniera lacunosa) piuttosto che essere subalterni ad un nuovo rapporto di forza in cui a dare le carte potrebbero essere in un futuro, anche a Formia, la Lega e Fratelli d’Italia.

Questo “modus operandi” Forza Italia ha tracce ancora fresche nel panorama politico formiano. Nel 2017 è stata co-protagonista di un processo di eutanasia politico-amministrativa preferendo mantenere in vita per un altro anno una Giunta di centrosinistra di Sandro Bartolomeo alla quale era stata impartita l’estrema unzione. Forza Italia avrebbe potuto decidere di andare a votare e vincere le amministrative. E invece diede vita ad un patto fine di consiliatura in occasione dell’allora approvazione del bilancio di previsione chiedendo la testa dell’assessore ai Lavori Pubblici Eleonora Zangrillo che ha poi “riabbracciato” candidandola ed eleggendola alle amministrative di due anni fa. All’attuale corso politico di Forza Italia meglio lo status quo, meglio sostenere “per una questione di mera responsabilità” un’amministrazione balbettante piuttosto che dar vita ad un’eventuale nuova leadership in grado di offuscare alcuni dei dirigenti del territorio cresciuti nel cono d’ombra del Senatore Claudio Fazzone.

Diversa, invece, è stata la motivazione sulla mancata firma del consigliere Gianfranco Conte alla richiesta di convocazione del consiglio comunale. Formalmente perché “mi sono stancato di questo teatrino di basso livello” – aveva alluso Conte alla “scorrettezza,politica e personale” della maggioranza che nell’ultima riunione della conferenza dei capigruppo ha timbrato (da sola) il cartellino con un’ora di ritardo quando i rappresentanti degli altri gruppi, stanchi di attendere, erano andati via anche loro. L’ex deputato di Forza Italia ha capito che non toccherebbe mai palla nel campo del centrodestra ufficiale nel momento in cui, un giorno quanto prima, dovrà essere indicato il futuro candidato a sindaco dello schieramento.

Di questo campo fa già sostanzialmente parte, invece, l’imprenditore della sanità privata Maurizio Costa, alleato scomodissimo del sindaco in carica ma amico di antica data dei vari Claudio Fazzone, Pino Simeone, Cosimino Mitrano, Salvatore De Meo e Salvatore Forte. Costa sta meditando da giorni sulla possibilità di garantire l’appoggio esterno uscendo naturalmente dalla Giunta in cui è presente con due assessori. Un dibattito è iniziato all’interno della sua lista civica, “Ripartiamo con voi”, ma tutto potrebbe dipendere dalla scelta che farà nelle prossime ore il sindaco Villa su chi dovrà guidare (i candidati sono 14 e la selezione è appena iniziata) la municipalizzata del ciclo dei rifiuti, la Formia Rifiuti Zero.

Intanto a sollevare una polemica nella polemica è il capogruppo consiliare della Lega Antonio Di Rocco rimarcando quanto sostenuto da Conte nell’iter di convocazione del consiglio comunale (sul futuro operativo dell’ospedale Dono Svizzero e sulla temuta installazione dei dissalatori da parte di Acqualatina in caso di carenza idrica da prossima estate) da parte dell’ultima conferenza dei capigruppo. Di Rocco biasima nell’intervista video allegata il comportamento del presidente di assemblea Pasquale Di Gabriele: “E’ vero, avevamo atteso oltre mezzora l’inizio dei lavori ma nessuno dei quattro capigruppo di maggioranza ha avuto la correttezza di presenziare all’orario di convocazione. Abbiamo deciso di andare via e il presidente del consiglio Di Gabriele, anziché riconvocare la conferenza dei capigruppo alla presenza di tutte le forze politiche – ha concluso Di Rocco – ha firmato un ordine del giorno del prossimo consiglio senza interpellarci e con chiare forzature procedurali. E poi ci chiedono massima collaborazione”.

INTERVISTA Antonio Di Rocco, capogruppo consiliare Lega Formia

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