PONZA – “Il Blue Moon” di Ponza deve riaprire i battenti e le ragioni sono le più disparate. La richiesta è contenuta in un’articolata memoria che i legali della società proprietaria dello storico locale sulla banchina del porto borbonico hanno trasmesso al Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce dopo il sequestro operato dai Carabinieri in stretta collaborazione con la Guardia di Finanza. Il magistrato tra giovedì e venerdì sarà chiamato a convalidare il provvedimento di sequestro preventivo che, richiesto dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, era stato motivato dalle presunte e reiterate inosservanze del locale.
La Procura aveva condiviso le risultanze dei Carabinieri dell’isola che, al termine di accertamenti, erano arrivati ad una conclusione su tutte: il “Blue Moon”, pur essendo un ristorante all’aperto, ha offerto un intrattenimento danzante notturno in violazione della normativa anti-covid e del divieto di disturbo della quiete pubblica.
I proprietari e i gestori della struttura, Civita e Antonio Pesce, attraverso gli avvocati Vincenzo Macari e Alessandro Parisella, hanno chiesto la mancata convalida sequestro essenzialmente per tre ragioni. Innanzitutto il “Blue Moon” poteva svolgere l’attività danzante che, autorizzata dal Comune di Ponza attraverso una serie di determine e atti amministrativi, era stata avallata dalla stessa Arpa Lazio. La discoteca, poi, relativamente al rispetto del distanziamento sociale anti Covid ha formalizzato un contratto con una società di steward che dall’inizio della stagione turistica aveva promosso a cadenza quotidiana di controlli serrati finalizzate al rispetto della normativa anti coronavirus.
Il “Blue Moon” deve riaprire i battenti anche per una motivazione esclusivamente occupazionale. Al Gip Di Croce gli avvocati Macari e Parisella hanno fatto rilevare come la struttura ricettiva, nel cuore della stagione turistica, occupi ben 20 persone dotate di regolare contratto di lavoro.
I Carabinieri e la Finanza erano entrati in azione per la presunta violazione di un’ordinanza del sindaco Ferraiuolo del 26 maggio che imponeva la chiusura dei locali pubblici a mezzanotte e mezzo. Ma secondo i legali del Blue Moon quella ordinanza è stata rivista sul piano orario ma le forze dell’ordine non ne avrebbero tenuto in considerazione.