MINTURNO – Una condanna e due assoluzioni. E’ il bilancio dell’esito conclusivo del processo che davanti alla sesta sezione del Tribunale di Napoli (presidente Angela Paolelli, giudici a latere Marzia Castaldi e Federico Somma) ha visto comparire tre giovani di Minturno imputati per spaccio di sostanze stupefacenti. Massimo Bergantino, di 46 anni, e i fratelli Giuseppe e Manuel Morlando, di 38 e 26 anni, finirono nei guai nel marzo 2014 quando i Carabinieri, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sgominarono un’organizzazione composta da 16 persone accusate tra il novembre 2012 e i primi mesi del 2014 di aver acquistato all’ingrosso quantitativi di droga dal clan “Amato-Pagano” che, egemone a Melito, Marano e Casalnuovo, vantava stretti rapporti con gli “scissionisti”.
La tesi dell’accusa veniva completata da un secondo capo d’imputazione: la droga acquistata a Napoli veniva spacciata nei luoghi di residenza dei sedici indagati. Ma questa versione non ha retto davanti la sesta sezione del Tribunale: Bergantino (difeso dall’avvocato Massimo Signore) e Manuel Morlando (assistito dall’avvocato Andrea Gentile) sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Il loro collegio difensivo ha dimostrato l’assoluta carenza di prove contro i due assistiti che, non essendo stati interessati da provvedimenti cautelari o di altra natura, non hanno subito mai il sequestro di alcuna dose di droga. Il solo Giuseppe Morlando è stato condannato ad otto mesi di reclusione, pena sospesa, provvedimento nei confronti del quale la sua difesa, appena saranno rese noto le motivazioni della sentenza di condanna, ha preannunciato ricorso in appello.