FORMIA – Un vero e proprio tributo d’amore che resta, nonostante tutto, il solo grande nemico del tempo. L’ultima fatica letteraria del professor Pasquale Scipione, storico dirigente scolastico dell’Istituto tecnico commerciale “Gaetano Filangieri” di Formia e a lungo guida di molte realtà di scuola superiore della provincia di Latina, si prende gioco proprio del tempo. Lo fa in “Figli di El Alamein” (Ali Ribelli Edizioni, 2020) in cui,oltre a ricordare una delle tragedie italiane consumate durante la seconda guerra mondiale in questo avanposto coloniale creato a tutti i costi in Cirenaica, nell’attuale Libia, afferma un principio: il tempo è la più assurda condanna che l’uomo si è inflitto da quando ha cominciato a misurarlo, a definirlo.
Sullo sfondo c’è una coppia di anziani, Pietro e Clara, che, legati da un amore solido e profondo ed uniti oltre il tempo e lo spazio, deve fare i conti con lo strazio ed il dolore di un figlio, il tenente disperso Carlo, costretto a sua volta partire per tentare di contribuire a realizzare il sogno coloniale italiano fortemente a lungo coltivato dal regime fascista su quello “scatolone di sabbia”, il deserto libico, sotto ilquale c’era invece tanto petrolio e divenuto col tempo pomo di discordia per conflitti e appetiti internazionali. La battaglia di El Alamein fu un disastro, economico e bellico, per la politica espansionistica a tutti i costi del Duce ma il professor Scipione nel suo ultimo libro racconta cosa è stata o si è trasformata la casa degli innamorati Pietro e Clara. La loro angoscia – come ha tenuto a precisare la collega Antonia De Francesco che di “Figli di El Alamein” (i militari italiani che persero la vita furono 5200) ha curato l’edizione – è la stessa di tutte quelle generazioni di bambini che hanno aspettato, invano, il ritorno dei loro genitori da una guerra e viceversa. “Il romanzo di Pasquale Scipione è un ossequio alla memoria di una pagina di storia che ha visto tragici protagonisti molti italiani e non solo, ma è tra le righe – non troppo celatamente – l’omaggio all’amore di e per una donna, emblema del grande coraggio di cui il femminile è in potere e rispetto al quale, lo stesso autore in diverse occasioni l’ha confermato, il maschile è recessivo”.
Nel libro del professor Scipione un tragico incidente, all’improvviso, ribalta proprio la quotidianità di Pietro e Clara. All’interno della loro casa, però, continua a vivere il solido amore, un sentimento che – lo evidenzia il professor Pasquale Scipione (laureato in lingua,letteratura ed istituzione dell’Europa occidentale presso l’istituto universitario orientale di Napoli e autore di apprezzati romanzi come “Ritorno tedesco con incognita”, “Ite,il caso è irrisolto” e “Altra America”) nell’intervista video allegata – non si ferma davanti alla vulnerabilità della vita, come in tanti anni non s’era mai arrestato davanti al dolore che contraddistingue la vita di tante generazioni rimaste a casa e, comunque, vittime indirette della guerra. Di qualsiasi guerra che il professor Scipione biasima e condanna perché – come diceva San Giovanni Paolo II, “è un’avventura senza ritorno”.
INTERVISTA video professor Pasquale Scipione