VENTOTENE – Torna d’attualità, dopo lo stop imposto dal lockdown legato al Covid 19, il progetto di messa a recupero, messa in sicurezza e riqualificazione del carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano a Ventotene. Dopo aver raccolto le istanze di molte associazioni da anni impegnate nelle attività e progetti per il rilancio dello storico penitenziario, il commissario straordinario di governo Silvia Costa ha presentato il piano operativo e il cronoprogramma che dovrà caratterizzare il recupero della struttura da qui fino alla fine del 2021.
L’occasione è stata una seduta del tavolo Istituzionale Permanente del Contratto di Sviluppo S. Stefano-Ventotene cui hanno partecipato a Roma, oltre all’ex europarlamentare Pd, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Riccardo Fraccaro, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano. Se determinante è stata la firma dell’accordo tra il Mibact e la società “Invitalia” in qualità di attuatore unico del Contratto di Sviluppo, questa nuova ‘ripartenza’ consentirà di mettere in sicurezza le risorse – ben 70 milioni di euro – a disposizione del progetto.
C’era effettivamente il rischio di perdere questi fondi, un rischio che sembra tuttavia superato grazie alla ripresa delle attività e all’interlocuzione della Costa con il ministero della Coesione territoriale grazie alle quali non sarà necessario riprogrammare e, quindi, ridestinare le risorse già stanziate per il progetto di Santo Stefano.
Il sindaco dell’isola Gerardo Santomauro e l’assessore delegato al recupero del carcere che nel 1987 viene dichiarato “Bene di particolare interesse storico artistico” dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali Francesco Carta hanno condiviso la filosofia-pensiero del commissario di governo Costa secondo la quale il progetto illustrato a due ministri e al sottosegretario Fraccaro “sia orientato alla sostenibilità, in linea con le prerogative attuali dell’isola”. Soprattutto laddove la prima parte del lavori sarà orientata a quella che il commissario Costa ha definito l’”infrastrutturazione” dell’isolotto. “Santo Stefano non è mai stata abitata – ha dichiarato -, attualmente non c’è acqua, non c’è luce, non c’è approdo: ci sono una serie di difficoltà e di vincoli e gran parte dei lavori saranno per infrastrutturare l’isola”.
C’è poi bisogno di preservare il legame con Ventotene, naturalmente per valorizzarlo. Da qui la necessità che l’ex carcere e l’isola “siano un centro museale, conservino l’impronta naturalistica e ambientale, valorizzino la dimensione europea e mediterranea. Insomma un progetto integrato fra le due isole, ma aperto ad una vocazione euromediterranea, focalizzata sulle specificità storico-culturali e naturalistico-ambientali”.
La prima fase del progetto, tuttavia, non sarà solo la messa in sicurezza, ma “prevediamo che tutto il corpo del carcere sarà coinvolto, anche i torrioni dell’800 e tutti i sentieri”. Previsto anche il restauro conservativo della gendarmeria del carcere così da “consentire di avere un luogo per la direzione lavori, accoglienza visita e aree di restauro perché vorremmo laboratori didattici in loco durante i lavori”. Ripreso in mano anche il progetto dell’approdo che oggi consente l’arrivo solo con una piccola imbarcazione: “In prospettiva vogliamo approntare un progetto sostenibile per consentire un raggiungimento adeguato dell’isola”. Si sono dichiarati naturalmente soddisfatti Santomauro e Carta quando hanno conosciuto alcuni step del crono programma: a luglio la conferenza dei servizi, entro due mesi i rilievi, entro dicembre il bando per la messa in sicurezza. L’auspicio del Commissario Costa, condiviso anche dal comune di Ventotene, è che “tutte le amministrazioni accelerino i propri compiti in uno spirito di servizio e di condivisione”.
Il sindaco di Ventotene,intanto,è stato promotore di una bellissima ed innovativa istanza, il comune ottenga l’European Heritage Label, il prestigioso marchio europeo del patrimonio culturale come luogo simbolico della creazione dell’Europa attuale”. Proposta fatta sua anche dall’Onorevole Costa che nel corso del tavolo istituzionale di Roma ha anche lanciato la proposta al sindaco di Ventotene di un gemellaggio con l’isola di Lampedusa. Un’iniziativa che ha trovato l’immediata adesione del sindaco della seconda isola pontina.Ma non è tutto. Il commissario di governo nel corso del tavolo tecnico ha esternato le istanze raccolte a Ventotene da quando si è insediato in questo ruolo a febbraio. Contatti, a tal riguardo, sono stati formalizzati con l’Ispra, con il Consorzio delle università del mare e l’osservatorio a Ventotene sugli uccelli migratori inseriti in un progetto europeo.
Proprio su Ventotene e Santo Stefano passa il 75% delle rotte degli uccelli migratori che vanno in Africa. E poi l’emergenza ambientale del “Climate change” con una proposta davvero suggestiva: l’ha avanzata l’”Eunic”, l’organizzazione europea che raccoglie gli istituti culturali nazionali, per destinare 27 celle del carcere ristrutturate ai paesi membri in modo che possano raccontare lì il loro percorso verso l’Europa”. Ancora non ultimato. Purtroppo.