CASSINO – La Compagnia Carabinieri di Cassino e la Direzione Investigativa Antimafia di Roma – Centro Operativo di Roma, a seguito di richiesta di applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale e di quella patrimoniale della confisca dei beni avanzata dalla Procura della Repubblica di Cassino (dott.ssa Valentina Maisto) e della Procura di Roma – DDA (dott.ssa Lucia Lotti), le cui risultanze sono state pienamente condivise dalla Sezione Specializzata del Tribunale di Roma, hanno applicato il sequestro preordinato alla requisizione definitiva dei beni direttamente o indirettamente riconducili ai seguenti soggetti appartenenti ad un nucleo familiare di etnia rom stanziale nel territorio: il 51enne M.A., il 34enne M.I., il 32enne M.G., il 23enne M.A., il 51enne S.M., il 38enne S.F. e il 27enne P.V., tutti residenti nella città di Cassino.
L’odierna attività consegue alle estese ed articolate attività di indagine svolte dalla Compagnia di Cassino nell’ambito nell’indagine denominata “San Bartolomeo” del 2019, ed ancor prima in quella denominata “Due Leoni” del 2016 svolta congiuntamente alla Guardia di Finanza, le quali hanno già consentito di evidenziare un contesto associativo per lo spaccio di sostanze stupefacenti e all’intestazione fittizia di beni a carico dei predetti.
I successivi approfondimenti investigativi, che si sono serviti altresì degli ulteriori elementi idonei a delineare compiutamente l’elevata pericolosità sociale della compagine, ossia precedenti penali e pregiudizi di polizia (in materia di stupefacenti, ricettazione, lesioni personali, resistenza a P.U., estorsione, rapina, falsità ideologica e materiale, usura, truffa, appropriazione indebita), pregresse applicazioni di misure limitative della libertà personale e di prevenzione, dichiarazione rese da collaboratori di giustizia, informative di polizia giudiziarie e comunicazioni di notizie di reato convergenti) consentivano l’emissione di questo importante provvedimento nei loro confronti.
In particolare, risultano coinvolti: 16 rapporti finanziari in essere presso istituti di credito/postali compresi conti di deposito/correnti e linee di finanziamento; 7 immobili di cui uno ubicato in Pescara mentre gli altri situati nel circondario di Cassino; 7 terreni destinati all’agricoltura/pascolo e un’area urbana edificabile situati nel cassinate; una società a responsabilità limitata semplificata attiva nel commercio e nel noleggio di autovetture, motocicli e veicoli industriali, nuovi ed usati; un’autovettura intestata ad una società, ma nella disponibilità di uno dei soggetti attenzioni.
In tale contesto, a fronte di dichiarazioni dei redditi pari a zero o poco più elevate si è accertato un patrimonio finanziario, il possesso di beni mobili e immobili, assolutamente sproporzionato e ingiustificato.
Al riguardo, assai significativo del contesto e della consapevolezza dei soggetti circa l’origine illecita delle proprie disponibilità economiche appare la conversazione tra due donne del gruppo, durante la quale emerge chiaramente l’impossibilità di comprovare l’acquisto, per 200.000 euro, di una abitazione: “dove sono usciti sti soldi, tua madre ha due mutui sopra le spalle, la casa l’hai venduta e va bene, subito scattano i controlli” e successivamente “questa qua non è un problema, e quella la sopra che poi non si riescono a dichiarare tutti quei soldi”.
Il valore complessivo dei beni oggetto dell’odierno sequestro è valutato in circa due milioni di euro.
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