GAETA – Si allungano i tempi per il recupero funzionale della “La Signora del Vento”, la nave scuola e addestramento dell’istituto nautico “Giovanni Caboto” di Gaeta che, vittima di un grave incidente nella notte tra il 9 ed il 10 novembre scorsi provocato dal mare in tempesta e dal forte vento di scirocco, è stata sul punto di affondare in località Conca, ai confini con il comune di Formia, dopo aver rotto ormeggi. Se il Ministero della Pubblica Istruzione lo scorso febbraio aveva pubblicato un primo decreto che prevedeva lo stanziamento di un primo finanziamento di 850mila euro per sostenere economicamente il recupero del veliero che, secondo in Italia per grandezza solo dopo l’”Amerigo Vespucci”, il governo Conte ha dichiarato inammissibile un ordine del giorno che, nell’ambito delle nuove disposizioni formative e di ricerca a favore della scuola dopo l’emergenza Coronavirus, chiedeva di individuare i fondi necessari per il recupero della nave scuola.
A rivelarlo è stato lo stesso proponente, il presidente della commissione Finanze della Camera dei Deputati, il deputato gaetano, ex Movimento Cinque Stelle, Raffaele Trano. Il parlamentare, espulso dal movimento grillino, preannuncia battaglia perché la Marina Militare e, dunque, il Ministero della Difesa, acquisisca la “Signora del Vento”, concedendola all’Istituto “Caboto” ed agli altri istituti nautici italiani con la possibilità di svolgervi a bordo vera attività di alternanza scuola-lavoro. In alternativa si adottino altre misure utili affinché, individuate le risorse finanziarie necessarie, la Marina e il “Caboto” possano concertare le modalità di gestione della nave per consentirne l’uso a fini formativi. Si tratta anche di una battaglia contro il tempo – ammonisce Trano – in quanto il “Caboto” potrebbe rinunciare all’utilizzo del veliero per scopi didattici e formativi. I lavori di riparazione prevedono infatti una spesa di quasi due milioni di euro e a disposizione, nonostante lo stanziamento del Ministero dell’Istruzione ed il ristoro dell’assicurazione, c’è poco più della metà…
“La Signora del Vento” aveva riportato la rottura di due alberi e, finita alla deriva, si era adagiata ad una quindicina di metri di profondità in località “Conca” davanti i cantieri navali Italcraft. Il finanziamento del Ministero dell’Istruzione era stato concesso grazie alla laboriosa attività di mediazione della dirigente scolastica dell’istituto nautico “Giovanni Caboto”, la professoressa Maria Rosa Valente, che aveva cominciato a mantenere fede ad una prima promessa fatta subito l’incidente di metà novembre circa il possibile – ma non ancora certo – recupero, anche dal punto di vista didattico e formativo, del veliero, attualmente di stanza presso il porto di Civitavecchia. La concessione del finanziamento doveva servire anche per ripianare i rapporti debitori maturati dall’istituto nautico di Gaeta con i fornitori ed il personale esterno del veliero per il cui riutilizzo era stato pubblicato un bando per un raccogliere le manifestazioni di interesse dei cantieri navali disponibili ad effettuare l’atteso ripristino… Ma i fondi – stando a quanto ammesso dal presidente della commissione finanze di Montecitorio – non bastano. E lo ribadisce quando sostiene che…”L’Istituto Caboto è stato capofila, insieme ad altre scuole italiane, di un progetto di gestione di alto livello per riparare i danni e far riprendere le attività didattiche. L’ex ministro Lorenzo Fioramonti e l’attuale ministro Lucia Azzolina hanno previsto un budget di spesa che è insufficiente allo scopo. Per far rinascere questo esperimento unico in Europa servono poche centinaia di migliaia di euro”.
Da qui una promessa molto significativa: ““Sulla Signora del Vento continuo a battermi, per lei e per i ragazzi che con lei diventeranno marinai. E’una nave laboratorio unica in Europa, ed è il vanto dell’istituto nautico Caboto di Gaeta, ma anche di tutti gli istituti nautici Italiani, che crea in modo proficuo, e unico nel suo genere, l’alternanza scuola-lavoro. Una formazione di alto livello per l’attività di monitoraggio del mare. Un esempio di scuola che funziona, quella di cui abbiamo tremendamente bisogno e di cui, in una fase in cui si discute tanto di come far ripartire le nostre scuole, ancor di più.”