GAETA – Mattinata ad alta tensione quella di venerdì al Comune di Gaeta per la decisione del consigliere di minoranza Franco De Angelis di avere, dopo la presentazione di una velenosa interrogazione, qualche chiarimento dai vertici dell’amministrazione Mitrano circa la discussa vendita da parte del consorzio industriale del sud-pontino alla società immobiliare “Cavour srl” dell’edificio che ospitava gli uffici dell’ex scalo ferroviario e del piazzale attiguo pari a 2757 metri quadrati.
Il sindaco di Gaeta e i responsabili delle ripartizioni urbanistica e Lavori Pubblici, Stefania Della Notte e Massimo Monacelli hanno sostenuto, partecipando all’iniziale seduta commissione trasparenza, di non essere mai venuti a conoscenza, nel giugno 2018, dell’avviso di vendita del Consorzio industriale, poi ratificato con un rogito notarile lo scorso gennaio. E se il comune l’avesse saputo? Non avrebbe potuto concorrere per l’acquisto perché una legge del governo Monti lo vieta se non c’è un oggettiva esigenza pubblica. La bagarre si è spostata in commissione urbanistica dove il consigliere De Angelis, contestato finanche dai banchi di minoranza da parte l’ex sindaco Massimo Magliozzi, ha chiesto ai dirigenti Della Notte e Monacelli, all’avvocatura e alla segreteria generale di valutare sul piano tecnico amministrativo la possibilità da parte del comune di riappropriasi del piazzale dell’ex stazione in attesa che l’intera vicenda approdi in consiglio comunale tra la strenua difesa del sindaco Mitrano.
Il piazzale dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta si sta rivelando come un vaso di pandora. Se non bastava la discussa vendita all’immobiliare “Cavour srl” dell’edificio che ospitava gli uffici dell’ex scalo ferroviario che si è aggiunto un altro pesante intervento di pianificazione del Consind su un’altra porzione del piazzale dell’ex stazione. Anche su quest’altra sortita il Comune di Gaeta, benché non fosse proprietario dell’area, continua a professare la sua ignoranza, nel senso letterale del termine, di non sapere, di non conoscere. I fatti. Sul numero 125 della quinta seria speciale – sezione Contratti pubblici – della Gazzetta ufficiale del 23 ottobre 2019 compariva un bando di gara che, disciplinato dal comma 15 dell’articolo 183 del decreto legislativo 50 del 2016, prevedeva e prevede la “progettazione, realizzazione e gestione in concessione del parcheggio del piazzale della stazione di Gaeta”. Con quale strumento? Facile, il progetto di finanza. Con quale durata? Biblica, 45 anni. Questa decisione del consorzio industriale era stata approvata, nel silenzio più assordante, dal suo consiglio di amministrazione con la delibera numero 120 del 19 luglio di un anno fa. Naturalmente il bando ha rispettato tutte le procedure (compresi tempi di pubblicazione) sino a quando, il 4 febbraio scorso – il piazzale ed il casotto” dell’ex stazione era finiti nella proprietà della “Cavour srl” con un rogito notarile stipulato a Roma 19 giorni prima, il 15 gennaio – il progetto di finanza ha conosciuto il suo vincitore. O meglio i suoi vincitori. Si tratta di raggruppamento temporaneo di impresa formato da due società, la “Quick –No Problem Parking spa” e la “Sigea costruzioni srl”, che hanno la stesse sede legale, al civoco 28 di via Cornelia dei Gracchi a Napoli. Rispetto alla vendita della palazzina dell’ex stazione ferroviaria, il consorzio industriale è stato più generoso per le informazioni.
Il Responsabile unico del procedimento è stato il suo storico direttore tecnico, Giampaolo Scalesse, mentre si conosce anche il quantum di intervento urbanistico sul quale il comune di Gaeta è competente al 100%: 29milioni e 979mila euro. L’amministrazione Mitrano avrebbe potuto e/o dovuto esprimere un proprio parere sulla fattibilità di questo progetto di finanza? Se sì’, quando l’ha emesso? E da parte di chi? Da questo ennesimo e misterioso vaso di pandora è spuntato un altro nome, celeberrimo, che da oltre vent’anni è legato alla mobilità e alla sosta a pagamento nel sud-pontino. Specificatamente nella vicina Formia. La “Quick –No Problem Parking spa” è conosciuta per la gestione delle strisce blù in aree nevralgiche di Napoli e dell’aeroporto di Capodichino e da sempre graviterebbe attorno a Massimo Vernetti che nella seconda metà degli anni novanta era diventato l’amministratore delegato della Formia servizi spa. Fu creata dall’allora amministrazione comunale di centrosinistra per la gestione della sosta a pagamento a pagamento di strategici servizi portuali. Ma la sua gestione fu controllata dalla politica e tutti sanno il suo epilogo: è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Latina il 28 settembre di dieci anno per un buco spaventoso, oltre sei milioni di euro. L’opera principale che la realizzato, il “Multipiano di piazza Aldo Moro” aFormia è stato sequestrato e confiscato su ordine dei creditori, il principale era e resta l’impresa che l’ha costruito, la “Multipiano del Golfo Scarl” della famiglia Di Cesare. A dieci anni dal fallimento Vernetti è sotto processo davanti il Tribunale di gaeta ed il parcheggio nel cuore di Formia è desolatamente chiuso e abbandonato a se stesso. Solo un piano è aperto, è quello “zero” (acquistato dopo una regolare asta da una società privata guidata da Pierantonio Palluzzi, il presidente dei costruttori pontini), gli altri due sono off limit perché la procedura di vendita misteriosamente si è bruscamente interrotta. Vernetti è stato rinviato a giudizio perché – a dire della Procura – la sua gestione imprenditoriale è stato semplicemente “allegra”. Punto.
Quest’ulteriore iniziativa immobiliare del consorzio industriale – ma la realizzazione di un parcheggio nel cuore di Gaeta risponde alla sua vocazione Statutaria ? – avrà sicuramente un’eco nella delicata mattina di venerdì quando si svolgeranno alle 9 e alle 11 le commissioni “controllo e garanzia” prima e urbanistica (un consiglio comunale è stato calendarizzato anche per il 27 luglio) dopo le rivelazioni shock del consigliere Franco De Angelis sulla vendita di parte del piazzale dell’ex stazione alla società immobiliare “Cavour srl” . E’ possibile che il sindaco Cosmo Mitrano non sapesse nulla? E’ possibile che abbia avallato una vendita da parte del consorzio industriale avvenuta “con un prezzo ridicolo”? Questi interrogativi li avanza il consigliere comunale di minoranza di “Una nuova stagione” Emiliano Scinicariello che, chiedendo le dimissioni del presidente del Consind Salvatore Forte (“è lì da troppo tempo”), attacca frontalmente anche il sindaco di Gaeta Mitrano in ordine alle dichiarazioni rilasciate al nostro portale quando affermava che ‘il comune di Gaeta questa operazione immobiliare l’ha dovuta solo subire’, giudicandola ‘un atto di grave scorrettezza istituzionale’”. Scinicariello va oltre. Ricorda che solo qualche mese fa il Consind si era “distratto” su un’asta con cui l’Eni metteva in vendita un importante terreno in area retroportuale, ricadente in zona Consortile, e “grazie alla richiesta del sottoscritto e di altri colleghi Consiglieri fu convocato un Consiglio Comunale alla presenza proprio del Presidente del Consind per chiarire la cosa. Oggi questo ulteriore schiaffo alla città. Dato che non mi entusiasmano i processi alle intenzioni, e non ho motivo di non credere a quanto affermato dal Sindaco, penso che sia giusto chiedere con forza le dimissioni immediate del Presidente del Consind. E a tutela degli interessi della Città di Gaeta le dovrebbe chiedere anche lo stesso Sindaco Mitrano. Peraltro sono discutibili anche le ragioni dell’esistenza stessa di un simile Consorzio, perché il Consind appare da tempo un costosissimo progettificio, adesso anche “agenzia immobiliare”, piuttosto che un volano di sviluppo industriale, economico ed occupazionale del territorio.
Quando il Sindaco dice, sempre secondo quanto affermato sulla stampa locale che “il piazzale dell’ex stazione ferroviaria è parte integrante di due progetti di sviluppo economico: la riattivazione dell’ultimo tratto della ferrovia per Gaeta ed il recupero urbanistico e funzionale dell’ex ex vetreria Avir”, dice che su un’area così strategica si stanno investendo soldi pubblici, comunali per quanto attiene all’area ex Avir, e regionali per quanto riguarda la riattivazione della Littorina”. Scinicariello è politicamente vicino al Pd, pur non aderendovi, e chiama in causa la Regione Lazio: “Per questo motivo, lo stesso Presidente Nicola Zingaretti dovrebbe intervenire a tutela della bontà dell’intervento finanziario della sua Giunta Regionale, e dare un segnale forte di distanza da questo atto di grave scorrettezza, sollevando dall’incarico con immediatezza il Presidente Forte”.