SPIGNO SATURNIA – Ha interessato anche il sud-pontino e, in particolare modo, Spigno Saturnia il provvedimento di confisca di beni che, per un valore complessivo superiore ai 36 milioni di euro, sono stati sottratti alla disponibilità di Antimo Morlando, l’imprenditore edile di 60 anni, in carcere dal luglio 2017 nell’ambito dell’operazione “Omphalos” perché ritenuto responsabile dei reati di usura, esercizio abusivo di attività finanziaria, intestazione fittizia di quote societarie e di beni e indebita percezione di finanziamenti a danno dello Stato. Gli agenti dei Nuclei di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna e Napoli hanno eseguito un provvedimento del Tribunale del capoluogo campano che, richiesto dalla locale Direzione distrettuale antimafia, si è concretizzato, dopo il sequestro del marzo 2018, con la confisca di quattro appezzamenti di terreno.
Hanno un superficie che sfiora i 20mila metri, si trovano in località Turrimai, lungo la strada provinciale 115 che collega il centro abitato di Spigno Saturnia a quello collinare di Spigno Vecchio. Questi quattro terreni erano stati acquistati da Morlando nel 2005 ed erano stati intestati insieme a tre persone, due di 51 anni di Sant’Antimo, e la terza di 56 anni di Casandrino, in provincia di Napoli. La confisca ha messo definitivamente sotto chiave, nelle province di Napoli, Caserta e appunto Latina, l’intero patrimonio – beni mobili, immobili, società e rapporti finanziari – riconducibili a Morlando, ai suoi familiari e a suoi prestanome.
Morlando era stato arrestato più volte, l’ultima della quale nell’estate 2017 proprio dalla Guardia di Finanza: accusato di aver favorito i clan camorristici Morelli prima ed Aversano poi, attivi nei Comuni di Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo, Morlando è stato sempre considerato, come riferito da diversi collaboratori di giustizia, il dominus organizzativo delle attività estorsive materialmente eseguite da altri affiliati, nella concessione di prestiti usurai a favore di realtà societarie in difficoltà per poterne prendere il controllo, in alcuni investimenti nel settore immobiliare e nelle truffe ai danni delle assicurazioni. La confisca ai danni di Morlando naturalmente è scattata perché la sua posizione reddittuale è stata considerata inesistente rispetto alla disponibilità dei beni ora finiti ora definitivamente nel patrimonio immobiliare dello Stato.