GAETA – Nella vendita della “ex stazione” e dell’area antistante il piazzale, il dovere di cronaca ha pienamente assolto ad uno dei suoi principali compiti, ovvero, rendere pubblici gli aspetti di una vicenda che ha per protagonisti due enti pubblici, ovverossia il Consorzio Industriale Sud pontino ed il Comune di Gaeta, nonché una società immobiliare.
Diversi gli interrogativi ora di comune condivisione da parte dell’intera cittadinanza, cioè:
– se la procedura di vendita ad un soggetto economico privato, in quanto area di fatto di interesse demaniale e di uso pubblico, sia stata conforme ai canoni di massima trasparenza e pubblicità;
– se vi siano stati e quali siano gli interessi legati ai molteplici frazionamenti catastali della stessa area prima della cessione al soggetto privato;
– quali siano le potenzialità economiche-finanziarie della società aggiudicataria dell’area;
– quali siano gli aspetti esecutivi legati alla realizzazione di un parcheggio multipiano commissionato dal Consorzio Industriale Sud Pontino;
– quali siano le azioni poste in essere dal Comune per la tutela degli interessi della collettività e della cittadinanza Gaetana.
Peraltro, rispetto al prezzo di cessione dell’area, molti lo ritengono sottostimato, il che, se verificato, aprirebbe un potenziale danno erariale.
Sono tutte informazioni facilmente ricavabili da articoli di giornale, post sui social network, atti di consiglio comunale ed infine dalla relazione dei consiglieri Scinicariello e De Angelis.
Più passa il tempo e più gli interrogativi si moltiplicano. Molti speravano che gli organi tecnici del Comune potessero fugare dubbi ed interrogativi di questo caso che sembrerebbe assomigliare, ma solo per complessità, ai macchinosi passaggi che furono riscontrati nell’ex Avir. In quel caso, insieme alle forze dell’ordine, intervennero i vigili urbani. Tutto è finito, come noto, con l’acquisizione al patrimonio comunale. Chissà che in questo caso, data la materia così tecnica, non possa dire qualcosa la Guardia di Finanza. Gli interrogativi sono davvero tanti e magari le risposte sono dietro l’angolo. Un organo terzo potrebbe rivelarsi utile a dissipare tanti dubbi, riportando il dibattito su un piano squisitamente politico, come dovrebbe sempre essere. E che purtroppo così non è perché nel silenzio generale, associazioni, comitati ed un manipolo di politici che ha a cuore davvero l’interesse pubblico, è costretto a fare da supplente. Capire quello che sta succedendo nel proprio municipio non è solo un diritto, ma è uno dei principi cardine della democrazia. In fondo, a ben pensarci, è ciò che ripartisce la distinzione tra cittadini e sudditi.