SUD PONTINO – Gli elementi probatori sono talmente evidenti che non serve celebrare l’udienza preliminari. Con questa motivazione il sostituto procuratore della Dda di Roma Corrado Fasanelli ha chiesto ed ottenuto la fissazione del giudizio immediato nei confronti delle 22 persone coinvolte il 1 luglio scorso nell’operazione “Touch & Go”. Ventuno di loro erano state arrestati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina e della Compagnia di Formia con l’accusa di gestire da anni, almeno dal 2015, a Formia e a Scauri un collaudato sistema specializzato nello spaccio di cocaina, hashish, marjuana e shaboo.
La richiesta della Dda è stata condivisa dal Gip del Gip Tribunale di Roma Ezio D’Amizia secondo il quale, dietro questo gruppo di indagati,c’era la camorra e,più precisamente,due clan dominanti nel quartiere napoletano di Secondigliano, i Licciardi prima e,dopo la sua trasformazione, i “Sacco-Bocchetti” poi. Il processo inizierà il prossimo 11 marzo presso il Tribunale di Cassino dove il nutrito collegio difensivo – composto dagli avvocati Vincenzo Macari, Pasquale Cardillo Cupo, Gianfranco Testa, Domenico Dello Iacono, Massimo Signore, Adelaide Cutalo, Luca Scipione, Enrico Mastantuono, Fabio Della Corte, Edoardo Fascione, Marco Borrani, Giovanni Valerio, Amleto Coronella, Mario Fortunato, Adriana Fiormonti, Mario Pasquale Fortunato, Domenico De Rosa, Roberto Palermo, Gianluca Di Matteo, Renato Archidiacono e Dario Pasquale Cuomo, cercherà di demolire il castello accusatorio formulato nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip D’Amizia di ben 465 pagine.
Le ipotesi accusatorie della Dda sono associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, possesso di armi e di materiali esplodenti, minacce, violenza privata e lesioni, tutti reati compiuti con l’aggravante del metodo mafioso L’holding criminale era monitorata dai Carabinieri della Compagnia di Formia dall’autunno 2015 cui si sono affiancati nel corso del tempo – l’attività investigativa è proseguita anche tra il marzo ed il settembre 2018 – gli specialisti della direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero degli Interni. Tutto faceva capo a due dei fratelli Scotto, Domenico e Raffaele, di 37 e 44 anni, residenti nel quartiere di Secondigliano di Napoli che per conto della camorra avevano deciso di guadagnare e affermare il mercato dello spaccio della droga nel sud pontino, soprattutto a Scauri. Per farlo avevano arruolato una serie di pusher, non solo di Minturno, ma anche di Formia, Gaeta e Sessa Aurunca, considerati di provata affidabilità e di esperienza nel remunerato attività dispaccio al minuto.
A loro la droga necessaria per rifornire un mercato che appariva essere sempre più esigente – da qui il nome dell’operazione dei Carabinieri “Touch & go”, “prendi e vai” durante la stagione turistica e nei periodo festivi arrivava direttamente da Secondigliano e finanche dalla Spagna. Naturalmente i tossicodipendenti in ritardo con i pagamenti venivano minacciati e aggrediti e questo gruppo criminale era abile, se proprio necessario anche a ricorrere all’uso di armi e di materiale esplosivo. I Carabinieri prima di eseguire le 22 misure restrittive avevano anche sequestrato, oltre a 450 grammi di cocaina, 350 di marijuana, 100 di shaboo e a 9 chilogrammi di hashish, una pistola calibro 9X21 risultata rubata ma completa di caricatore e di 13 proiettili, due ordigni esplosivi di produzione artigianale mentre ad uno degli arrestati di Napoli è stata rinvenuta e sequestrata una pistola calibro 44 magnum con matricola abrasa ma munita di 10 proiettili.