FORMIA – Non solo il caldo (sotto ogni profilo) week end di Ferragosto ha motivato il Comune ad attendere qualche giorno per assumere i primi provvedimenti a favore della sicurezza del tratto iniziale della strada regionale “213” Flacca, il cui primo viadotto sovrastante l’ex pastificio Paone e attiguo alla rotonda della caserma dei Carabinieri – all’altezza dell’incrocio tra l’Appia ed il tratto iniziale della superstrada per Cassino – non gode, purtroppo, sotto il profilo statico, di buona salute.
Dopo l’allarme lanciato dal vertice tenutosi mercoledì in Prefettura con le forze dell’ordine, il Comune di Formia ha deciso di prendere tempo e di adottare l’ordinanza sollecitata dai dirigenti prefettizi solo all’indomani del week ferragostano ma solo dopo un supplemento di una relazione già redatta e consegnata da un “pool” di consulenti di fiducia dello stesso comune.
Nello specifico un pilone lungo la carreggiata in direzione sud – dunque lato mare – necessita di inderogabili interventi di manutenzione e di solidificazione. Il problema si sta rivelando assai serio in considerazione della stagione turistica ormai al culmine e del ruolo che svolge la strada Litoranea, di proprietà comunale dopo la frettolosa cessione da parte dell’Astral, nell’attraversamento di Formia e nella gestione della mobilità provinciale, interregionale e nazionale.
La Prefettura ha sollecitato il varo di “una serie di misure precauzionali finalizzate a ridurre le continue sollecitazioni alle quale il viadotto continua ad essere sottoposto”. E le soluzioni sul tappeto sono le più disparate. La Prefettura di Latina ha proposto un restringimento della carreggiata in direzione sud – i disagi più temuti sono nella fascia pomeridiana e serale quando c’è il controesodo quotidiano del traffico balneare di ritorno dalle spiagge di Gaeta e Sperlonga e dal litorale cittadino di ponente di Vindicio – ed una riduzione del limite della velocità. Ma non si esclude, su richiesta della stessa Prefettura, di interdire il transito ai mezzi pesanti aventi un carico superiore alle 24 tonnellate. Questi provvedimenti dovranno essere richiesti ufficialmente alla Polizia Locale dal settore Opere pubbliche del comune che è in stretto collegamento con la Prefettura. Dal viadotto si stanno registrando cadute di calcinacci ed il comune sta pensando di allestire una rete per preservare la zona sottostante abitualmente utilizzata per la sosta di auto e per il transito di clienti di alcune attività imprenditoriali.
La Giunta del sindaco Paola Villa lo scorso maggio aveva annunciato che alcuni viadotti che attraversano il centro urbano e il litorale di ponente di Formia sarebbero stati interessati da interventi di “necessaria e inderogabile manutenzione”. La Giunta municipale aveva atteso l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche che, licenziato prima dalla Giunta in febbraio e poi dal Consiglio Comunale, prevede un opportuno restyling di alcuni viadotti di proprietà comunale, il cui stato di salute ha destato non poco a desiderare mettendo a repentaglio la loro sicurezza e fruibilità.
Si tratta di ponti che caratterizzano il discusso tracciato urbano della strada Litoranea o meglio il tratto iniziale della strada regionale Flacca, dalla zona antistante l’Ospedale “Dono Svizzero” sino al torrente Pontone, ai confini con il comune di Gaeta, attraversando la darsena della torre di Mola, di quella de “La Quercia”, della zona archeologica del “Muro di Nerva”, di via Tommaso Costa, di via Tonetti e di via Olivella. In questo elenco manca il cavalcavia più malconcio, Ponte Tallini, l’arcata che collega la centralissima via Vitruvio alla zona d’imbarco di Molo Azzurra e alla stessa strada Litoranea, in direzione sud. Ma una ragione c’è: il suo recupero, molto complicato sotto il profilo ingegneristico, è stato affidato ad un accademico di fama nazionale che peraltro ha più volte richiesto al Comune di provvedere per il suo risanamento statico dopo anni di incuria.
La Giunta per questi otto viadotti ha incaricato una brava professionista di Latina, l’architetto Beatrice Locci, che con il Comune di Formia vanta un’apprezzata collaborazione, per approntare un progetto comune di manutenzione. La Giunta Villa vuole fare in fretta anche perché – come aveva osservato l’assessore alle Opere Pubbliche del Comune di Formia, Pasqualino Forte – i finanziamenti ci sono, 417mila euro per l’annualità 2020 e 767mila per il triennio 2020-2022, fondi rimodulati a rimpinguati rispetto a quelli previsti per il 2019 (149mila euro) e per il triennio 2019-2021 (499mila euro). Il tecnico incaricato ha di fatto censito gli interventi di messa in sicurezza di cui necessitano queste strutture viarie per quantificare e, soprattutto, qualificare le opere da realizzare, semmai facendo ricorso a finanziamenti di provenienza regionale e governativa. L’attuale e delicata vicenda è seguita personalmente dalla dirigente Rosanna Picano che, nonostante il periodo feriale, ha accolto “con soddisfazione” la convocazione di mercoledì della Prefettura di Latina.
Un fatto è certo. Le infrastrutture viarie di Formia stanno collassando, la città, che chiede l’applicazione del piano urbano del traffico lau-tamente pagato, sta morendo nella morsa della circolazione veicolare di attraversamento. Formia ed il sud-pontino avevano riposto tanta speranza per la sua crescita e per il suo rilancio nel secondo guerra in una strada di attraversamento a monte del suo centro urbano, la famigerata e per alcuni “innominabile” Pedemontana. Una fortissima contrapposizione politica ed ideologica è stata la causa, unitamente alla concomitante cementificazione del territorio, che ha fatto abortire questo sogno. Eppure i finanziamenti da parte dei vari governi nazionale sono stati concessi ma poi revocati e, nonostante la timida apertura del cantiere, la strada Pedemontana è rimasta una chimera.
L’Anas avrebbe a disposizione ancora 70milioni di euro per la realizzazione dell’opera, risorse che però non bastano. La Regione ha previsto di potenziare la superstrada per Cassino entro il 2022 ma a Formia si continua a morire e a vivere male per il traffico e la mobilità sempre più obsoleta e carente e a rimetterci è sempre più l’economia turistica e commerciale della città. Nel corso dell’estate 2019 una bella iniziativa era partita dal basso, si era costituito il “Cisaf”, il comitato civico permanente per l’incolumità stradale degli abitanti di Formia che ha voluto coltivare i sentimenti della speranza e della fiducia nei confronti della politica e del mondo istituzionale nel corso di un affollato momento di confronto che si è svolto lo scorso autunno presso la sala Ribaud del palazzo Municipale. E nei giorni scorsi ha redatto un altro accorato documento finale con cui ha chiesto alla Politica, senza distinzioni di sorta e di colore, di individuare le soluzioni progettuali per mettere in sicurezza le principali arterie stradali e farsi carico soprattutto per finanziarle, ai diversi livelli istituzionali.