FONDI – Inizierà il prossimo 12 novembre davanti il Gip del Tribunale di Cassino il rito abbreviato con cui ha chiesto di essere processato Abdul Majid Khan, il 45enne pakistano, da anni regolare in Italia, accusato dell’omicidio volontario di Emilio Maggiacomo, il bracciante agricolo di 69 anni di Fondi che il 20 marzo scorso è stato ucciso quando la città era “zona rossa” a causa del Covid 19. Dopo il trasferimento del fascicolo da Latina a Cassino per competenza territoriale – il delitto era avvenuto in una zona molto impervia ai confini dei comuni di Fondi e Itri – il sostituto procuratore Alfredo Mattei ha chiesto ora il giudizio immediato per il 45enne, richiesta poi accordata dal Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce.
L’uomo è accusato di aver ucciso con un oggetto contundente, pare un tondino di ferro mai ritrovato, Maggiacomo al termine di una lite. La difesa del pakistano, rappresentata dagli avvocati Maurizio Forte e Angelo Palmieri, ha chiesto ed ottenuto la concessione del rito abbreviato che potrebbe consentirà all’unico imputato di beneficiare, in caso di condanna, di un terzo della pena. Quello che inizierà il 12 novembre sarà un processo molto delicato. La difesa proverà a ribadire come non siano stati ancora accertati il movente del delitto e soprattutto la dinamica omicidiaria anche se l’autopsia effettuata subito dopo il fatto dal medico legale nominato dalla Procura di Latina, il dottor Alessandro Mariani, ha stabilito come Maggiacomo sia deceduto per la gravità di diversi traumi contusivi multipli, soprattutto al torace e al cranio, e per una copiosa emorragia interna.
Il pakistano si è sempre difeso di non aver ucciso Maggiacomo: ha soltanto ripetuto di trovarsi nella proprietà della vittima perché a bordo della sua Lancia Fedra aveva sbagliato strada. In base alla sua ricostruzione ha negato di aver aggredito Maggiacomo che, invece, lo avrebbe minacciato di chiamare i Carabinieri. E il pakistano per garantirlo gli avrebbe consegnato una copia della sua tessera sanitaria. L’immigrato ha poi ribadito di non conoscere Maggiacomo – la famiglia si costituirà parte civile attraverso l’avvocato Giulio Mastrobattista – che, a suo dire, sarebbe caduto a terra mentre il 44enne era salito già in auto per andare via.