FORMIA – Cosa è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. E’ il principio del confronto sulla base del quale, ieri mattina, a Formia, si sono incontrati in loco i membri del “Comitato Pontone”, perlopiù ovviamente residenti della zona, a seguito della recente esondazione del torrente che ha provocato molta paura e danni. Al presidente del Comitato – Pasquale Di Gabriele – il compito di fare il punto della situazione, ma soprattutto di illustrare le azioni da intraprendere per scongiurare che gli abbondanti rovesci del maltempo provochino ancora situazioni gravi come quella della scorsa settimana.
Tre le linee guida delineate: “progetto madre di messa in sicurezza, pulizia di tutto l’alveo, ristoro dei danni a seguito della invocata dichiarazione di calamità naturale o in subordine con ricorso alla competente magistratura“. E non finisce qui. Altri sono i provvedimenti du cui il Comitato – in seno a queste linee di massima progettuali – auspica la realizzazione: la richiesta di installazione di “centraline d’allarme sonoro e telefonico che entrino in funzione quando l’acqua nel torrente supera il livello di guardia”, nonché “la cura da parte dei frontisti, invitati a eliminare le canne di bambù che pure occupano l’alveo, determinando una riduzione della sezione in cui defluiscono le acque”.
Alla riunione ha preso parte anche il vice-presidente del Comitato, l’On. Raffaele Trano. che ha sottolineato l’importanta del ruolo del comitato come “stimolo” ai vertici amministrativi della politica, nonchè l’assessore all’Ambiente del Comune di Formia, Orlando Giovannone, partecipe di diversi incontri avvenuti in Regione e presso il Comune di Itri, capofila del progetto di messa in sicurezza del Rio di Itri-torrente Pontone.