FORMIA – Nonostante siano trascorsi (il prossimo settembre) dieci anni dalla sentenza del Tribunale di Latina, il fallimento della Formia Servizi di tanto in tanto torna ad aleggiare nei nuovi provvedimenti giudiziari. L’ultimo, in ordine di tempo, è del Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce che con un’ordinanza ad hoc ha disposto l’archiviazione del procedimento penale in cui erano potenziali indagati, con le ipotesi di reato di omissione d’atti d’ufficio, l’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo e, in qualità di Responsabile unico del procedimento, l’ex dirigente della ripartizione urbanistica del comune Sisto Astarita.
Il Gip ha dichiarato in via definitiva che Bartolomeo e Astarita non sono perseguibili in relazione al contenuto di una seconda denuncia penale che il 20 febbraio 2017 l’amministratore della “Multipiano del Golfo Scarl”, Williams Di Cesare, aveva, attraverso l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, presentato alla Guardia di Finanza. Nel suo mirino finirono Bartolomeo, come sindaco all’epoca dei fatti (2015), ed il dirigente in carica della ripartizione urbanistica Astarita, accusati di non aver autorizzato il collaudo tecnico amministrativo – e non quello tradizionale – a favore del parcheggio multipiano di piazzale delle Poste, un’opera promossa dalla fallita Formia servizi spa e realizzata dalla “Multipiano del Golfo” grazie al mutuo accordato da un importante istituto di credito alla società mista pubblico -privata. Secondo le conclusioni di Di Cesare il collaudo tecnico amministrativo avrebbe dovuto effettuarlo l’ingegner Antonio Turco, lo stesso professionista di Milano che svolse quello statico tradizionale “depositando i risultati e ricevendone il pagamento”.
Il collaudo tecnico amministrativo, se fosse stato realizzato, avrebbe permesso alla società di Di Cesare di beneficiare di una liquidazione decisamente interessante, 450mila euro, piuttosto che attendere le decisioni del curatore fallimentare della Formia servizi, l’avvocato Gianmarco Navarra. In prima istanza lo stesso sostituto procuratore Alfredo Mattei il 19 settembre 2018 propose l’archiviazione a favore di Bartolomeo e Astarita contro la quale la difesa di Di Cesare propose ricorso. Dopo 15 mesi, il 21 gennaio scorso, ci fu la camera di consiglio ed il Gip Di Croce si riservò la decisione. Ora ha formalizzato definitivamente l’archiviazione del procedimento condividendo gran parte degli elementi difensivi che hanno caratterizzato le articolate memorie degli avvocati Vincenzo Macari e Luca Scipione presentate nel maggio 2019. Innanzitutto è stata definita “inammissibile” l’opposizione alla richiesta di archiviazione perchè, ai sensi dell’articolo 410 del codice di proceduta penale, il ricorso deve indicare “…a pena di inammissibilità l’oggetto dell’investigazione suppletiva e i relativi elementi di prova”. Quelli presentati da Di Cesare erano stati definiti dal Gip del Tribunale di Cassino “superflui” in un precedente ed analogo decreto di archiviazione del 2 febbraio 2017. Nella sostanza Bartolomeo, come sindaco, e Astarita in qualità di responsabile unico del procedimento non avrebbero potuto autorizzare il collaudo tecnico amministrativo del multipiano di piazzale Aldo Moro semplicemente perchè non avevano titoli: il parcheggio non è stato realizzato dal comune di Formia ma dalla Formia servizi spa che ha svolto funzioni di stazione appaltante in virtù di una storica convenzione del 25 febbraio 2000 con cui la amministrazione comunale concedeva il diritto di superfice per 44 anni . E poi l’opera non è stata mai completata.
Nonostante ciò nel dicembre 2009 venne inaugurata dall’allora e compianto sindaco e Senatore Michele Forte “senza che fosse completa dei requisiti di sicurezza – avevano scritto gli avvocati Macari e Scipione – di sicurezza e della certificazione antincendio”. Della realizzazione del parcheggio multipiano il Rup era in effetti l’allora dirigente del settorew Opere Pubbliche del Comune di Formia, Marilena Terreri e nella sua memoria al Gip Di Croce Astarita l’ha messo in evidenza affermando come Di Cesare fosse stato protagonista di uno scambio di persona. “Sono stato indicato come Rup l’8 aprile 2015 con la delibera di Giunta Municipale numero 64 solo per la “realizzazione delle opere impiantistiche per il ripristino funzionale e per le sistemazioni varie del parcheggio Aldo Moro”. Ossia per mettere a norma ciò che era stato inaugurato anni prima, pur in difetto delle necessarie condizioni di sicurezza”. Ma chi avrebbe dovuto autorizzare il collaudo tecnico amministrativo (Astarita si prodigò non poco per ricostruire quanto c’era nel cantiere aperto dalla “Multipiano del Golfo Scarl”)? Non certamente il comune ma “inequivocabilmente” la stazione appaltante, la Formia servizi spa che, essendo stata dichiarata fallita, non avrebbe potuto assolvere a questo adempimento. In alternativa solo ed esclusivamente il curatore fallimentare Gianmarco Navarra . La ragione è un segmento di questo faticoso labirinto tecnico-amministrativo e giudiziatìrio. E’ rappresentata dalla sentenza numero 3631 del Consiglio di Stato che nel luglio 2015 annullava il provvedimento del Tar di acquisizione al patrimonio comunale del multipiano riconducendolo alla esclusiva disponibilità della curatela fallimentare nominata dal Tribunale di Latina nel settembre 2010. E l’avvocato Navarra fu categorico.
Se per il consiglio di Stato il collaudo tecnico amministrativo era stato di fatto “completato”, la curatela fallimentare il 30 settembre 2017 diffidò l’allora sindaco di Formia Bartolomeo a ratificarlo ed approvarlo in via definitiva. Un invito raccolto da una determina e da una delibera di Guiunta che Di Cesare impugnò davanti il Tar. Il Gip Di Croce nell’archiviazione ha raccolto un altro elemento proposto per la loro difesa da Bartolomeo e Astarita: con la sentenza di fallimento del settembre 2010 è intervenuta di fatto la risoluzione del contratto con la società appaltatrice che ha “diritto a rivendicare soltanto il pagamento delle prestazioni relative ai lavori regolarmente eseguiti decurtato degli oneri aggiuntivi derivanti dallo scioglimento del contratto”. Il Gip Di Croce nella sua ordinanza un dubbio lo pone: “Appare assai improbabile, alla luce della complessa vicenda amministrativa della Formia servizi, che un supplemento dell’attività investigativa consentirebbe di raccogliere elementi di prova utili a dimostrare in un eventuale dibattimento (che non ci sarà, o almeno) non solo l’intenzionalità del dolo che avrebbe mosso le colpe degli incolpati – così li definisce il Gip del Tribunale di Cassino – ma ancor prima la stessa perpretazione da parte di quest’ultimi di comportamenti illegittimi”.
I commenti. Sono apparsi entrambi soddisfatti e contenti l’ex sindaco di Formia Bartolomeo ed il bravo architetto Astarita, gaetano d’adozione ma bolognese d’adozione. Bartolomeo ricorrendo all’ironia ha aggiunto: “Spero che l’attuale amministrazione mi riconosca le spese legali che ho dovuto affrontare dopo essere stato citato quale ex sindaco” alludendo alla grave decisione dell’avvocatura comunale dello scorso anno che espresse parere contrario per la copertura di una parcella professionale resasi necessaria per affrontare con successo un processo penale in cui era stato coinvolto con Gino Forte l’ex funzionario comunale del settore ambiente e ora membro della segreteria particolare del sindaco Paola Villa. Ancora più caustico è stato l’architetto Astarita: “Per questa inverosimile vicenda Kafka sarebbe morto di infarto per le tante risate che sarebbe stato costretto a fare”.