SUD PONTINO – Sono rimasti in silenzio davanti il Gip del Tribunale di Roma Ezio Damizia – come da previsione – i primi sei dei 22 indagati arrestati mercoledì dai Carabinieri della Compagnia di Formia e del Comando Provinciale di Latina nell’ambito dell’operazione anti droga “Touch & Go”. Ad ora di pranzo erano attesi dal primo interrogatorio di garanzia presso il carcere romano di Regina Coeli, dove sono reclusi dopo che gli è stata notificata la corposa copia dell’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal sostituto procuratore della Dda capitolina Corrado Fasanelli, Domenico e Raffaele Scotto, Stefano Forte, Giovanni Nocella, Danilo Clemente e Giancarlo De Meo.
Assistiti dagli avvocati Massimo Signore, Pasquale Cardillo Cupo, Vincenzo Macari e Luca Scipione, i sei si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Rispettate le previsioni della vigilia e i sei indagati, considerati i principali responsabili di un gruppo criminale accusato aver gestito negli ultimi cinque anni a Formia e sopratutto a Scauri un collaudato sistema dedito allo spaccio di cocaina, hashish, marjuana e shaboo per conto di due clan camorristici dominanti nel quartiere napoletano di Secondigliano, i Licciardi prima e i “Sacco-Bocchetti” poi, hanno preferito mantenere le bocche ermeticamente cucite preferendo ora ricorrere al Riesame. Sarà la prima occasione per conoscere le prove acquisite dalla Dda nel corso delle indagini che, partite nell’autunno 2015, hanno conosciuto un’accelerazione nel corso del 2018.
L’intento del nutrito collegio difensivo è verificare ora la legittimità e la validità temporale dei decreti con cui sono state effettuate le intercettazioni telefoniche, ambientali e le riprese video nei riguardi delle 22 persone destinatarie delle misure restrittive, di cui una a i domiciliari. Sabato, intanto, proseguiranno gli interrogatori di garanzia. Per rogatoria toccherà al Gip del Tribunale di Velletri sentire altre tre persone arrestate: Giuseppe Leone, Diego Camerota e Marco Barattolo. Lunedì saranno interrogati gli ultimi 12 indagati attualmente in carcere e, tra questi, l’unica donna arrestata, Raffaela Parente, di 27 di Minturno, attualmente reclusa a Reggio Emilia. Era stata arrestata dai Carabinieri a Parma dove lavorava per conto di una multinazionale.