LATINA – “Il nostro rinnovamento parte da ciò che siamo e le Cinque Stelle da cui nasciamo sono ancora oggi la bussola per orientare il nostro futuro”. Così Gaia Pernarella, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Lazio, nel corso del suo intervento agli Stati Generali, incontro della provincia di Latina, chiamati a ridisegnare l’agenda politica, l’organizzazione, i principi e le regole del Movimento 5 Stelle, che proseguiranno il 31 Ottobre con la riunione regionale e, infine, il 14 e 15 Novembre con l’appuntamento nazionale.
“I cittadini italiani – ha detto Pernarella nel corso dell’incontro -, ci hanno assegnato all’interno della società un ruolo che noi abbiamo il dovere di rispettare, ricominciando a guardare lontano, a essere lungimiranti e a vincere le sfide che assegnandoci il loro voto ci hanno chiesto di combattere. A cominciare da quello della sanità che deve tornare a essere unica e non regionalmente parzializzata, della scuola pubblica, del lavoro, delle infrastrutture digitali e strutturali che devono superare progetti vecchi di venti anni come nella nostra provincia è quello della Roma – Latina, oggi utile solo a chi vuole realizzarla ma non ai cittadini. Non ultimo il tema della green economy su cui da anni già puntano gli altri stati europei e su cui noi siamo fortemente indietro rispetto alle scadenze del 2035. Siamo arrivati al Governo senza snaturarci – ha aggiunto -: dobbiamo continuare, migliorare, mantenendo la nostra spinta innovativa, certamente non correndo dietro le modalità politiche del nostro alleato del momento”.
E sul tema della riorganizzazione: “Per ripartire il Movimento 5 Stelle deve puntare al riconoscimento dell’attivismo sui territori favorendo la nascita di sedi solo dove gli attivisti sono in grado di gestirle e di dare risposta ai cittadini che vi si rivolgono: quello che è certo è che non è più possibile assistere a casi come quelli di Latina e Aprilia dove gruppi riconoscibili, che hanno lavorato e combattuto sul territorio con ricorsi, esposti, talora riuscendo a fare aprire inchieste penali, successivamente non si sono visti certificare e, quindi, non hanno potuto partecipare alle elezioni comunali. Che mutatis mutandis è un discorso valido anche per le candidature alle elezioni regionali e nazionali – ha concluso Pernarella -: vanno certificati gli attivisti che lavorano sui territori e così chi li vota come anche chi decide attraverso la piattaforma Rosseau”.