FORMIA – La “K City”, la società di Portici che dall’inizio dell’anno gestisce il servizio della sosta a pagamento a Formia, non avrebbe potuto chiedere alcuni specifici e “non necessari” dati personali ai cittadini che formalizzarono la domanda per ottenere l’abbonamento. Ne è convinta l’Autorità di garanzia per la protezione dei dati personali che ha promosso un’istruttoria sulle modalità che caratterizzarono la presentazione delle domanda ed il rilascio degli abbonamenti per le strisce blu da parte di cittadini, siano essi residenti o titolari di studi professionali.
Furono i richiedenti degli stessi abbonamenti a sollevare con diffide “ad hoc” il problema perché furono invitati a rilasciare dati coperti dalla privacy, per di più definiti “superflui” rispetto alle specifiche informazioni necessarie per l’acquisto dell”abbonamento. Tra questi si sollecitavano un’autocertificazione relativa alla residenza e allo stato di famiglia, un’informativa con richiesta di consenso da sottoscrivere, la fotocopia del libretto di circolazione dei veicoli interessati e del documento di identità. Inoltre, per alcune differenti tipologie di abbonamento, vennero richiesti altri documenti come il codice fiscale, copia del contratto di lavoro, copia certificato della Camera di Commercio e finanche la copia del contratto di affitto.
L’informativa è stata aperta anche per altre ragioni: questi dati, seppur considerati non strettamente necessari, non andavano richiesti, perché, già in possesso del precedente concessionario, violano il principio di minimizzazione, e non forniscono “nessuna garanzia di anonimizzazione e pseudonimizzazione delle informazioni raccolte. Molti automobilisti formiani avrebbero voluto, infine, depositare questi dubbi, circa la legittimità dell’uso dei dati, al responsabile privacy dell’azienda ma si sono resi conto che questa figura in organico non esiste…