FORMIA – Una “pioggia” di commenti, soprattutto sui social, ha accompagnato quella che può essere definita la Waterloo, la giornata più nera da quando, 27 mesi fa, Paola Villa è diventata sindaco di Formia. La scelta della lista “Ripartiamo con voi” di prendere le distanze dall’amministrazione comunale dichiarando l’indipendenza dei consiglieri comunali Ida Brongo, Lino Martellucci e Dario Colella e preannunciando la fuoriuscita – ci sarà tecnicamente venerdì – dalla Giunta di Pasqualino Forte ai Lavori Pubblici e Alessandra Lardo allo sport e politiche giovanile è stata una mazzata troppo dura da accettare. Anche se prevedibile. Sincronicamente c’è stato il distinguo anche del capogruppo di Formia Vinci, Antonio Capraro, che ha diffuso, su richiesta dei cronisti, una lettera di indipendenza che aveva protocollato il 27 agosto, il giorno in cui aveva partecipato in seconda convocazione al consiglio comunale saltato per mancanza del numero legale due giorni prima. E in aula per la maggioranza c’era il solo infermiere professionale in servizio a Bologna.
La maggioranza ora può fare affidamento solo su 11 voti, pochi per essere tranquilli. Gli abbandoni degli assessori Forte e Lardo si sono aggiunti a quelli di altri quattro ex colleghi, Ida Meglio, Giovanni D’Angiò, Fulvio Spertini, Paolo Mazza. Un record . Il sindaco ora ha due soluzioni per uscire da questa imbarazzante situazione: dare vita ad una maxi rimpasto di Giunta, magari ricostituendola ex novo, oppure chiedere, attraverso il sostegno esterno, la collaborazione, tra le file della minoranza, del gruppo di Forza Italia e dell’Onorevole Gianfranco Conte che hanno fatto sapere di non essere per niente interessati a quest’eventualità. Il Pd, attraverso il proprio capogruppo consiliare Claudio Marciano che ha rimarcato i tanti abbandoni registrati in questi due anni di mandato, sostiene che “con cinque consiglieri in meno l’attuale Amministrazione Comunale non può continuare ad operare. Non è solo una questione matematica, è proprio una questione di dignità. Progetti, decisioni, iniziative rilevanti per il futuro di Formia, non possono essere adottate in un clima del genere. Anche l’ordinaria amministrazione, perfino la singola variazione di bilancio, rischia di diventare un pantano dove ricatti, balletti e seconde convocazioni non risparmierebbero nessuno”. Marciano invita la professoressa Villa a dimettersi perche la “sua maggioranza non esiste più e questa consiliatura non ha evidentemente più alcun senso politico per Formia. Continuare, servirà solo ad alimentare il pettegolezzo, le umiliazioni e l’ego di qualche personaggio in cerca d’autore”. Se ci fosse il ricorso anticipato alle urne a Formia, se ne riparlerebbe nella primavera 2021 e secondo il capogruppo Dem questo è “un lasso di tempo abbastanza ampio per consentire la costruzione di una piattaforma politica alternativa alle destre. Abbiamo il compito, come coalizione progressista, di metterci a disposizione delle energie sociali e politiche cittadine coerenti con le nostre idee e le nostre pratiche. Di errori ne abbiamo fatti molti, ma siamo anche un bacino notevole di competenze, esperienze, buoni risultati raggiunti. Vinceremo, perderemo? Si vedrà. L’importante è avere la testa alta e le mani pulite.”
Il neo segretario del Pd Luca Magliozzi ed il presidente dell’assemblea degli iscritti Gennaro Ciaramella sostengono che il “Sindaco Villa e quello che è rimasto della sua maggioranza siano inadeguati a guidare la città in questa fase complessa. In soli due anni di amministrazione abbiamo assistito a 6 dimissioni assessorili, dettate da contrasti politici interni, frutto di una non chiara linea programmatica della maggioranza. Un finale già scritto, quello del progetto Villa, nato “contro” qualcosa e qualcuno senza idee e programmi concreti per questa città. Un’esperienza che ha fatto della demagogia e del populismo elemento di spinta in campagna elettorale per poi lasciare spazio all’improvvisazione nell’azione di governo”. I Dem sono pronti a “costruire un’alternativa seria e credibile al fine di restituire alla città quel ruolo che le è sempre stato riconosciuto, è l’obiettivo del Partito Democratico. Già dai prossimi mesi saremo al lavoro per presentare una proposta programmatica in grado di coinvolgere energie ed esperienze che già animano la nostra città”.
Enrico D’Angelis all’indomani del voto aveva proposto la realizzazione di una cabina di regia sul piano politico che coordinasse le varie ed eterogenee anime della maggioranza. Era il coordinatore politico della lista “Formia città in comune” e sotto questa veste aveva sollecito, a più riprese, lo svolgimento di necessari pit stop ma la sua voce è stata quella del classico profeta nel deserto. Ora il suo attacco alla professoressa Villa è frontale e, rivolgendosi con la seconda posizione singolare, utilizza una metafora mutuata dall’amata algebra: l’appoggio esterno equivale all’accensione di una brace e al posizionamento di graticola. “Sindaco, cosa altro ancora devi aspettare a radunare chi ti ha votato e sostenuto e che pensa ancora che il futuro non dovrebbe essere uguale al passato (io sono tra questi ma non ho più altra voglia che stare a guardare in silenzio), e non solo chi ha avuto la grazia di essere eletto, e analizzare insieme la situazione per capire cosa si deve cambiare per poter rilanciare? Cosa aspetti ancora? Fate adesso quello che non è stato fatto durante la campagna elettorale. Trovate il vocabolario comune per definire cosa vuol dire, per gli uni e per gli altri, cambiare, apportare un nuovo stile di governo, quali relazioni stabilire fra giunta, consiglio e parti politiche, come rapportarsi con le minoranze. Temi che purtroppo nella campagna elettorale abbiamo dato troppo per acquisiti. Certo che se continuate ad andare avanti come tu hai imposto di fare voi potete anche ritrovarvi uniti nel combattivo nucleo di pseudo duri e puri del 2013, ma Formia si ritroverà presto con un altro commissariamento. Mi hanno indicato la vetrina del negozio Benetton uin via Vitruvio che si trova proprio sotto la finestra del tuo ufficio. Chiude. Datti una mossa, datevi una mossa, fate politica, aprite la discussione pubblica. Il futuro lo potrete salvare solo così. Umili, seriamente ed intimamente umili, che vuol dire intimamente pronti a riconoscere errori e a cambiare, e gli assessori anche a metterti a disposizione le deleghe. Tutti! Se non ne hai voglia o non ne avete voglia, visto che sciaguratamente dal primo giorno che sei stata eletta oltre a farti prendere la mano dal “governeremo tutti” hai cominciato a dire che non ti saresti ricandidata di fatto cominciando a segare il ramo sul quale eri seduta, allora risparmiaci l’agonia e vattene. Ripartiamo insieme non ha più molta fiducia, io neanche, ma forse loro la possono ritrovare insieme a tanti votanti pentiti che mi esprimono smarrimento rispetto al chi votare alle prossime amministrative. Hic Rhodes, hic salta!”
A partecipare al dibattito è stato Giovanni Costa, l’ex assessore Dem nella quarta Giunta Bartolomeo che, eletto consigliere comunale alle amministrative, è stato il primo nei mesi a togliere il disturbo dopo l’analogo gesto dell’ottimo assessore di riferimento ai servizi sociali Giovanni D’Angiò. Costa punta il suo fucile nei confronti della lista “Ripartiamo con voi” del quasi omonimo Maurizio Costa ricordando che non è stato eletto consigliere provinciale nel 2019 solo perchè i consiglieri ora indipendenti Brongo, Colella e Martellucci scelsero di sostenere il candidato di Forza Italia di Gaeta Luigi Coscione. E Costa è durissimo quando stigmatizza “la totale inconsistenza dell’azione di questo movimento. Alla programmazione dovevano partecipare anche loro ma invece “zero”. Io ed il minuto gruppetto di cui faccio parte quando capimmo l’antifona decidemmo di presentare in maggioranza documento scritto per evidenziare un cronoprogramma da seguire. Fu fatto ad inizio 2019. Era un’idea, rivedibile nel contenuto ma da cui si doveva partire. Ripeto, scritta. A quel documento nessun riscontro, neppure dalla loro lista (ripeto lista, non dai rappresentanti). A questa totale paralisi scaturirono le dimissioni di D’Angio’ e poi la mia fuoriuscita dalla maggioranza. Se poi vogliamo parlare dello spirito di squadra basta vedere l’atteggiamento assunto da questo movimento in sede di elezioni per il consiglio provinciale – conclude Costa – anche se è stato un atteggiamento chiaro rispetto alle vigliaccate di altri. Questa dichiarazione rappresenta uno sfuggire di fronte alle proprie responsabilità in quanto secondo me per raddirizzare la baracca ci vuole poco, avendo numero e competenze. Basta la voglia di affrontare le questioni di petto”.