MINTURNO – Nessuna paralisi ma l’attività all’interno del Tribunale di Cassino ha risentito, seppur indirettamente, di una positività al Covid-19 che nei giorni scorsi ha interessato un componente della cancelleria di uno dei tre uffici Gip del palazzo di Giustizia di palazzo Labriola. Che qualcosa non filasse per il verso giusto l’hanno appurato numerosi legali difensori e di parte civile che nella giornata di giovedì avrebbero dovuto presenziare ai dibattimenti in programma. Tutto rinviato per l’assenza, giustificata, del Giudice per le indagini preliminari che volontariamente ha deciso di finire in quarantena in attesa di conoscere l’esito dei tamponi cui è stato sottoposto.
Il processo più atteso in programma ero quello nei confronti di Eduardo Di Caprio, l’uomo di 37 anni che la serata del 25 gennaio 2019, a bordo della sua Ford Fiesta, in via Antonio Sebastiani a Scauri investì mortalmente Cristiano Campanale, di 28 anni e, subito dopo il fatto, brandendo un bastone, aggredì il fratello, Andrea, di 23 anni. Il rito abbreviato è stato rinviato al 1 ottobre – giorno in cui era prevista la sentenza – ma le parti hanno già appreso di un slittamento del processo per la perdurante assenza del Gip del Tribunale di Cassino.
Per fronteggiare il Covid il distanziamento sociale è uno dei deterrenti e l’attività giudiziaria ha dovuto in questi giorni farvi i conti. Neanche l’aula della Corte d’Assise è bastata per ospitare l’udienza di un processo per truffa che prevedeva la partecipazione di un numero record di imputati, dei rispettivi legali e delle parti civili. E così che il presidente del Tribunale Massimo Capursio ha dovuto chiedere “aiuto” al Rettore dell’università di Cassino Giovanni Betta ed il processo, in via del tutto eccezionale, è proseguito ma presso l’aula magna alla Folcara.