LATINA – La prescrizione e le difficoltà degli uffici giudiziari di Latina e Cassino sono al centro di una articolata interrogazione parlamentare rivolta dal deputato pontino Raffaele Trano al presidente del consiglio Giuseppe Conte ed al ministro della giustizia Bonafede. In questi anni, nonostante gli sforzi degli investigatori, ci sono inchieste che sono rimaste chiuse nei cassetti per lungo tempo ed altre che sono arrivate a dibattimento troppo tardi. Con il risultato che non è stato possibile portare a termine l’accertamento della verità in via giudiziaria. Sono tanti i casi, da ultimo quelli ricordati da Trano ovvero l’inchiesta “Portobello”, ampiamente ridimensionata, ed alcuni procedimenti che riguardano il principale indagato dell’inchiesta Dirty Glass. “Dalle indagini dell’antimafia di Roma – scrive Trano – si scopre ancora una volta come, grazie alla prescrizione, c’è chi riesce nel tempo a costruire indisturbato un impero criminale e poi è assurdo che un pezzo di Stato, rappresentato da agenti dell’intelligence, arrivi a mettersi al servizio del crimine. Per tutte queste ragioni, affinché sia fatta piena luce su quanto è accaduto e affinché situazioni del genere non continuino a ripetersi, ho presentato un’interrogazione e chiesto l’intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del ministro della giustizia, Alfonso Bonafede. Il principale indagato in Dirty Glass, l’imprenditore Luciano Iannotta, fino al giorno dell’arresto anche presidente della Confartigianato di Latina e principale azionista del porto turistico di Sperlonga, ha un alto numero di precedenti, ma quasi tutti i processi a suo carico si sono conclusi con un proscioglimento per intervenuta prescrizione. Lo stesso, secondo gli investigatori, sarebbe riuscito a corrompere anche agenti dell’intelligence, dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi) e del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), che si sarebbero messi al suo servizio e avrebbero partecipato anche ad appuntamenti conviviali organizzati nella villa dell’imprenditore, che li chiamava «i nostri protettori». Gli uffici giudiziari di Latina e Cassino soffrono da troppo tempo di una carenza di personale a fronte di un lavoro sempre più complesso e risultano sottodimensionati pure gli organici delle forze dell’ordine. Avevo del resto giò denunciato come la stessa Procura di Roma abbia concluso un’inchiesta su un sistema corruttivo relativo alla Regione Lazio, all’Autorità portuale di Civitavecchia, e al Comune di Formia, inviando i relativi avvisi di garanzia a nove indagati tra imprenditori, dirigenti regionali, comunali e dell’Authority, e un politico quando ormai i reati erano quasi prescritti e che, proprio per via della prescrizione, dopo che i carabinieri del comando provinciale di Latina avrebbero ultimato le stesse indagini già nel 2014, per altri 31 indagati e per numerose ipotesi di reato era stata chiesta l’archiviazione. Sono così tornato a chiedere un potenziamento degli organici degli uffici giudiziari impegnati nel basso Lazio e di favorire il raccordo tra Procure diverse e diverse Direzioni distrettuali antimafia, nello specifico Roma e Napoli, per rendere più celere e forte il contrasto alle attività criminali sul territorio del sud pontino. Ho chiesto infine di fare reale chiarezza sul coinvolgimento di componenti dell’intelligence in Dirty Glass che, a quanto mi risulta, non sono stati ancora identificati.