FORMIA – L’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo ha chiesto di essere ascoltato dal sostituto Procuratore Chiara D’Orefice, il magistrato della Procura di Cassino che ha firmato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari, con le ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti, falsità materiale ed ideologica, nei confronti di 17 tra imprenditori, amministratori, dirigenti, funzionari, ex ed in carica, del comune di Formia. L’obiettivo dell’ex primo cittadino, difeso dall’avvocato Luca Scipione, è chiarire la vicenda e la propria posizione processuale in ordine ad un’inchiesta che, avviata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, è proseguita poi dalla Procura della Repubblica di Cassino. Gli indagati sono accusati, per lo più, di aver pilotato l’esito di alcuni appalti pubblici nel corso tra il 2015 ed il 2017.
Nello specifico quello per il conferimento del servizio di formazione ed assistenza per l’accesso ai fondi europei, per la realizzazione degli impianti di pubblica illuminazione, per la costruzione di un parcheggio privato attraverso la falsificazione di mirati certificazione urbanistici e finanche per la realizzazione della progettazione preliminare della strada Pedemontana. La difesa dell’indagato più eccellente ricorda che le iniziali indagini della Dda partenopea, avviate per accertare l’eventuale interesse della camorra per i finanziamenti del governo per la strada Pedemontana, avevano già accertato l’insussistenza di ogni contestazione concernente fatti di criminalità organizzata e di comportamenti contigui con l’attività e gli interessi di qualsivoglia sodalizio di stampo camorristico.
Per l’avvocato Scipione è significativa, poi, la circostanza processuale in base alla quale l’indagine avviata, gestita e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sia stata trasmessa, proprio per la ritenuta inconsistenza di ipotesi riguardanti il crimine organizzato, alla Procura di Cassino unicamente per delle ipotesi di reato riguardanti quattro procedimenti amministrativi del comune di Formia risalenti agli anni 2015, 2016 e 2017. Queste ultime ipotesi di reato – secondo l’avocato Scipione, componente del collegio difensivo insieme agli avvocati Vincenzo Macari, Massimo Signore e Margherita Buffolino – “da un primo esame non appaiono aderenti alla realtà degli atti, dei verbali e delle determinazioni adottate proprio nei procedimenti amministrativi interessati.”