FORMIA – Si aggrava a Formia la situazione delle positività al Covid 19 legate al temuto cluster della pescheria “Purificato” di cui sono stati già infettati il patron, Gianni Purificato, un dipendente e cinque suoi familiari. Il sindaco Paola Villa nel tardo pomeriggio di venerdì ha reso noti i dati dei tamponi effettuati martedì presso il drive in, l’unità speciale di continuità assistenziale della Regione Lazio allestita nell’area mercato di via Olivastro Svolta. I tamponi eseguiti furono complessivamente 137 e dei 94 refertati 17 sono risultati positivi al Coronavirus: 15 sono cittadini di Formia e 2 – come ammesso dal sindaco Cosmo Mitrano – risiedono a Gaeta. Uno di questi è il titolare di una pescheria di medie dimensioni che abitualmente si rifornisce presso la struttura di proprietà della famiglia Purificato in piazza Risorgimento.
Se 74 tamponi sono stati fortunatamente negativi, tre – ha annunciato il sindaco Villa – dovranno essere ripetuti perché “non attendibili”. Crescono, intanto, la preoccupazione e l’attesa nelle due principali città del Golfo perché questo computo trasmesso al Comune da parte della Regione, che gestisce l’attività delle Uscar, è decisamente parziale: mancano ancora i risultati dei tamponi effettuati nelle giornate di mercoledì e giovedì sempre presso il piazzale antistante il commissariato di Polizia di Formia. Il comune di Formia, inoltre, ha reso noto che coloro che hanno eseguito il tampone di restare in quarantena per 14 giorni “anche se i rispettivi referti risultano negativi”. “Attendiamo nelle prossime ore – ha commentato il sindaco Villa – i risultati definitivi e di avere più informazioni sulle persone positive per poter comunicare il numero preciso di tutti coloro che appartengono alla nostra comunità. Come di consueto man mano che arrivano i referti, stiamo contattando tutte le persone risultate positive della lista dell’Asl”.
Per tutti coloro che sono in quarantena, qualora avessero qualsiasi tipo di necessità, possono scrivere per avere informazioni alla mail sindaco@comune.formia.lt.it. “Rispettando le regole riusciremo a superare insieme il momento di difficoltà” – è stato l’invito del sindaco Villa che ha chiesto ed ottenuto dall’Asl la riconferma del drive in di via Spaventola. Sarà operativo sabato pomeriggio, dalle ore 14, ma anche nelle giornate elettorali di domenica e lunedì per lo svolgimento del tampone rapido. L’accesso è spontaneo e non richiede alcuna prescrizione medica. Sinora qualche disagio e disguido si è registrato e molti cittadini. che avevano deciso di mettersi in fila. hanno lamentato qualche ritardo nel ricevere “in tempi ragionevolmente brevi” i risultati dei test cui si sono sottoposti. E chi ha potuto nella giornata di venerdì si è recato a Napoli per eseguirli a pagamento. L’Asl di Latina, intanto, ha rivolto un appello “a distribuirsi nelle tre giornate per evitare lunghe attese” e ha invitato “tutti i cittadini ad indossare le mascherine anche nelle ore diurne e rispettare rigorosamente le disposizioni in materia di prevenzione”.
Che ci sia “molta preoccupazione” per la crescita dei contagi da Covid-19 a Formia e nel resto del Golfo, relativamente ai focolai delle pescherie “Puruficato” e “Come il Mare” di Gaeta, è tornata a ribadirlo il capogruppo del Pd Claudio Marciano che in serata di rendere permanente l’attività del drive in allestito in via Spaventola. “Non solo, ma si deve attrezzare al Dono Svizzero o in collaborazione con uno dei tanti laboratori d’analisi privati del territorio la possibilità di testare in loco i tamponi”. La proposta di Marciano è piaciuta al sindaco Villa che, alla luce del crescente numero di soggetti a cui è richiesta l’ottemperanza della quarantena preventiva, in vista dell’imminente riapertura delle scuole e l’assoluta necessità di potenziare la risposta diagnostica per prevenire potenziali contagi a catena, ritiene “indispensabile l’installazione di un Drive in diagnostico presso il presidio Ospedaliero di Liegro a Gaeta o in altra sede decisa dall’Asl sul territorio Sud Pontino”. Gli spazi necessari ci sono con l’obiettivo di evitare che i soggetti interessati da una possibile infezione debbano recarsi, se non inseriti sulla piattaforma aziendale, a Latina, a 100 chilometri di distanza, “per effettuare una diagnosi o devono attendere l’arrivo degli operatori dell’Asl”.