Politica

Formia / Crisi amministrativa, il sindaco Villa chiede responsabilità o si torna alle urne. No ipotesi allargamento della maggioranza

FORMIA – Una nuova Giunta con la partecipazione delle minoranze del centrodestra e del Pd? Non se ne parla proprio. Parola di Paola Villa. Al sindaco di Formia puoi attribuire tanti difetti e pregi ma alcuni di quest’ultimi che le vengono riconosciuti sono l’orgoglio ed il suo carattere pugnace. Nonostante l’abbandono alla moviola degli assessori di “Ripartiamo con voi” Alessandra Lardo e Pasqualino Forte e la preannunciata dichiarazione di indipendenza di questa lista – il capogruppo consiliare Dario Colella venerdì ha incontrato il sindaco Villa alla quale ha confermato l’appoggio esterno della sua componente politica alla maggioranza consiliare da cui praticamente fuoriesce – il primo cittadino è tornato ora sui suoi passi.

All’indomani della palese apertura dell’ex consigliere di maggioranza Giovanni Costa di verificare la possibilità di dar vita ad un governo di salute pubblica con tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale con l’intento di tenere più lontano lo spettro del possibile arrivo del commissario prefettizio, il sindaco Villa in alcune esternazioni televisive e radiofoniche aveva liquidato la proposta con un emblematico “Perché no?” Sono trascorsi soltanto un paio di giorni e la professoressa di scienze naturali ha cambiato idea. La sua nuova “filosofia pensiero” l’ha esternata in tre cartelle di un documento “programmatico di intenti” che, scritto di suo pugno, doveva rimanere segreto. Almeno per qualche giorno. I destinatari, o presunto tali, sono davvero in pochi, i consiglieri comunali di maggioranza invitati a partecipare a quello che è considerato un vertice chiarificatore in programma lunedì 14 settembre,alle ore 18,presso la sala Sicurezza. Il sindaco nel documento anticipa quelli che saranno i motivi del contendere: “Affronteremo tutti i temi, ma il primo, il principale è verificare appunto i numeri. Sgombro finora il campo da soluzioni politiche che non siano chiare e semplici. Sgombro finora il campo da proposte di allargamento della maggioranza”.

L’ex consigliere di maggioranza, “ora all’opposizione”, Giovani Costa aveva proposto di coinvolgere in un esecutivo straordinario anche le forrze di minoranze ma il sindaco ha detto l’ennesimo no ad una proposta-confronto perché,in questa eventualità,si tradirebbe il mandato elettorale di 27 mesi fa: “Il 24 giugno 2018 il popolo si è espresso. La coalizione era chiara così come la linea politica, che allora non prevedeva accordi con partiti”. Però non rifiuta aprioristicamente eventuali forme di “condivisione e di dialogo costruttivo” che devono essere auspicabili e necessarie “al buon governo, a patto, però, che dall’una e dall’altra parte si ravvisino comportamenti improntati alla serietà”. Alle amministrative di due anni fa il sindaco di Formia aveva firmato una piattaforma programmitca delle “piccole cose” . Ora avanza “4 punti semplici e chiari sui quali vorrei fondare l’azione amministrativa per la seconda parte del mandato”. Quali sono? Eccoli: le entrate ed il rafforzamento economico finanziario dell’Ente-, comune, il rilancio Economico ed il decoro dei luoghi, il completamento di alcuni finanziamenti e l’affidamento di alcuni lavori: il rifacimento scivoli per traghetti a Molo Vespucci e dei marciapiedi,lo sblocco dei mutui di Via delle Vigne e strada ex-Sparanise; e larogettazione e messa in opera delle rotonde temporanee (Vindicio e Largo Paone/Litoranea).

I primi dubbi li ha alimentati lo stesso sindaco con questa formula del “prendere o lasciare” anche se lascia aperta l’ipotesi all’”implementazione” di questo programma di fine mandato. Innanzitutto la maggioranza, o quel che resta, condividerà questo modo di fare? Quanti consiglieri regolarmente invitati parteciperanno a questo vertice di maggioranza? Ci saranno gli ultimi che ne sono usciti, Giovanni Costa, Antonio Caprario e i tre di “Ripariamo con voi”? Il sindaco nell’incontro di venerdì ha platealmente invitato il capogruppo Colella a partecipare per dire “a tutti gli altri cosa significhi appoggio esterno” . La maggioranza numericamente è ridotta all’osso ed il sindaco di Formia ha capito l’importanza di rafforzare ora gli ormeggi di una nave che potrebbe andare alla deriva: “Dopo poco più di due anni di lavoro, di scelte, di decisioni e anche di errori era importante ritrovare una comunione di intenti intorno a temi, obiettivi e strategie – scrive il sindaco Villa – gli ultimi accadimenti purtroppo hanno ingenerato disordine e scarsa attenzione verso i contenuti, destabilizzando un processo che doveva essere sano e attendibile”. Bisogna ora sgombrare il campo da tutte “quelle interferenze, per lo più esterne o parallele, che hanno reso il nostro governo meno pulito e lineare. Purtroppo, ed è questo il dato saliente dello stato attuale della politica in generale, si finisce con l’essere ostaggi del gossip più becero che naviga veloce attraverso la rete e gli smartphone, se non attraverso la calunnia e la maldicenza. Ognuno di voi sa esattamente a cosa mi riferisco”.

La levata di scudi della professoressa è da ultima spiaggia ed il tenore ed il contenuto del suo documento lo confermano: “Abbiamo, però, un dovere: spingerci oltre per divenire noi stessi un baluardo di serietà e responsabilità, ciò al netto di errori che qualsiasi attività umana, proprio se vuole rifarsi ad un paradigma di serietà, deve saper accettare e con i quali deve sapersi confrontare con spirito costruttivo e mai afflittivo. Sin dal primo momento in cui mi sono insediata come Sindaco, si sono usati toni che nell’esercizio della politica non fanno bene a nessuno. Questo clima di continuo scontro polemico mina la serenità stessa, con la quale dovrebbe prendere decisioni chi ha il compito ed il dovere di amministrare una città”. Bisogna assumersi nei momenti di difficoltà le proprie responsabilità – alla stessa stregua di quanto fa un allenatore di calcio quando la propria squadra non riesce più a vincere – ed il sindaco in un passaggio del suo “aut aut” applica parte di questa metafora calcistica: “Il mio grande errore è stato certamente quello di essermi lasciata prendere dalle tante emergenze che la nostra città ha vissuto in questi due anni. Ho creduto,sbagliando, che il momento per la spinta decisa verso una programmazione della città stesse sempre lì dietro l’angolo. Questa situazione forse mi ha sottratto ad un dialogo quotidiano con la città, che avrei dovuto tenere anche al di fuori della Casa Comunale. Ciò non significa che non si possa fare tesoro dei propri errori e modificare l’approccio alle questioni in modo costruttivo. Questo esercizio di autocritica può risuonare vacuo – ammette aggiungendo – se non è seguito da fatti”.

Capitolo Giunta. Paola, a tal riguardo, non scopre le sue carte: Non utilizza mai le parole ‘rimpasto o riazzeramento dell’esecutivo. Specifica solo che gli avvicendamenti “non riguarderanno solo nelle persone, ma quanto e soprattutto nelle deleghe. La città non va lasciata nell’incertezza né altro tempo può essere perso. Già messa a dura prova da una emergenza sanitaria ed una complessa emergenza economica, la città oggi merita rispetto e chiarezza. E noi abbiamo il dovere di dare sia l’una che l’altra.”. La situazione è incertissima e, nonostante l’appoggio esterno di “Ripartiamo con voi”,convocare il consiglio comunale e le stesse commissioni potrebbe apparire un gioco d’azzardo come quello della roulette russa. Da qui un primo invito bonario che viene esplicitato in questo modo: “Se tutti abbiamo la volontà di fare qualche passo indietro, se tutti abbiamo la stessa risolutezza per sgombrare il campo da quelle interferenze in premessa, se l’autocritica diventa esercizio di ognuno di noi ed ognuno di noi decide di avere quello scatto risolutivo verso una convivenza sana e costruttiva, se la capacità di non ascoltare le sirene, che giungono da chi brama di sostituire questa amministrazione, prevale in tutti e se in tutti si fa strada il coraggio dell’umiltà, allora potremmo andare avanti tutti insieme”. L’epilogo del documento,correttamente, non trascura neppure il ricorso anticipato alle urne e,ancor prima, il commissariamento, dopo soli due ani, della principale azienda del territorio, il comune di Formia: “Viceversa tutti insieme lasceremo questa esperienza e lo faremo, con chiarezza verso la città la quale merita certamente le scuse da parte mia per non essere riuscita a trasformare personalismi ed individualismi in un’azione politica seria e responsabile.”

Le minoranze di centrodestra tatticamente rimangono in religioso silenzio. Lega e Fratelli d’Italia hanno deciso di far fare,aspettando al varco Forza Italia, il cui comportamento, politico e personale dei suoi tre consiglieri, ha sfiorato il “collaborazionismo” per coltivare il “bene della città”. Fuori dal coro è il solo Partito Democratico, il cui capogruppo Claudio Marciano è un velenoso fiume in piena. Considera il documento dei quattro punti con cui sono stati convocati gli “Stati generali” in salsa formiana ….”Più che un programma politico sembra un Peg (Un piano esecutivo di gestione che ciascun dipendente comunale redige e si impegna a perseguire nel corso di un anno amministrativo, ndr). La maggior parte delle misure che intende portare avanti potrebbe tranquillamente eseguirle un Comune senza sindaco. Non è stato fatto neanche un accenno al piano regolatore, al piano urbano del traffico, alla questione allevamenti dei pesci, al rilancio del patrimonio archeologico, alla gestione delle politiche sociali. Zero. Il sindaco ritorna con la cantilena delle buche e dei lampioni, più l’attuazione di finanziamenti presi da altri su cui ha perso due anni. La verità è che questa consiliatura è finita – sentenzia il capogruppo Dem – È stata una parentesi molto negativa per la città. La Villa non ha avuto mai niente da dire, solo l’ambizione di salire sulla poltrona assieme ad una aggregazione di quinte e seste file prese da destra e sinistra, senza un briciolo di idee. Una parentesi che per la città è bene finisca presto, e che deve obbligare il centro sinistra a tornare competitivo e a rilanciare le sue idee con coraggio. Purtroppo immagino la delusione dei tanti che avevano creduto ad una possibile svolta per la città. Tanti cittadini, anche e soprattutto legati al campo progressista, che ora restano basiti di fronte ad un fallimento che nessuno, neanche noi, immaginava di queste proporzioni”. Bocche cucite,intanto, all’interno della maggioranza. O quel che resta di essa.

A pungolarla è stata un suo ex dirigente, il dimissionario coordinatore politico della lista “Formia città in comune”, Enrico D’Angelis, che lancia anch’egli un siluro terra aria nei confronti del capo dell’amministrazione formiana: “I quattro punti? Purtroppo sono una riproposizione del conosciuto cliché del sindaco. Quando è alle strette si lancia in proclami ed in impegni a cambiare, fondati però sul nulla. Perché? Non dice da nessuna parte che cosa deve cambiare e come. Per lei la crisi della sua maggioranza è un problema di elettromagnetismo. Troppe interferenze, ripete. Esterne e parallele”. Per D’Angelis,che arriva dalla tanto vituperata prima Repubblica, dal Pci e dal Pds poi, quello utilizzato dal sindaco di Formia è un “inguaggio tipicamente politichese adatto a chi proprio non riesce o non vuole capire (cosa sia peggio non so) che la sua maggioranza è di fronte ad una crisi politica che proprio la sua totale assenza di empatia ha acuito di giorno in giorno. Una maggioranza fatta a pezzi da qualche scalmanato sui social, mentre si conferma che tu puoi pensare di chiudere ogni uscio, perquisire ogni partecipante alle riunioni, in entrata ed in uscita, ma la talpa o il talpone che spifferare tutto all’esterno ci sarà sempre e non lo beccheria mai – D’Angelis allude alla circostanza che il documento scritto dal sindaco, anziché oggetto di un’analisi interna, è finito in tempi da record nella posta elettronica e sul whattsapp dei cronisti – E si limita a chiedere, ancora una volta, un atto di fiducia in lei. Niente di più. Beati quelli che ancora le credono, e secondo me, non sono neanche tanto pochi”. D’Angelis senza peli sulla lingua in un post sul suo profilo facebook ricorda alla professoressa Villa, alla quale si rivolge utizzando la seconda persona singolare – che…”Tu, cara Sindaca, sai che occorre cambiare prima che diventi necessario farlo. Nel tuo caso… Occorreva. Purtroppo per Formia”.

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