SPERLONGA – Dovranno affrontare un processo, che prenderà il via il 27 gennaio del prossimo anno davanti il giudice monocratico del Tribunale di Latina Giovanni Valentini, le tre persone imputate per la morte di Sara Basso, la morte della 13enne originaria di Supino ma residente a Morolo annegata il 12 luglio 2018 nella piscina del “Grand Hotel Virgilio” di Sperlonga dove stava trascorrendo una breve vacanza con i suoi genitori. Lo ha deciso il Gup del Tribunale di piazza Buozzi Pierpaolo Bortone che, accogliendo la specifica richiesta del sostituto Procuratore Giuseppe Miliano, ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo Mauro Di Martino e Francesco Saverio Emini, rispettivamente di 43 e 70 anni, amministratore di fatto e amministratore legale della società proprietaria dell’albergo di Sperlonga teatro della tragedia, ed Ermanno Corpolongo, 57 anni di Itri, in qualità di costruttore della piscina.
Secondo l’accusa, formulata inizialmente dal sostituto procuratore Valerio De Luca, la 13enne sarebbe stata risucchiata dal bocchettone di aspirazione della piscina non riuscendo più a risalire a galla a causa di una forza pari a 480 chilogrammi. Inutili purtroppo risultarono i soccorsi prestati a favore della bambina che, trasportata in eliambulanza al policlinico Gemelli di Roma, cessò di vivere alcune ore dopo. la Procura ha individuato due tipi di responsabilità che avrebbero provocato il decesso di Sara Francesca. Di Martino, il suo suocero Emini, entrambi difesi dagli avvocati Vincenzo Macari e Alfredo Zaza D’Aulisio, e Corpolongo, assistito dall’avvocato Massimo Signore, sono accusati di aver omesso di adottare nella gestione della piscina misure finalizzate a garantire il mantenimento delle condizioni di sicurezza a tu ma anche di aver omesso di prevedere la presenza degli assistenti bagnanti abilitati alla vigilanza, alle operazioni di salvataggio e di primo soccorso.
Nel corso dell’udienza preliminare i genitori della vittima si sono costituiti parte civile nel procedimento attraverso gli avvocati Calogero Nobile e Francesca Minotti. Nella conclusione delle indagini preliminari era stata definitivamente stralciata, invece, la posizione del manutentore dell’impianto, Nicolangelo Viola di Gaeta, inizialmente difeso dall’avvocato Pasquale Di Gabriele. Ora si annuncia un dibattimento in cui a fare la differenza sarà il contenuto delle perizie che produrranno tutte le parti in causa.