LATINA – E’ insorta tra i primi la Fipe, la federazione dei pubblici esercizi aderenti alla Confcommercio Lazio sud che, condividendo da una parte le nuove disposizioni regionali che prevedono la chiusura anticipata dei locali alle 24 per i prossimi 14 giorni, manifesta dall’altra la sua perplessità sulla decisione di limitare ad un numero massimo di 20 persone i partecipanti alle feste private soprattutto per quei locali di 600 e 700 metri quadrati dove si possono rispettare le distanze anche di due o tre metri a persona. Di Cocco ha rivolto un appello che possa rendere meno impattante la determinazione del presidente Zingaretti: “Le nostre aziende hanno da sempre rispettato le regole che imponevano le prenotazioni, l’uso dei dispositivi di sicurezza, la necessità di mantenere i nominativi dei clienti per un eventuale contact trading, il divieto di serate danzanti agli eventi”.
La norma è contraddittoria – tuona il segretario provinciale di Latina della Fipe Italo di Cocco – quando impone il limite massimo per le cerimonie a 20 persone e consente ai ristoranti il limite a quattro persone per tavolino. Il settore ha già subito un duro colpo durante il lockdown, in cui i titolari delle attività sono stati costretti a pagare utenze e affitti nonostante la chiusura forzata. “Bloccare ora nuovamente la possibilità di svolgere eventi già rimandati e per i quali sarebbero state rispettate tutte le necessarie misure di sicurezza è un ulteriore scossa che non possono permettersi”- ha aggiunto il presidente Di Cocco. I pub pontini hanno preannunciato ricorso al Tar per la nuova limitazione oraria mentre i supermercati, che vendono cibo e alcolici possano rimanere aperti ad orario continuato, aumentando gli assembramenti nelle piazze e il conseguente pericolo pubblico.
Sulla stessa falsariga si pronuncia un attivo ed apprezzato imprenditore del settore alberghiero e della ristorazione di Gaeta, Antonio Di Ciaccio. Nella veste di presidente Provinciale di Confimprese Latina in rappresentanza degli alberghi del Golfo di Gaeta si dichiara preoccupato per l’efficacia e la durata del provvedimento del presidente Zingaretti che, “emanato così improvvisamente e senza un minimo margine temporale per il relativo adeguamento, non fa altro che andare, ulteriormente, ad aggravare, ed in qualche caso ad affossare definitivamente, la già critica situazione in cui versano le attività della Provincia di Latina che sulle feste private basano gran parte del loro lavoro”. Confimprese Italia non vuole entrare nel merito e nella finalità del provvedimento regionale emesso per ragioni sanitarie ma fa sapere che gli imprenditori ne evidenziano, comunque, “l’inopportunità dal punto di vista della tempistica di emanazione/attuazione, ovvero senza preavviso e senza tempi di adeguamento visto che per tutti gli eventi previsti – già da tempo prenotati – sono state effettuati sia le relative assunzioni di personale che gli approvvigionamenti necessari”.
Gli albergatori fanno notare, infine, che, durante il periodo estivo, la loro corretta applicazione delle norme igienico/sanitarie previste “ha fatto sì che nessun caso di contagio si sia sviluppato nelle strutture turistico ricettive della Provincia di Latina”. A questo si aggiunge che mentre per loro si impone un numero massimo di partecipanti per altre strutture questa limitazione non è prevista dovendo rispettare solo il numero di coperti per tavolo. In quest’ottica gli imprenditori della ristorazione e del settore ricettivo del sud pontino hanno chiesto l’attivazione “a strettissimo giro dii un tavolo di concertazione con le tutte le istituzioni preposte per tutelare le proprie attività ed il personale dipendente”.