FORMIA – “Approssimazione e superficialità”. Con questo pesante atto d’accusa Giovanni Costa, eletto quasi due anni fa nella lista “Formia città in comune” e poi confluito dopo un anno nella lista “Un’altra città”, non è più un consigliere comunale della maggioranza che sostiene il sindaco Paola Villa. La sua dichiarazione di “indipendenza” l’ha esplicitata in una breve ma significativa lettera protocollata questa mattina (sabato 23 maggio) in Comune.
Questa volta la stampa è giunta seconda… perché Costa, prima che la sua nota finisse sulla scrivania del primo cittadino, ha alzato il telefono e ha palesato le “ragioni politiche” di un gesto che potrebbe provocare l’effetto domino all’interno di una maggioranza vittima di mugugni interni e alle prese con forze centripete che appaiono essere incontrollabili in considerazione di un inesistente coordinamento politico. Giovanni Costa la sua scelta, prevedibile da mesi, l’ha metabolizzata passeggiando sulla spiaggia di Santo Janni. L’ha fatto collegandosi con una video chiamata con un “gruppo di amici che mi è sempre stato vicino”, in testa al quale non poteva non esserci un suo fraterno amico, il dimissionario assessore alle Politiche sociali del comune Giovanni D’Angiò.
“Ma perché la mia dichiarazione d’indipendenza è una notizia? – ha ironizzato Costa – Pensavo che mi stessi chiamando per avere un commento sul decennale del ‘triplete’ dell’Inter”. A queste battute è ricorso il nerozzurro Costa per annacquare una legittima tensione perché il suo abbandono dalla maggioranza potrebbe essere emulato da altri consiglieri ‘civici’”. “E’ un anno che in silenzio sto predicando nel deserto – ha dichiarato Costa – Ho ricordato più volte alla mia ex maggioranza di aver avuto un mandato a governare una città difficile ma bellissima che resta Formia. Sinora si è fatto tutt’altro e quando c’è stata un’azione di governo è stata caratterizzata da tanta superficialità e approssimazione che personalmente non sono riuscito più a tollerare. Io non vado via, non fuggo. I problemi, tanti,che avevamo e abbiamo di fronte si possono affrontare e risolvere anche in tutt’altra posizione nell’aula consiliare”.
Parole pesanti come un macigno che si affiancano ad una “necessità di far rispettare, a questo punto, una mia dignità”. Che Costa fosse sul punto di effettuare un mini trasloco, la conferma era arrivata dal consiglio comunale sul futuro dell’Ospedale “Dono Svizzero” e sulla temuta installazione dei dissalatori nel mare di Molo Vespucci in caso di una nuova emergenza idrica. Lui non era presente fisicamente né in aula e tanto meno, collegamento in remoto, davanti un computer nel suo ufficio di consulente del lavoro. Ma in questa scelta c’entra anche la decisione del sindaco Villa di affidare, sembra in maniera unilaterale, la delega alle Politiche sociali (ricoperta dall’ottimo assessore D’Angiò) alla fedelissima vice sindaco e assessore alla cultura Carmina Trillino? La risposta di Costa ha c’entrato il problema affrontato nella prima considerazione: “Innanzitutto lascio un gruppo consiliare e la lista in cui sono stato eletto (Formia città in comune) di persone eccezionali e perbene con cui mi sono trovato alla perfezione. Il problema è un altro, è di approccio e di gestione ai problemi. Questa città, prima e dopo l’emergenza Covid 19, ha bisogno di una gestione di governo sia la più collegiale possibile. In assenza di mancate risposte, l’elettorato, che ci ha sostenuto, ha cominciato a farmi qualche domanda. E, credimi, mi sono trovato più di qualche volta in situazione di difficoltà. L’assessorato a Carmina? E’ un falso problema che, voi giornalisti, potreste anche legittimamente amplificare. Ma non è così anche, ricordo, che l’assessore D’Angiò è andato via autonomamente senza che nessuno glielo chiedesse. Quindi…”
Com’è arrivato Costa a questa dichiarazione di indipendenza? Innanzitutto al termine di un oscuro lavorio politico di un certo Sandro Bartolomeo, il quattro volte sindaco di Formia. I due, anche per ragioni (banalmente ) previdenziali, da tempo erano in contatto superando quelle incomprensioni, di natura personale e politica, che nella primavera 2017 erano culminati con l’abbandono di Giovanni Costa dalla quarta Giunta Bartolomeo in cui era assessore alle Attività Produttive. Da quel momento Costa ha seguito altre strade e, pur essendo stato (o lo è ancora?) un iscritto al Partito Democratico, ha deciso di candidarsi nello schieramento civico del neosindaco Villa rappresentando una sorta di “ala sinistra” insieme a Gerardo Forte, eletto quest’ultimo nella lista numericamente più consistente della maggioranza consiliare, “Un’altra città”. E – ironia della sorte – sarebbe stato in questi giorni proprio Forte ad aver esternato la sua volontà a “valutare tante cose”.
Ma i problemi, come gli esami, non sono finiti qui per il sindaco di Formia. Gli assessori espressione della lista di maggioranza “Ripartiamo con voi”, il delegato alle Opere pubbliche Lino Forte (fratello minore di Gerardo) e la responsabile alle politiche giovanili e sport Alessandro Lardo hanno disertato venerdì la seduta di Giunta. Qui i retroscenisti nel palazzo si sono differenziati: se per alcuni Forte e Lardo hanno dato forfait su espressa indicazione dell’imprenditore della sanità privata Maurizio Costa, per altri si sono tenuti lontano dal Comune perché, se avesse partecipato ai lavori dell’esecutivo, avrebbero rischiato “in diretta” la revoca dei rispettivi incarichi assessorili da parte del sindaco Paola Villa.
Che ci sia bisogno di un’urgente roadmap, lo ha capito il primo cittadino che ha sollecito un doveroso chiarimento interno. Non avverrà non prima di lunedì quando una verifica interna l’effettuerà il gruppo consiliare che ha indicato gli assessori Forte e Lardo. “Ripartiamo insieme” potrebbe emulare il consigliere Costa, Giovanni per intenderci? Anche qui le vedute sono due. Se la consigliera Ida Brongo è da tempo propensa a sostenere dall’esterno la maggioranza ma fuoriuscendo dalla Giunta, i colleghi di gruppo Dario Colella e il presidente della commissione urbanistica Lino Martellucci erano per continuare ad offrire uno spirito di “lealtà e collaborazione” alla maggioranza di governo. Si tratta di equilibri sottilissimi che dovranno fare i conti con le attività lavorative che, direttamente o un po’ meno, sono legate alla clinica “Casa del Sole” del dottor Maurizio Costa. Ma perché i rapporti tra la sua lista ed il sindaco Villa sono arrivati ad un punto di quasi non ritorno? Il motivo è antico quanto il mondo: l’assessore Lino Forte (e a insieme a lui il bravo dirigente Antonio Fracassa) non avrebbe più tollerato presunte invasioni di campo da altre articolazioni della sua amministrazione e maggioranza nel momento in cui le minoranze Lega-Udc e Fdi (ma non solita Forza Italia) hanno chiesto un consiglio comunale per il 27 maggio per “capire un po’ meglio” sulla gestione degli incarichi professionali e sulle “solite ditte” su cui fa affidamento da un po’ l’amministrazione comunale di Formia.
Insomma, tanta carne a cuocere nella fase in cui la maggioranza politica del Comune, dopo il forfait di Costa, potrebbe cambiare leggermente. Un mutuo soccorso potrebbe eventualmente arrivare dal capogruppo di “Formia con te” Gianfranco Conte? Se così, sarebbe un dietrofront di impostazione che a quel punto l’elettorato potrebbe non perdonare più. E l’interista Giovanni Costa non avrebbe alcuna colpa. Anzi…