Cronaca

Omicidio di Sabaudia, è stata un’esecuzione

SABAUDIA – Un’esecuzione studiata chissà da quando. Chi ha agito, con un colpo secco di pistola, partito da breve distanza, l’ha fatto per vendicare uno sgarro ben preciso: l’omicidio di Erik D’Arienzo avvenuto a fine agosto sul ciglio della strada regionale Pontina, nel territorio di Sabaudia. Sono le prime conclusione cui sono giunti i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Latina. Sono loro che, sotto il coordinamento dei sostituti procuratori Andrea D’Angeli e Martina Taglione, stanno indagando sul delitto di Fabrizio Moretto, conosciuto con il nomignolo di “Pipistrello” negli ambienti criminali di Latina, avvenuto nelle campagne tra Bella Farnia a Borgo San Donato a Sabaudia.

Il cinquantenne pregiudicato era atteso dal suo killer. Sapeva che dopo le 20 l’uomo sarebbe dovuto rincasare, in sella al suo scooter, in via della Tartaruga. Moretto è stato colpito alle spalle con un colpo di pistola. Un’esecuzione a tutti gli effetti in una zona scarsamente abitata, poco illuminata e priva di impianti di video sorveglianza. L’hanno accertato i primi esami balistici che i Carabinieri del Maggiore Antonio De Lise hanno compiuto nella notte tra lunedì e martedì finalizzati ad attribuire indizi utili alle stesse indagini. E’ avvolto, poi, in uno stretto e comprensibile riserbo l’esito delle prove stub e delle mirate perquisizioni domiciliari compiute, in collaborazione con i Carabinieri della Stazione di Sabaudia, nei confronti di alcuni residenti nella zona e di personaggi legati anche loro nell’omicidio di Erik D’Arienzo.

Il nome di Moretto dalla metà di settembre era stato iscritto, insieme a quelli di altre due persone, sul registro degli indagati con l’ipotesi accusatoria di omicidio. Secondo la Procura di Latina il cinquantenne di Bella Farnia era sospettato di avere accompagnato a fine agosto D’Arienzo da alcune persone che, a loro volta, lo avevano ridotto in fin di vita. Moretto era accusato di aver depistato le indagini fornendo la ricostruzione della caduta dallo scooter, lungo il ciglio della Pontinia, tesi poi smentita dall’autopsia. Quello che disporrà mercoledì la Procura sul cadavere di Moretto dovrà dire altre cose, a cominciare dal tipo di pistola che ha ucciso il 50enne. Un vicino quando l’ha rinvenuto cadavere ha pensato che fosse stato vittima di un investimento, della stessa fine dell’amico Erik. Ma così non è stato.

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