“Confconsumatori è stata ammessa come parte civile nel processo avviato nei confronti di alcuni dirigenti della multinazionale francese Veolia, le accuse sono di disastro ambientale e inquinamento doloso in concorso, legate al rilascio in mare di dischetti di materiale plastico provenienti dal depuratore di Capaccio Paestum, in provincia di Salerno”.
Sono le parole con le quali giunge la notizia attraverso una nota dell’associazione nazionale che si è vista, per l’appunto, riconoscere l’ammissione come parte civile nell’udienza preliminare del 15 dicembre a Salerno, chiesta anche da altri Comuni e associazioni, “in difesa dei cittadini danneggiati” e – nello specifico – ” a tutela degli interessi statutari dell’associazione”. L’udienza è stata rinviata al 15 febbraio 2021.
“I fatti – ricorda la medesima nota – risalgono all’inizio di febbraio 2018, quando dall’impianto di depurazione delle acque di Varolato, nella città di Capaccio Paestum, fuoriuscirono oltre 130 milioni di filtri bianchi carrier, moltissimi dei quali rinvenuti poi nelle acque marine, sulle coste salernitane e del Mediterraneo. Più in dettaglio, dai rifiuti furono interessate le coste del litorale campano, una parte del litorale laziale e del litorale sud della Toscana. I dischetti si dispersero nel Mediterraneo e andarono a riempire le spiagge tirreniche; a centinaia furono rinvenuti anche a Scauri, lido di Ostia, Torvaianica e molti altri furono trovati tra le sabbie della spiaggia di Vindicio (Formia). Una buona quantità, trascinata dalle correnti, finì inevitabilmente in alto mare, compromettendo l’habitat e la vita di diversi animali, come le tartarughe marine”.
“Il Gup del Tribunale di Salerno, il dottor Vincenzo Pellegrino – spiega ancora nella nota Confconsumatori – ha rinviato a giudizio tutti gli otto indagati per l’ingente danno ambientale. Tra gli imputati ci sono i dirigenti della multinazionale francese Veolia, la società che indirettamente – partecipando come azionista di diverse società – gestisce in varie regioni il servizio idrico e il ciclo dell’acqua. Le persone sottoposte alle indagini saranno chiamate a rispondere dei reati di disastro ambientale e inquinamento doloso in concorso, attraverso violazioni plurime del Testo Unico dell’Edilizia e lavori abusivi. Nel corso del procedimento, data la gravità dei danni provocati ad habitat e fauna marina, l’elemento soggettivo del reato è stato cambiato da colposo a doloso”.
“L’udienza è stata fondamentale – ha spiegato il legale di Confconsumatori Lorenzo Montecuollo – per chiedere l’ammissione al procedimento come parte civile. La richiesta è stata accolta dal Giudice anche sulla scorta della documentazione allegata alla costituzione di parte civile avendo dimostrato documentalmente e tecnicamente di possedere i requisiti e le prerogative per essere ammessi in ragione delle finalità statutarie, nonostante le eccezioni delle difese degli imputati”.
“Esprimo soddisfazione – dichiara Mara Colla, presidente nazionale di Confconsumatori – per l’accoglimento della costituzione di parte civile di Confconsumatori, che si batte con altre associazioni per la tutela dei cittadini e dell’ambiente. Nel momento in cui la scienza ci documenta come sia essenziale e inderogabile la cura del pianeta, anche le imprese devono fare la loro parte prevenendo eventuali danni derivanti dai processi lavorativi”.