GAETA – Gaeta e la sua rinomata cantieristica si riappropriano di un altro tratto del water front cittadino. Dopo il caso del sito produttivo dei falliti Cantieri Navali del Golfo, l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale ha guadagnato in questi giorni la disponibilità del capannone e dei 501 metri quadrati dell’ex concessionaria automobilistica Di Giacomo che, inizialmente di proprietà della liquidata ”Automobili Di Giacomo”, era finita nel patrimonio immobiliare della “Gaeta veicoli srl”.
E’ stata eseguita, infatti, l’ordinanza si sgombero dell’area che, occupata abusivamente sin dal lontano 1 gennaio 1992, era stata emessa dall’ex Autorità portuale ed notificata il 14 dicembre 2018. Il privato ha provato a contestarla davanti il Tar del Lazio,la cui sentenza, respingendo il ricorso degli avvocati Antonello Frasca e Lucilla De Paola, ha legittimato l’operato della filiale di Gaeta dell’ex Authority che nel frattempo davanti il Tribunale civile di Cassino ha emesso un’ingiunzione di pagamento per il pagamento di un milione 700 mila per l’indebita ed abusiva occupazione di demanio marittimo.
Il privato nella discussione del ricorso aveva provato a chiedere la violazione e la falsa applicazione il regolamento d’uso delle aree demaniali marittime nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta e di alcuni articoli del Codice della navigazione lamentando l’omesso l’invio della comunicazione di avvio del procedimento di sgombero e, quindi – a suo dire- sarebbero state violate le garanzie partecipative spettanti in generale ai soggetti destinatari di provvedimenti amministrativi. E poi l’ingiunzione di sgombero sarebbe stata adottata senza una preliminare verifica, se l’ex concessionaria della Renault di Gaeta ricadesse o meno in area demaniale marittima… Si tratta di eccezioni che il Tar del Lazio ha completamente respinto e, condannando il privato a pagare 3000 euro di spese di giudizio a favore dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale,ha disposto che la sua sentenza e gli atti di giudizio siano oggetto di verifica da parte della Procura regionale del Lazio della Corte dei conti, per l’”eventuale seguito di competenza”
Lo sgombero è stato eseguito per una ragione semplicissima: la sentenza del Tar del 4 aprile 2019,che accoglieva le eccezioni sollevate dagli avvocati Fabrizio Losco, Stefania Accardi, Gabriella Giacomantonio e Annita Fantozzi e anche dall’avvocatura dello Stato per conto dei Ministeri delle infrastrutture e trasporti e dell’Agenzia del demanio, è diventata esecutiva per il semplice fatto che non è stata più impugnata davanti il Consiglio di Stato. A partecipare a questo contenzioso è stata, forse un po’ timidamente, dal 1992 al 2003 anche la Capitaneria di Porto di Gaeta che chiedeva al privato, in qualità di ente all’epoca preposto alla giurisdizione dell’area, di versare i canoni derivanti dall’occupazione del demanio marittimo. A premere sull’acceleratore è stata, invece, nel 2011 l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale che con un semplice telegramma aveva chiesto la riconsegna dell’ex concessionaria automobilistica che, invece, ha prodotto una citazione – il ricorso è stato al centro di un procedimento promosso davanti il Tribunale di Latina (si attende solo la sentenza conclusiva) – attestante l’avvenuta sdemamializzazione del bene che, tornato nella pubblica fruibilità, può consentire ora di attuare il “piano Frattasi” per riordinare e riqualificare la rinomata cantieristica di Gaeta. Soltanto un anno la famiglia Di Giacomo l’aveva spuntata contro la casa automobilistica francese,condannata, al termine di un contenzioso durissimo,la concessionaria di via Lungomare Caboto ed altre 24 operanti in tutta Italia.
La Renault nell’ottobre 1992, avviando una riorganizzazione commerciale nella sua rete nazionale di vendita, iniziò proprio da Gaeta cessò il rapporto contrattuale, in maniera unilaterale e senza alcuna motivazione , con la concessionaria cittadina fondata nel 1948 dal compianto Paolo Di Giacomo, deceduto nel 2003 dopo essere stato travolto da un cancello carrabile. La battaglia legale iniziò presso l’aula Pretura circondariale di Gaeta e, attraverso l’avvocato Lucia Di Giacimo ed il compianto Francesco Galgano(tra i massimi esperti di sempre nel diritto commerciale italiano e continentale), fu estesa in tutta Italia raccogliendo le adesioni di molte concessionarie Renault a cui era stato revocato il mandato alla vendita dalla casa francese. I ricorrenti persero i ricorsi in primo ed in secondo grado ma la spuntarono in Cassazione che dispose un nuovo giudizio d’appello per la quantificazione dell’eventuale danno patito dai singoli concessionari. E i giudici della Corte d’Appello di Roma nel 2018 furono chiari: quei concessionari a cui fu revocato il marchio Renault andavano risarciti. Nell’elenco dei 24 concessionari italiani comparve anche quello della famiglia Di Giacomo, inseguita ora dall’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale per canoni demaniali mai versati.