Cronaca

Formia / Omicidio Langella, Tamburrino condannato in via definitiva

FORMIA – E’ calato definitivamente il sipario sulla vicenda processuale legata all’omicidio che si verificò la mattina del 2 dicembre 2016 in via Giovenale, in località Acquatraversa, a Formia. Al culmine di un litigio l’autotrasportatore 52enne di Formia Giuseppe Langella perse la vita dopo essere stato aggredito dall’amico con il quale conviveva da tempo Andrea Tamburrino. L’uomo, ora 45enne, originario di Cellole ma da anni residente a Scauri, è stato condannato in via definitiva a nove anni di reclusione con l’accusa di omicidio preteretenzionale. I giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna emessa il 3 ottobre 2019 dalla prima sezione penale della Corte d’assise d’appello di Roma che aveva concesso a Tamburrino uno “sconto” di un anno ed otto mesi rispetto alla sentenza di primo grado emessa il 27 novembre 2018, al termine del giudizio immediato celebrato con il rito abbreviato, dal Gup del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera.

Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, Langella, dopo la separazione e la perdita del lavoro, per sopravvivere ad una situazione di assoluta precarietà era stato costretto a svolgere qualsiasi mansione nella villetta presa in affitto da Tamburrino in riva al mare. All’alba del 2 dicembre di quattro anni fa i due litigarono e ad avere peggio fu Langella che, nonostante il suo aspetto fisico, fu scaraventato lungo le scale tra il piano terra e l’ingresso della villetta di Acquatraversa. Morì per le ferite e i traumi riportati e la sua unica colpa fu quella di aver visto nella camera di Tamburrino una partita della Champions League della sua squadra su Sky.

Ha retto in primo grado, in appello e in Cassazione il castello accusatorio proposto, dunque, dalla pubblica accusa ed avallato dalla famiglia di Giuseppe Langella, costituitasi parte civile in tutti e tre i gradi di giudizio attraverso l’avvocato Vincenzo Macari. “Nessuno riporterà in vita il povero Giuseppe, ma quantomeno è stata ristabilita la verità storica dei fatti rispetto a quello che, nell’immediatezza dei fatti, era stato paventato – ha detto il legale di parte civile – come un incidente domestico e finanche come un tentativo di suicidio”.

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