FORMIA – Il preliminare, politicamente rilevante, c’era stato martedì mattina quando ad una conferenza stampa organizzata presso il Comune di Formia dal gruppo consiliare di Forza Italia e dal consigliere regionale e presidente della commissione sanità alla Pisana Pino Simeone aveva fatto capolinea lo stesso sindaco Paola Villa. Aveva già incassato in quella sede un risultato importante: il voto dei garibaldini consiglieri comunali azzurri Gianluca Taddeo, Eleonora Zangrillo e Tania Forte alla delibera che il consiglio comunale ha approvato a maggioranza al termine della lunga ed estenuante maratona di mercoledì sul futuro che – secondo l’amministrazione Villa – dovrà essere l’Ospedale “Dono Svizzero” dopo la drammatica esperienza emergenziale del Covid 19.
L’assemblea alle dieci di sera aveva dato mandato al sindaco Villa “di rivolgere all’Asl di Latina e alla Regione Lazio per quanto di competenza, l’invito a porre in essere tutte le condizioni necessarie affinché prioritariamente l’Ospedale “Dono Svizzero” di Formia venga dotato di personale e strutture per rispondere in maniera finalmente adeguata e concreta alla tutela della salute pubblica dell’intero comprensorio”, “di guardare oltre la ordinaria amministrazione, tenuto conto, che la Regione Lazio è ormai fuori dal commissariamento e di riempire di contenuti la straordinaria amministrazione”, “di dar vita all’interno della struttura Policlinico del golfo di un’azienda ospedaliera (????), anche di tipo universitario, affinché non sia limitato ad un mera ricollocazione dell’attuale presidio ospedaliero”, “di costituire un coordinamento dei Sindaci del distretto per definire la Carta della Salute del Golfo di Gaeta e delle Isole ponziane, al fine di programmare e definire sia l’offerta sanitaria del nostro territorio che l’implementazione dei servizi necessari, con l’obiettivo finale di formulare un’istanza unitaria alla Asl di Latina”, di “individuare una timeline delle implementazioni richieste” e, per ultimo, di esprimere solidarietà agli operatori sanitari del Dono Svizzero anche nell’ottica dell’ottenimento delle richieste economiche avanzate per il Covid 19”. Per la cronaca la delibera ha sancito la definitiva e, secondo molti, “positiva” rottura del centro destra (tra la Lega, Fratelli d’Italia e Udc da una parte e Forza Italia dall’altra) e la scomparsa del coordinamento con lo stesso Pd di Claudio Marciano e la lista Formia con te dell’Onorevole Gianfranco Conte (assente peraltro alla seduta).
Ma veniamo per gradi. Marciano, in collegamento remoto da Torino, aveva detto inizialmente che non avrebbe votato la delibera se non fossero state accolte alcune sue richieste,sulla falsariga della famigerata “Carta dei servizi” targata Forza Italia. Marciano, in più, chiedeva che un mandato fosse conferito al consiglio comunale a dialogare con Asl e Regione piuttosto che al sindaco di Formia. Si trattava di una richiesta patrocinata anche dai consiglieri della Lega, di Fratelli d’Italia e dell’Udc che ha richiesto una sospensione dei lavori dei consiliari e la convocazione della conferenza dei capigruppo per cercare di elaborare un documento congiunto. Quello che sarebbe avvenuto lo ricostruiscono in un documento congiunto i consiglieri Antonio Di Rocco,Nicola Riccardelli, Erasmo Picano e Pasquale Cardillo Cupo secondo i quali c’è una precisa responsabilità politica se la delibera sul futuro del “Dono Svizzero” non sia approvata all’unanimità. Va attribuita solo ed esclusivamente al sindaco Paola Villa. Le accuse che le vengono mosse sono davvero gravi: “Non ci sono più le condizioni per dare mandati politici in bianco ad un sindaco inconcludente, arrogante, incapace di ascoltare ma capace soltanto di offende platealmente, insultandoli, consiglieri comunali che nell’esercizio del proprio ruolo ed in pieno svolgimento del Consiglio Comunale chiedono di conoscere i risultati (dopo 2 anni di Governo cittadino) sulla dispersione idrica. La risposta era semplice Sindaco non c’è nessun risultato. Esattamente come non c’è stato nessun risultato sul punto all’odg del Consiglio di mercoledì dove si votava una mozione sul tema sanità. Oltre all’assenza annunciata del Direttore Generale in Consiglio (già questa la dice lunga) non si è infatti riusciti ad arrivare per la priva volta in un consiglio comunale così importante a votare un ordine del giorno all’unanimità. Eppure con la sospensione del Consiglio per un’ora e grazie alla mediazione del presidente del Consiglio Pasquale Di Gabriele si era arrivati ad una conclusione che avrebbe portato all’unanimità dei voti. Invece, a causa di un’irruzione del Sindaco nel sala dei Capigruppo che urlando testualmente diceva ”se togliete la frase di – dare mandato al Sindaco – io non ci sto e non la voto”, è saltato tutto”.
La ricostruzione dei fatti che fanno i consiglieri della Lega, di Fratelli d’Italia e dell’Udc è inverosimile ma, a quanto pare, vera: “Il sindaco Villa ha fatto anche peggio quando, sempre urlando al presidente del consiglio “Pasqua’ smettila di perdere tempo con questi”. I capigruppo stavano trovando una soluzione politica per votare all’unanimità un documento sulla sanità e non far uscire spaccato il Consiglio su un tema così importante e delicato per il nostro comprensorio è una perdita di tempo per il nostro Sindaco. Allora se un Sindaco, che per ovvi motivi ha già pieno mandato di rappresentare il nostro Ente su tutti i tavoli, non riesce a trovare una quadra all’interno del proprio Consiglio Comunale, offende l’Asl con frasi come buchi neri, attacca Acqualatina ma non dà risposte sui risultati ottenuti sulle dispersioni idriche (dopo 2 anni di mandato e siamo ancora in trepida attesa di votare la delibera che ci fa uscire da Acqualatina) non capisce che deve cambiare atteggiamento. Ci sta condannando ad una lunga agonia ed ad un conseguente isolamento politico. Altro che politiche comprensoriali…”
I consiglieri Di Rocco, Riccardelli, Cardillo Cupo e Picano hanno voluto ricordare che “con grande senso di responsabilità avevamo già dato ampio mandato al sindaco votando delle mozioni per evitare di perdere il Distretto sociosanitario e un’altra sulla acquacoltura. Sappiamo bene com’è finita in entrambi i casi. Non ricordiamo a memoria così tante sconfitte politiche in poco tempo… L’ultimo esempio solo in ordine cronologico è la presentazione dello studio di fattibilità sull’ospedale del Golfo avvenuto giovedì e abbiamo appreso con grande piacere ma che fino alla sera precedente nessun membro di maggioranza conosceva neanche il sindaco tant’è vero che lo abbiamo appreso da un consigliere regionale collegato da Roma. Eppure il nuovo ospedale ricade sul territorio formiano, se non riuscirà a farsi sfuggire anche questo…”.
Da queste considerazioni la decisione di votare contro un ordine del giorno “che servirà comunque a ben poco visto il dispositivo finale e soprattutto l’ampio mandato politico ricevuto dal Sindaco che fino ad oggi, almeno per noi, è stato totalmente disatteso alla luce dei “non risultati” ottenuti in tutti i campi!” Marciano,del Pd, nonostante le sue iniziali prescrizioni, ha votato a favore della delibera insieme alla maggioranza e a Forza Italia: “Quelle più significative alla fine sono state accolte. Inoltre, non potevo votare contro un odg che riconosce priorità all’ospedale del Golfo, alla vertenza lavoratori del Dono Svizzero e di potenziare il più possibile l’attività dell’emodinamica che dal 1 giugno opererà 12 ore al giorno. Questo non vuol dire che due elementi imbarazzanti della maggioranza e della Sindaca in particolare siano emersi con forza. Il primo è che sono legati mani e piedi all’imprenditore della sanità privata Maurizio Costa al punto da non accettare il mio punto su “sanità pubblica first”. Di fronte ad una mediazione come la mia, che avrebbe visto condivisione con tutte le forze politiche, la maggioranza ha preferito mediare solo con Forza Italia, peraltro inserendo nella delibera una genuflessione ai discorsi del sindaco Cosmo Mitrano (arrivando a sostenere la sottoscrizione di finanziamenti a favore del centro diagnostico progettato all’interno dell’ospedale di Gaeta) e del consigliere regionale di Forza Italia Simeone”.
Il secondo vero argomento di questa movimentata maratona consiliare è stato l’ennesimo no alla ventilata e temuta ipotesi di Acqualatina di installare nel mare di Molo Vespucci di Formia i dissalatori qualora dovesse verificarsi un’altra emergenza idrica come quella drammatica del 2017. La mozione è stata approvata da pochi intimi, dalla sola maggioranza civica e dal capogruppo Dem Claudio Marciano. Mentre i tre consiglieri comunali di Forza Italia si erano improvvisamente e furbescamente mimetizzati al punto da insinuare una loro ricerca degna della trasmissione “Chi l’ha visto?”, hanno abbandonato per protesta gli esponenti della Lega, di Fdi e dell’Udc dopo che il capogruppo di quest’ultima forza politica Erasmo Picano era risultato il destinatario di un gratuito “pagliaccio” dai nervosi banchi della Giunta alla quale aveva chiesto di relazionare sui risultati ottenuti in tema di ricerca e di rilevazione delle perdite idriche negli ultimi due anni. La delibera bis contro i dissalatori è passata sempre grazie ai voti della maggioranza e del capogruppo del Pd Marciano: dà mandato sempre al sindaco di impugnare al Tar un eventuale provvedimento autorizzativo da parte dell’Ato 4 e di promuovere davanti il Tribunale di Cassino un’ispezione amministrativa,di concerto con altri comuni del comprensorio, sul complessivo e recente operato dell’ente gestore.