SUD PONTINO – Aveva interessato anche Formia e Minturno l’operazione “Fake Credits” del comando provinciale di Catania della Guardia di Finanza che aveva eseguito complessivamente 24 misure cautelari – 21 ai domiciliari e tre in carcere – con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale per ottenere indebite compensazioni sul’Iva. Il Gip del capoluogo etneo aveva emesso due ordinanze ai domiciliari nei confronti di Sebastiano Di Meo e di Piero Guardabascio, di 56 e 59 anni che, originari rispettivamente dei due centri del Golfo, avrebbero fatto parte di un gruppo di persone considerate i certificatori di crediti che la Procura di Catania ritiene inesistenti.
Per Di Meo e Guardabascio, rispettivamente rappresentante legale e amministratore della “Di Meo srl” di Napoli e de “Il Garofalo” di Roma, la detenzione domiciliare è durata pochi giorni: i due imprenditori, dopo essersi avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip del Tribunale di Catania, hanno, attraverso l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, evidenziato la loro estraneità rispetto alle accuse loro formulate rappresentando, invece, di essere stati vittime di abusiva acquisizione dei loro dati personali, fiscali e societari. Hanno anche aggiunto di non aver sottoscritto nulla ed essendo estranei al contesto associativo radicato nel Catanese. Il Gip, preso atto delle istanze difensive dell’Avvocato Cardillo Cupo, ha deciso di revocare la misura cautelare per il venire meno dei gravi indizi di colpevolezza e ordinava l’immediata remissione in libertà degli indagati.