Oggi ho fornito al presidente della Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati alcuni importanti elementi sulla vicenda del rogo dello stabilimento della Loas Italia di Aprilia.
Al presidente On. Stefano Vignaroli ho chiesto di fare chiarezza sulle condizioni in cui questa azienda stava operando, con particolare riferimento alle apparecchiature dedicate alla prevenzione degli incendi ed alle aree utilizzate. Dall’esame della documentazione sembra infatti che ci sia stato un cortocircuito tra i vari enti.
Quello che è certo è che qualcosa nelle comunicazioni, o peggio nei controlli, non ha funzionato. E sinceramente in un territorio dove è presente un’ampia concentrazione di aziende che trattano sostanze infiammabili, operano nel ciclo energetico o dei rifiuti, o ancora soggiacciono alla direttiva Seveso III, penso che tutto questo non sia accettabile.
Non è accettabile che, fino al verificarsi dell’incendio non sia scattato alcun campanello di allarme. Ugualmente non si capisce se delle criticità contenute nel documento dei vigili del fuoco del 26 giugno 2019 siano poi stati informati il comune di Aprilia, la prefettura e la provincia di Latina.
Sono interrogativi ai quali ho chiesto anche alla procura di Latina, già impegnata nelle indagini del caso, di dare risposta. Ma non basta. In casi come questi credo debba intervenire direttamente il Ministero a fare da garante ed a riscrivere le regole, soprattutto per quanto riguardano i controlli, la cui efficacia, se non è opportunamente testata, rischia di rimanere sulla carta. Per questo mi recherò nei prossimi giorni al Ministero dove porterò le istanze che i residenti di Aprilia mi hanno rappresentato durante il convegno del 28 agosto all’Hotel Enea.
Il mio impegno è che tutto ciò non accada più: la salute dei cittadini di Aprilia e delle zone industriali del nord della provincia non può essere oggetto di monitoraggi “probabilistici”, e più in generale nel delicatissimo campo ambientale non è più il momento di lasciare spazio al sistema delle proroghe.
Ai cittadini di Aprilia chiedo, come già stanno facendo in molti, di continuare a fare le sentinelle e supportarmi in questa battaglia che deve indicare una strada nuova per l’intera provincia!