FORMIA – Tante omissioni e violazioni di legge hanno accompagnato lo svolgimento da parte del comune di Formia di un progetto che, innovativo per il suo contenuto, è costato caro alle casse dell’ente. Il Garante per la protezione dei dati personali, attraverso l’agenzia delle Entrate e riscossione, ha sanzionato il comune per oltre 22mila euro – oltre gli interessi di mora e ulteriori oneri per il servizio di riscossione – per le inadempienze che hanno caratterizzato, dal 2008 in poi, la realizzazione di un censimento telematico per quanto riguarda la gestione dei loculi nei tre cimiteri cittadini.
Il progetto si sarebbe dovuto concretizzare con la realizzazione di un portale web finanziato da fondi regionali ma il comune commise un grave errore secondo quanto rilevò nel 2015 il garante per la protezione dei dati personali: questa figura avrebbe dovuto ricevere per primo l’elenco dei nominativi dei defunti e questa dimenticanza ha configurato la violazione di diversi articoli, il 157 ed il 164, del Codice in materia di protezione dei dati personali. A sollevare il caso furono i familiari di un defunto che, denunciando questa violazione di legge, misero nei guai il comune. L’amministrazione avrebbe potuto correre ai ripari ma ha fatto il contrario di quello che aveva promesso: il 6 agosto 2015 l’allora dirigente del settore sostenibilità urbana ed ambientale dell’ente, Stefania Della Notte, chiese di deporre davanti il Garante, l’occasione venne concessa ma il il 4 aprile 2016 ma davanti il Garante per la protezione dei dati personali non si presentò nessuno, nè il dirigente e tantomeno un suo delegato
E così il 18 dicembre scorso l’Agenzia delle Entrate ha emesso una cartella esattoriale di oltre 22 mila euro per il cui pagamento il comune avrebbe potuto cavarsela con una sanzione di 20 mila se avesse ottemperato entro 60 giorni dalla sua emissione. Ma su questa tipica vicenda italiana e formiana è calato l’oblio sino a quando questa cartella di pagamento è finita sulla scrivania dello zelante segretario generale e responsabile dell’anti corruzione del comune Alessandro Izzi. Il parere legale dell’avvocatura comunale è stato chiaro: la sanzione non poteva essere impugnata perchè se il comune l’avesse fatto avrebbe rischiato di subire “ulteriori e ingiustificati aggravi finanziari”.
La Giunta il 5 giugno con la deliberazione numero 147 con l’unanimità dei presenti ha deciso di pagare prelevando questo importo dal fondo di riserva, dall’avanzo di amministrazione. Lo stesso esecutivo, su richiesta del segretario generale Izzi, ha approvato una delibera che, per conoscenza, sarà inviata alla Procura regionale presso la Corte dei Conti per riscontare eventuali ipotesi di danno erariale e di “complessiva condotta omissiva gestionale, protrattasi nel tempo, contrassegnata da evidenti responsabilità e superficialità, che non ha consentito di attenuare l’importo della sanzione, non provvedendo al pagamento ridotto della stessa nei termini assegnati , né ad attivare il procedimento semplificato di ‘definizione agevolata’ della sanzione medesima.
L’esecutivo – come detto – ha dato mandato al segretario generale Izzi di avviare l’iter per la segnalazione del danno erariale in esame alla Corte dei Conti ma non è mancato il classico giallo: il giorno dell’approvazione della delibera numero 147 l’avvocato Izzi (che aveva approntato materialmente la delibera) non ha presieduto la seduta di Giunta, onere in extremis toccato al suo “vice” e responsabile delll’avvocatura interna Domenico Di Russo. Uno, nessuno e… centomila…