FORMIA – Niente bus da martedì prossimo a Formia sino a tempo indeterminato? Se ne saprà qualcosa di più lunedì dopo l’annuncio dato dalla concessionaria del servizio di trasporto pubblico urbano, la società cooperativa Atp, in segno di plateale protesta nei confronti del Comune, accusato di non aver liquidato completamente la seconda parte del contributo erogato in acconto dalla Regione, 310mila euro. Il blocco del servizio è stato comunicato dall’Atp in una preoccupante lettera aperta inviata, tra gli altri, al Prefetto di Latina Maurizio Falco, al sindaco Paola Villa, alla responsabile della sezione trasporti del dipartimento controllo del territorio del comune Rosanna Picano, all’Anav, alla direzione Infrastrutture e mobilità della Regione Lazio e al collegio dei revisori dei conti del comune di Formia.
Drammatico l’appello del presidente della società cooperativa, Salvatore De Meo, che gestisce da anni il servizio: “Non abbiamo più fondi per pagare i salari – le maestranze rivendicano un paio di stipendi – il danaro per acquistare il carburante e alcuni bus sono sprovvisti di assicurazione”. L’Atp già il 2 ottobre scorso aveva chiesto l’erogazione completa del secondo acconto stanziato dalla Regione perché “corrisposto solo in maniera parziale”. Nella lettera di annuncio del blocco del servizio l’Atp ha censurato l’inspiegabile atteggiamento di chiusura del comune che starebbe trattenendo 300mila dei 500mila euro stanziati dalla Regione quale secondo acconto per il 2020. Il concessionario chiede invece il rispetto di una decisione del direttore del settore infrastrutture e Mobilità della Regione Lazio, Stefano Fermante, che già l’8 agosto invitata i comuni ad erogare “senza indugio” le somme incassate e vincolate necessarie ad assicurare il flusso finanziario idoneo a salvaguardare gli equilibri aziendali in un settore che risente della forte contrazione di domanda conseguente all’emergenza Covid. La Regione era stata chiara in piena estate. Da quest’anno ha inteso snellire il sistema di trasferimento dei fondi destinati al trasporto pubblico locale prevedendo due acconti (ad inizio maggio e a maggio) ed un saldo da erogare nel primo periodo dell’esercizio successivo. E le date di erogazione dei contributi 2020 sono state confermate dalla Regione: due determine dirigenziali del 9 marzo e del 22 maggio scorsi.
Il dottor Fermante era andato oltre: “In caso di ulteriori ritardi la scrivente direzione sarà tenuta a prendere ogni provvedimento necessario, anche attraverso un’informativa agli organi nazionali competenti in materia amministrativa e contabile”. Il comune ha sospeso, intanto, l’ultima fattura di 300mila euro emessa dall’Atp perché – a dire della dottoressa Picano- la liquidazione “autorizzata” e disciplinata da uno dei primi Dpcm anti Covid avrebbe dovuto richiedere una sorta di lasciapassare normativo da parte della commissione europea… Insomma il comune, nonostante il semaforo verde espresso a più riprese dalla Regione, ha mantenuto il freno tirato temendo ripercussioni di natura erariale. Ma uno spiraglio è atteso lunedì: l’assessore al bilancio del comune Biagio Attardi ha inviato venerdì una lettera proprio al dirigente regionale Fermante per chiedergli – nonostante l’avesse già messo per iscritto ad agosto – il nulla osta per formalizzare la liquidazione chiesta dall’Atp. Se dovesse arrivare il nuovo “disco verde” della Regione, il blocco del servizio potrebbe a quel punto essere revocato. E’ obiettivo che stanno perseguendo un po’ tutti, il comune, la concessionaria del servizio e la Cgil che, attraverso il responsabile della zona sud della provincia, Franco Meschino, ha intavolato una trattativa con tre rappresentanti dell’amministrazione comunale, la dirigente del settore trasporti della Polizia locale Rosanna Picano, il capogabinetto Mario Taglialatela e, appunto, da venerdì, con il neo assessore al bilancio Biagio Attardi.
La situazione economico-occupazionale dell’Atp è giunta, purtroppo, in un punto di non ritorno. Il Covid ed il lockdown hanno provocato un crollo dell’utenza del 60% e, dunque, della vendita dei biglietti. L’Atp, nonostante si trovasse in affanno con le banche che ha anticipato il corrispettivo economico delle fatture emesse, ha acquisto due mesi fa due autobus ibridi a tutela dell’ambiente: “A quella inaugurazione – ricorda ora il presidente De Meo – parteciparono anche il sindaco Villa e la dirigente Picano che ci avevano espresso la loro vicinanza. Forse siamo stati troppo ottimisti”. L’Atp intanto ha informato, oltre il Prefetto Falco, anche la Cgil, “il sindacato più rappresentativo dei nostri dipendenti con i quali abbiamo verificato che oltre il 30 novembre non si potrà andare. Da questa data saremo costretti ad interrompere il servizio”. Un tentativo ad trovare un accordo per bloccare la sospensione del servizio era stato promosso, in extremis, dal capogabinetto del Comune di Formia, Mario Taglialatela, che aveva proposto una mini liquidazione di circa 100 a fronte dei 310 mila richiesti. Un presidio di protesta inizialmente fissato giovedì scorso in piazza Vittoria è stato annullato ma i lavoratori hanno annunciato di andare avanti nell’agitazione perché le “questue si fanno in chiesa”.
Dai trasporti alla sosta a pagamento il passo è breve. Da lunedì 23 novembre sono finiti in cassa integrazione, per la durata di 15 giorni, altrettanti ausiliari del traffico ed amministrativi dipendenti del nuovo concessionario delle strisce blu di Formia, la “K city” di Portici che in maniera contradditoria ha formalizzato due assunzioni a tempo determinato. Il motivo? La contrazione degli incassi provocata dal Coronavirus.. In sostanza i turni di lavoro sono stati così disciplinati sino al 6 dicembre: dalle 8.30 alle 11.50 nelle zone 1 e 2, dalle 9.30 alle 12.20 nelle zone 2 e 3, dalle 15.30 alle 18.50 nelle zone 1 e 2 , dalle 16.30 alle 19.50 nella zone 2 e 3. Il ricorso alla cassa integrazione è stato deciso quasi forzatamente dalla società vesuviana, nell’ultimo mese utile previsto dalla legge. E’ stata una decisione unilaterale nella fase iniziale ad insaputa dei sindacati e dello stesso comune di Formia. Quando la situazione stava per precipitare nei rapporti sindacali, la “K City” ha deciso di anticipare la cassa integrazione ai lavoratori versando il 10% in più del contributo rispetto a quanto prevede questo ammortizzatore sociale.