ITRI – L’accusa è grave: l’associazione che per conto del Comune di Itri si occupa del servizio di randagismo rischia di vedersi revocato l’appalto aggiudicato soltanto il 10 marzo scorso. Il motivo? Non sta rispettando l’articolo 5 del capitolato di gara laddove la società affidataria del servizio deve promuovere l’adozione degli stessi cani ospite del canile gestito dalla cooperativa Arteinsieme”. Lo si evince da diffida legale che il comandante della Polizia Locale e Responsabile del Servizio Randagismo del Comune di Itri, Pasquale Pugliese, ha inoltrato alla presidente Patrizia Marciano, alla Regione, al servizio randagismo dell’Asl, ad alcune associazioni del settore operanti sul territorio e al sindaco di Itri Antonio Fargiorgio.
Il comandante Pugliese si fa portavoce delle segnalazioni di alcuni associazione di volontariato che hanno addirittura denunciato una serie di “motivi ostativi” all’adozione dei cani di proprietà dell’ente, da parte del canile Arteinsieme in contrada “Scerpano”. Ricorda pure il contenuto della delibera della Giunta regionale numero 43 del 29 gennaio 2010 che ha stabilito come spetti ai “comuni in collaborazione con le associazioni di volontariato animalista e per la protezione degli animali l’attivazione di azioni adeguate per favorire l’adozione dei cani presenti nei canili rifugio…”.
Questo obbligo la cooperativa “Arteinsieme” non lo starebbe svolgendo. Soprattutto per quanto riguarda il rispetto dell’articolo 5 del capitale sociale d’appalto per l’affidamento del servizio di ricovero e mantenimento dei cani vaganti e randagi del Comune di Itri e della gestione di tutti gli adempimenti previsti per cani e gatti. Il comandante Pugliese considera la cooperativa “Artensieme” inadempiente rispetto al contenuto della delibera di Giunta Regionale del Lazio numero 43/2010 che stabilisce: “L’appaltatore dovrà incentivare l’affido dei randagi catturati sul territorio comunale al fine di avere un numero minore di cani ospiti nel canile ed a tal fine si impegna a promuovere l’affidamento degli animali con iniziative di sensibilizzazione rivolte alla popolazione, tramite una campagna promozionale di concerto con l’Asl di competenza ed il Comune, avvalendosi dei relativi mezzi di informazione”. Quando la rappresentante legale della cooperativa Arteinsieme Patrizia Marciano ha appreso dell’esistenza della diffida dalla stampa primancora che aprisse la posta elettronica certificata della società ha fatto fatica a gestire la sua rabbia nei confronti del comune dopo che le intimato ad adempiere “ad horas”. Una sorta di ultimatum che ha motivato la Marciano a valutare,con i suoi legali, di non sottoscrivere più il contratto dopo essersi aggiudicato l’appalto lo scorso marzo alla luce della volontà del comune di Itri di essere messo a conoscenza della scheda di affido dei cani che dovrà essere tempestivamente inviata a mezzo Pec al settore della Polizia locale e di valutare l’ipotesi di “intraprendere ogni tipo di azione penale, civile e amministrativa per eventuali danni arrecati.
“Ci sono arrivate diverse segnalazioni di alcune associazioni animaliste – ha dichiarato il Comandante Pugliese – che segnalavano che il gestore del canile non favorisse l’adozione dei cani di proprietà dell’ente. Una cosa gravissima e intollerabile che se si ripeterà non esiterò ad intraprendere ogni tipo di azione a tutela dell’ente”. “La situazione prospettata dal comandante Pugliese è inverosimile – ha commentato Patrizia Marciano – Innanzitutto perché svolgiamo un servizio da tutti apprezzato sul territorio con un costo irrisorio garantito dal Comune di Itri (2,60 euro è la retta quotidiana per ogni cane randagio nostro ospite) rispetto a quelli sostenuti da altri comuni con cui collaboriamo. Il Comandante Pugliese forse non sa che da anni diamo in adozione più cani rispetto a quelli che arrivano e ci danno in custodia. Se poi lo stesso cagnolino ci viene chiesto da più di un’associazione animalista ci dica lui come fare. Attendiamo”.