Formia – E’ stato corretto e legittimo l’operato del Comune nella fase di definizione della graduatoria cui sono stati inseriti i vigili urbani stagionali da assumere a tempo determinato.
L’ha sentenziato la quinta sezione del Consiglio di Stato che, ribaltando il contenuto dell’ordinanza cautelare numero 366/2020 della sezione di Latina del Tar del Lazio, ha respinto di fatto il ricorso di un pretendente vigile urbano che chiedeva l’annullamento della graduatoria utilizzata dallo scorso giugno dalla Polizia Locale per dar manforte, anche in concomitanza della gravissima fase epidemiologica, allo stesso Corpo.
L’aspirante vigile urbano lamentava la circostanza che nella commissione selezionatrice non fosse stato designato un rappresentante della Regione Lazio. I giudici del secondo grado della magistratura amministrativa – presidente Carlo Saltelli, consiglieri Raffaele Prosperi, Stefano Fantini, Giovanni Grasso e Anna Bottiglieri – hanno respinto questa istanza cautelare contro la sentenza del Tar semplicemente perché è necessario che la Regione indichi un proprio rappresentante nelle commissioni selezionatrici solo quando la prova concorsuale è a tempo indeterminato mentre quella promossa dal comune di Formia era ed è a tempo determinato.
Questa istanza è stata rivendicata dai legali dell’avvocatura comunale, il dirigente Domenico Di Russo e Sabrina Agresti, e dall’avvocato Luca Scipione che assisteva un vigile urbano stagionale peraltro in servizio da alcuni mesi in virtù della selezione approntata dall’ufficio personale dell’ente su richiesta della dirigente della Polizia Locale Rosanna Picano.
Per il Consiglio di Stato “nel bilanciamento degli interessi in conflitto, occorre dare prevalenza, in prospettiva cautelare, alla conservazione delle posizioni contrattuali già formalizzate ed alla valorizzazione, nell’attuale contesto emergenziale, delle posizioni lavorative instaurate a tempo determinato”.
Le questioni sollevate in ordine alla regolarità della procedura selettiva invece meritano di essere esaminate nella congrua sede di merito. Stop.