LATINA – Snocciolando una ‘pioggia’ di numeri che hanno caratterizzato la gestione, sanitaria ed umana, dell’emergenza Covid 19 sul territorio pontino, il direttore generale dell’Asl di Latina Giorgio Casati ancora una volta è stato chiaro sul futuro del virus: una coda potrebbe esserci a giorni appena si conosceranno i risultati sui tamponi sierologici effettuati sulle persone asintomatiche tra le forze dell’ordine ed il campione sorteggiato di cittadini. In attesa, poi, del vaccino, un ritorno di fiamma del virus ci sarà senz’altro in autunno ma troverà – ha assicurato – un “sistema ragionevolmente rodato”.
Il direttore generale dell’Asl pontina era decisamente contento su come la sanità pubblica si sia approcciata e abbia gestito la pandemia dal 1 marzo a seguire. Il merito – ha detto Casati nel corso di una video conferenza stampa affiancato dal direttore sanitario aziendale Giuseppe Visconti – è stato dell’intero apparato, che ha messo in mostra “tantissima professionalità, spirito di sacrificio e abnegazione”, ma anche del territorio, dunque dei medici di famiglia, che “che ci hanno permesso di affrontare e gestire non il classico virus influenzale ma un virus oscuro e multifattoriale”. Il peggio non è passato e il manager Casati per l’autunno propone l’obbligatorietà della vaccinazione anti influenzale e lo svolgimento di test sierologici per tutti gli anziani sottolineando come questa emergenza abbia dovuto gestire tanti focolai all’interno di molte Rsa, non ultima quella “San Michele” di Aprilia che – ha detto Casati con un pizzico di ironia – che ha ‘rovinato’ i nostri numeri”.
La conferenza stampa del direttore generale si è svolta nel giorno in cui l’Asl non ha diffuso il suo bollettino quotidiano, ma nella giornata di oggi non si sono registrati casi. E’ toccato a Casati dire come dei 540 positivi presi in carico dall’Asl, 138 sono ancora tali, 372 sono guariti, 30 sono purtroppo deceduti mentre 97 sono curati a domicilio. Si aggiungono altre 37 positività di pazienti residenti fuori provincia e 5 giunti da altre regioni. Il principale cluster del contagi – come aveva immaginato l’Asl – si è confermato essere il centro capoluogo, Latina, con 113 infezioni, seguito da Fondi con una meno e da Aprilia, con 96. Dei 33 comuni pontini restano fortunatamente immacolati Campodimele, Ponza, Prossedi, Roccamassima, Roccasecca dei Volsci e Ventotene.
Le indagini statistiche dell’Asl hanno vivisezionato anche ciascuno dei cinque distretti di cui è dotata l’azienda e i numeri peggiori – e l’ha ammesso lo stesso Casati – hanno riguardato i Distreetti 1 e 4, quelli di Aprilia e di Priverno, che hanno risentito dei contagi presso la residenza sanitaria per anziani “San Michele” ed il centro dialisi: “E nonostante tutto, i nostri parametri sono in regola con quelli nazionali che parlano di un contagio ogni mille abitanti o di dieci ogni 10mila. Casati si è soffermato sugli istituti dell’ospedalizzazione e della domiciliazione dei contagi “che ci hanno garantito immediate e positive risposte sul campo”. Sinora sono stati rispettivamente 173 e 323 e le negativizzazioni dei contagi sono state “sempre superiori alla media nazionale”.La curva delle positività, poi,non poteva prescindere dall’effetto temporale.
Il picco c’è stato nella settimana tra il 23 ed il 29 marzo scorso quando i contagi furono in provincia di Latina 90 tondi tondi. La caduta della curva è terminata tra il 27 aprile ed il 3 maggio, il giorno prima della conclusione del lockdown,per stabilizzarsi nelle due settimane successiva. Un aumento c’è stato tra il 18 ed il 24 maggio e “ad influire” è stato il cluster della Rsa San Michele di Aprilia. La situazione territoriale nei singoli comuni. La peggiore resta quella di Latina dove l’ultimo contagio è stato censito solo martedì, seguita da quella di Cori e Priverno (da due giorni), Aprilia ( da tre). Se a Formia non si registrano casi da dieci giorni, a Gaeta e a Minturno da 49. L’obiettivo è raggiungere ora la quota del 75% delle persone guarite – l’Asl si attesta intorno al 67% – ma il direttore Casati si è soffermato su altri tre numeri di cui “essere fieri”: i 13.590 tamponi effettuati autonomamente dal 10 marzo dopo la collaborazione iniziale con lo “Spallanzani” di Roma, le 11.757 persone portate in isolamento fiduciario e i 20 dipendenti Asl (quattro medici, 11 infermieri, 2 tecnici Oss, altrettanti tecnici radiologi ed un centralinista) che, “accettando la sfida l’hanno quasi vinta ma infettandosi al coronavirus”.
L’Asl invoca il ritorno ad una situazione di normalità ed il direttore sanitario aziendala Visconti ha annunciato il ripristino di alcune prestazioni specialistiche da parte della stessa Asl, dell’attività chirurgica e della medicina d’urgenza all’interno dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Intanto sta iniziando la stagione turistico balneare e l’Asl non si è dichiarata preoccupata: “Nessun paura,nessun timore – ha concluso Giorgio Casati – ma tanta attenzione che abbia due elementi comuni denominatori: responsabilità e molta eduzione”.
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