SUD PONTINO – La provincia di Latina continua ad essere un territorio colabrodo per quanto riguarda le perdite lungo la rete idrica. Questa impietosa fotografia è stata scattata dall’Osservatorio “prezzi e tariffe” di Cittadinanzattiva” realizzato nell’ambito che, finanziato dal Ministero per lo sviluppo economico, s’intitola “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”. Soprattutto nel sud pontino la gestione del servizio idrico fa acqua da tutte, si perde il 71% dell’acqua immessa nella rete contro una media nazionale, già drammatica, del 37%. Questo osservatorio di Cittadinanzattiva ha utilizzato i dati dell’ultimo rapporto informativo di Acqualatina che parlano chiaro: su oltre 125mila metri cubi di acqua potabile immessa in un anno, 36mila sono stati fatturati e 89mila dispersi.
Per il recupero delle dispersioni idriche il piano di investimenti dell’Ato 4 oggi prevede 115 milioni di euro di cui 45 milioni già realizzati. Secondo Acqualatina però sarebbero necessari ulteriori 140 milioni di euro per l’adeguamento agli standard dettati dall’Autorità nazionale dell’energia e dell’acqua, l’Arera. Per l’ente gestore il risanamento delle reti idriche è una priorità ma le risorse economiche disponibili – come detto – non bastano. Servono investimenti complementari, come il potenziamento delle fonti esistenti, la ricerca di nuove e la realizzazione di interconnessioni di reti diverse, in grado di contribuire con portate significative in tempi relativamente contenuti”. Se per Acqualatina il risanamento delle reti “è da sempre una priorità nell’Ato4″, ancor di più importante dopo le siccità che hanno colpito il territorio nelle estati del 2016 e 2017, non è dello stesso avviso il sindaco di Formia Paola Villa che accusa Acqualatina di investire in campi pozzi, in nuove tubature “ma non nella rete perché non gli conviene”. All’ente gestore – osserva il sindaco di Formia – “conviene captare nuovi fonti idriche e far sì che nella rete entri più acqua possibile per coprire, aumentando i metri cubi di acqua, le dispersioni”.
In questa vicenda, però, la parte pubblica ha le sue responsabilità. L’assemblea dei sindaci, ha spiegato la Villa, “è un organo politico ma il Cda di Acqualatina dovrebbe essere un organo tecnico ed invece è diventato un modo per fare clientele politiche. Quando si confonde l’interesse pubblico con l’interesse tecnico allora hai vanificato l’Ato”.
Nel dibattito è intervenuto anche il dirigente locale di Liberi ed uguali/Articolo Uno, Beniamino Gallinaro: “Acqualatina gestisce il sistema idrico dal 2002, siamo nel 2020; sono passati 18 anni e, guardando tutti i rapporti, la percentuale di perdite è rimasta sempre uguale se non addirittura peggiorata; questo vuol dire o che hai investito male o che hai lavorato male perché non hai recuperato proprio un bel niente”. Gallinaro ha chiamato in causa la politica del territorio: ““Ma i sindaci, che devono controllare e validare gli investimenti, fino ad oggi dove sono stati?” conclude Beniamino Gallinaro che denuncia: “in questi 18 anni c’è stata un’assenza totale della politica; a parte qualcuno che si è sempre distinto ma che da solo poteva fare ben poco”.