LATINA – “Siamo nuovamente in piena emergenza Covid e il Lazio è una delle regioni in cui la situazione è più grave. Le Asl fanno ormai difficoltà ad effettuare i tracciamenti, a processare i tamponi e si è arrivati al punto di chiedere nuovamente aiuto ai medici in pensione, senza contare che nei drive in i cittadini sono stati costretti persino a fare code di 8-9 ore. Davanti a un quadro del genere trovo assurdo che la Regione continui a mettere mille ostacoli ai laboratori privati in grado di effettuare i tamponi e che potrebbero dare un contributo fondamentale nella lotta al coronavirus.
Sono autorizzati ad effettuare i molecolari solo quanti riscono a fare almeno 5.000 test al giorno, mentre nelle strutture pubbliche difficilmente si arriva a mille. Si tratta di un provvedimento che in pratica favorisce l’unica struttura del territorio in grado di sostenere una simile produttività, considerando che al prezzo di 60 euro a tampone in tal modo un unico imprenditore può incassare fino a 300mila euro al giorno.
Chiedo quindi alla Regione Lazio di abbassare tale limite e di permettere ai laboratori già attrezzati da tempo di operare. A Latina, ad esempio, nel mio territorio, dove proprio l’impossibilità di effettuare i tracciamenti ha portato a disporre il primo mini lockdown in Italia durante la seconda ondata del Covid, se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente sarà determinante poter effettuare test rapidi con risposte immediate.
Mi auguro che la Regione Lazio non perda altro tempo e su tale vicenda mi riservo di presentare un’interrogazione al ministro della salute Roberto Speranza”. A dichiararlo Raffaele Trano, membro della Commissione finanze alla Camera.
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