FROSINONE – Inizierà con due mesi di ritardo – il 19 marzo e non il 15 gennaio 2021 – il processo davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino per la morte di Serena Mollicone, la giovane studentessa di Arce trovata cadavere nel boschetto dell’Anitrella il 1 giugno 2001. Dopo le anticipazioni del Centro Studi Investigazione Criminale che sta curando la difesa dei principali imputati, Marco, Franco e Annamaria Mottola, è intervenuto con una nota di chiarimenti il presidente del Tribunale di Cassino, Massimo Capurso.
Dopo aver rinviato anch’egli il suo pensionamento, Capurso ha evidenziato di aver incontrato difficoltà ad individuare due giudici togati per presiedere la Corte d’Assise. Due magistrati della sezione penale, la presidente Donatella Perna e ancor prima Olga Manuel, rispettivamente presidente e giudici a latere della stessa hanno ottenuto il via libera per il loro trasferimento presso altri uffici giudiziari del distretto del Lazio. Il presidente Capurso è andato oltre: per poter presiedere una corte d’Assise c’è bisogno di una qualifica non inferiore a magistrato di appello. C’è bisogno di un’anzianità di servizio ben definita e al momento nessun altro giudice penale del Tribunale di Cassino ha un’anzianità superiore ai 6 anni.
Ci sarebbe, in alternativa, il Gip più anziano, Domenico di croce, ma lo stesso Capurso lo definisce incompatibile con il processo Mollicone per aver svolto in passato le funzioni di Gip. E i numeri sono impietosi: la sezione penale del palazzo di Giustizia di Piazza Labriola ha in organico sette magistrati, ridotto in un solo anno a 4. Devono assicurare due udienze collegiali alla settimana con molti processi complessi e imputati detenuti con una gestione di 6000 procedimenti monocratici.