FORMIA – Il Comune da dieci mesi non riesce a ricostruire un muro franato in un torrente dopo un’ondata di maltempo? E noi non pagheremo la Tari per il 2020. E’ una particolare forma di sciopero tributario quella che hanno annunciato, attraverso il loro attivo portavoce Vincenzo Giuffrida, le 70 persone che, componendo 24 famiglie, risiedono in un alloggio dell’Ater in via delle Fosse a Formia. La notifica dei bollettini della tassa per la gestione del ciclo dei rifiuti, è stata il pretesto per queste famiglie – nei cui nuclei sono donne, bambini e anziani con patologie molto serie – per lanciare un guanto di sfida ai vertici dell’amministrazione comunale.
Il mancato ripristino del muro contenimento a causa dell’esiguità dei fondi disponibili sta costringendo dall’immediata vigilia del Natale 2019 questi cittadini ad effettuare pericolose e autentiche gimkane, sopportare sacrifici inimmaginabili per poter accedere correttamente alle proprie abitazioni . Da qui una drastica decisione degli inquilini dell’Ater di via delle Fosse: “Dopo un anno quel poco che rimaneva della strada sta franando. Non sappiamo davvero come raggiungere o lasciare le nostre abitazioni – ha scritto Giuffrida al sindaco Paola Villa ma anche agli assessori e dirigenti del settori Lavori Pubblici e Tributi del Comune oltre che ai Vigili del Fuoco di Gaeta – Le tasse di devono pagare in una società civile ma le tasse servono anche per avere dei servizi”. Ed è questo il nodo più importante da sciogliere, unitamete alla situazione di assoluto degrado e abbandono in cui versa l’area prospiciente il tratto terminale del Rio Fresco.
Le considerazioni che ha avanzato Giuffrida lasciano riflettere: “Da tre mi reco presso gli uffici preposti del comune di Formia per chiedere le ragioni sul fermo dei lavori di pulizia del corso d’acqua sino all’altezza del ponticello che immette alla proprietà della famiglia Zangrillo lasciando invece crescere sterpaglie, cann,alberi e anali presso il complesso delle case popolari dell’Ater, La risposta che mi viene fornita è sempre stata la stessa. “Sono finiti i soldi”. Come se questi finissero sempre al limite di quel ponte e di quella famiglia privata”. Giuffrida ammette di non pagare la Tari per protesta dal 2017, nel 2019 ha cominciato a pagarla (la prima rata) dopo una precisa promessa dell’allora assessore ai Lavori Pubblici Lino Forte che avrebbe chiesto una variazione di bilancio per continuare la pulizia per trecento metri del Rio Fresco sino alle case popolari dell’Ater: “La promessa è rimasta tale- ammette Giuffrida – e ho deciso di sospendere il pagamento delle successive tre rate della Tari 2019. Anche quest’anno la pulizia del corso d’acqua si è fermata al fatico ponte per non parlare dell’azione di disinfestazione nella zona che manca da anni”.
Per il portavoce degli inquilini del complesso dell’Ater di via delle Fosse il “non pagamento delle Tari rimane – ha concluso nella lettera aperta al sindaco di Formia – il solo contributo di resistenza che ho…non potendo sostituirmi ai preposti quali voi siete. Purtroppo”.