MINTURNO – Una “polpetta avvelenata” partorita in uno studio legale per colpire due persone sul piano politico, nelle fasi iniziali della campagna elettorale in vista del voto della prossima primavera, e anche professionale. Si sono definiti “molto amareggiati e delusi”, il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli e il consigliere comunale di minoranza Massimo Signore dopo la pubblicazione di uno stralcio di un’informativa, risalente al 2008, in cui la Direzione distrettuale antimafia di Roma (quella di Napoli, sotto la guida del sostituto procuratore Catello Maresca, inviò gli atti a quella della Capitale per competenza territoriale) nell’ambito dell’inchiesta “Themis” accusava Stefanelli – all’epoca non ancora consigliere comunale e tanto meno sindaco di Minturno ma assistente parlamentare uscente del Senatore Udc e poi sindaco di Formia Michele Forte – e l’avvocato Signore avrebbero acquistato per cederli a terzi dosi di cocaina.
Stefanelli e Signore, molto provati ma determinati a dimostrare che alla “distanza il tempo sarà galantuomo”, hanno voluto subito ridimensionare questa gomitata ai fianchi convocando una conferenza stampa che hanno tenuto presso lo studio dell’avvocato Signore in Piazza Rotelli a Scauri “perché, nonostante siamo due personaggi pubblici, questa vicenda ha esclusivamente aspetti personali”. Insomma il Comune di Minturno non c’entra nulla e qualcuno direbbe fortunatamente. Il primo a tenere botta alla stampa è stato il sindaco Stefanelli che ha ribadito, cadenzato le sue dichiarazioni, di essere “assolutamente estraneo a queste calunniose dichiarazioni peraltro effettuate da qualcuno attraverso il ‘sentito dire”. Nel tritacarne mediatico Stefanelli è finito perché gli sono stati accostati l’arresto per detenzione di droga lo scorso ottobre del fratello Giuseppe (fermo operato dalla Guardia di Finanza di Formia ma mai convalidato dal Gip del Tribunale di Cassino) e l’operazione recente dei Carabinieri “Touch e Go” che, coordinata dalla stessa Dda di Roma, culminò con l’emissione di 22 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di essere, tra le province di Latina, Napoli, Isernia e Caserta, componenti di un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga e armi nel sud pontino, con metodi mafiosi, per conto della camorra di Secondigliano.
“La macchina del fango si è rimessa in moto ma sono schizzi che quanto prima sporcheranno chi li ha prodotti – ha tuonato il sindaco di Minturno alludendo al fatto di aver già immaginato chi possa essere alle spalle di questa infamante e calunniosa macchinazione – Hanno coinvolto mio fratello che nell’operazione “Touch & Go” non c’entra assolutamente nulla e non c’è un rigo, dico un rigo, che lo menzionasse per una qualsiasi ragione. Tanti precedenti, molto simili, mi dicono che chi pensa di utilizzare la sua fantasia per infangare l’onorabilità mia e della famiglia ma anche l’operato della mia amministrazione ne rimarrà vittima ben presto”. Stefanelli non ha mai detto di voler adire le vie dopo aver ribadito di “essere sì deluso ma non abbattuto”. I contatti, più o meno informali, li ha avuti, anche dopo questa vicenda, con i vertici della Compagnia di Formia dai quali avrebbe ricevuto ampie rassicurazioni in base alle quale il sindaco di Minturno non sarebbe il carnefice ma una vittima di questa macchinazione sulla quale potrebbe esserci il voto amministrativo della prossima primavera.
A dargli manforte è stato lo stesso consigliere di opposizione Massimo Signore che, in base a queste dichiarazioni “relata refero”, avrebbe avuto a che fare con un giro di compravendita prima e di cessione poi di sostanze stupefacenti. Ciò in una fase – e lo ricorda il penalista di Minturno – nel maggio 2008 “portavo mio padre Vittorio tre volte la settimane all’ospedale di Aviano, in Friuli, nella lotte contro un tumore. La fonte di questa squallida macchinazione potrebbe essere duplice – ha continuato Signore trattenendo le lacrime nell’intervista video allegata – ma, confidando nell’assoluta correttezza e professionalità delle forze dell’ordine e dei Carabinieri, arrivo alla conclusione che queste carte siano uscite da qualche studio legale che, come quello del sottoscritto, assiste molti degli indagati dell’inchiesta “Themis”. Da 12 anni non c’è stata una formale conclusione delle indagini, una loro proroga o archiviazione. Ma voglio pensare anche che l’inchiesta sia in piedi. Se è così – ha aggiunto Signore – ci sarebbe stata una voluta violazione del segreto istruttorio per il quale non resterò con le mani legate. Io e Stefanelli non siamo indagati e neanche lo potremmo essere perché il reato non c’è”.
In effetti l’attività investigativa della Dda era partita nel 2005 dopo scazzottata serale, in occasione della tradizionale Festa della Birra nel Piazzale delle Sieci di Scauri, sullo sfondo della quale i Carabinieri ipotizzarono un tentativo del Clan Scotto di defenestrare un gruppo criminale locale che gestiva il controllo delle piazze locali dello spaccio. Da allora su questa vicenda è caduto l’oblio. O almeno…
INTERVISTA Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno e Avv. Massimo Signore