Cronaca

Sequestrato e minacciato con una corda al collo, un arresto a Formia

FORMIA – Ha interessato Formia e l’intero sud pontino la delicata operazione dei Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe che, dopo tre mesi di indagini, hanno fatto piena luce su un sequestro di persona a scopo di estorsione di cui fu vittima lo scorso febbraio un uomo di 33 anni residente a Frignano,in provincia di Caserta, ma domiciliato in via della Conca a Formia e conosciuto dalle forze dell’ordine nell’ambito della lotta al contrasto contro lo spaccio di sostanze stupefacenti.

I militari del Capitano Luca Iannotti, in collaborazione con i colleghi di Formia, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Rosa Maria De Lellis e richiesta dal sostituto procuratore della Dda partenopea Giuseppe Visone, nei confronti del terzo autore del sequestro. Si tratta di Enrico De Meo, di 30 anni, anch’egli di Formia, che in concorso con Antonio ed Emanuele Tornincasa di 50 e 24 anni, rispettivamente padre e figlio, già destinatari della stessa misura detentiva, anche loro casertani d’origine ma domiciliati tra Formia e Gaeta, avrebbe dato un appuntamento alla vittima davanti ad un bar di Casal di Principe costringendola a salire su una loro autovettura.

Il terzetto effettuò una prima sosta a scopo intimidatorio a Formia presso il domicilio del 33enne per poi tornare in Campania, presso un laghetto di Castelvolturno. Sotto la minaccia di due pistole, De Meo e gli altri due complici minacciarono di morte il 33enne, gli legarono al collo una corda alla cui estremità fissarono un grosso sasso. In sintesi lo minacciarono di morte perché era debitore di circa 31 mila euro per un partita di droga acquistata nell’agro aversano e spacciata tra Formia e Gaeta.

Solo dopo aver promesso che avrebbe pagato quel debito di droga il 33enne venne liberato e diede il via alle indagini che si concretizzate prima gli arresti, in due fasi, di padre e figlio e ora di De Meo che, assistito dall’avvocato Vincenzo Macari, è stato associato nel carcere di Cassino a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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